Dietro a una finestra

Dietro a una finestra

Cosa ci sta dietro a una finestra?

Di giorno ci può stare qualsiasi cosa: cammino per la strada e ne vedo tante, una, cento, mille… sono lì, tutte regolari in fila per due o per tre o anche di più, oppure solitarie, di varia forma e dimensione. Alcune sono chiuse, altre aperte, da alcune sbucano dei cuscini appoggiati sul davanzale per prendere un po’ di aria. Altre è ormai troppo tempo che non vengono aperte, delle piante rampicanti non le faranno più aprire.

Dietro delle tendine appartamenti ricchi e spogli che appartengono a persone che non conosco, e forse, non vedrò mai.

Magari anche due finestre vicine neanche si conoscono, magari, invece, si odiano o si amano.

Il vetro riflette l’immagine della città e anche la mia e quella degli altri passanti, non permette di guardare oltre per vedere se al di là c’è qualcosa o qualcuno.

Lo sguardo esterno non passa, ma passa la luce che illumina l’appartamento o il volto della persona che si trova al riparo dall’altra parte, che guarda e spia che cosa succede fuori.

Ma, ecco che qualcuno si affaccia incuriosito. Mi guarda? No, forse no. Esamina come uno stratega che guarda le sue truppe sopra una mappa, come un giocatore di scacchi studia la grande scacchiera dove pedoni e macchine si muovono insieme e tutto scorre sotto i suoi occhi senza che lui possa intervenire. Il giocatore è fermo come il suo tempo, sotto è un continuo via vai di un tempo che scorre veloce.

Pian piano scende la sera, tutto per strada è buio, la luce del sole si sta esaurendo e sta crescendo a puntini nelle lanterne dei lampioni. E magicamente le finestre si accendono: ora la luce non entra dal vetro ma esce. Adesso so che dietro quella lastra fredda trasparente c’è qualcuno.

E lo posso vedere e non solo: ora non è più lui che guarda me, ma io che guardo lui.

Ora osservo tante storie, come tanti schermi televisivi che mi raccontano di vita, di persone e di luoghi. E non sono più sola.