Aniko Ferreira da Silva

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Aniko
Ferreira da Silva
Città
russi
Nome del gruppo
CaCO3
Nazione di nascita
italia
Provincia
Ravenna
Età
48
Profilo

ORGANICO / INORGANICO

 

Il gruppo CaCO3 nasce nel 2006 su iniziativa di tre mosaicisti dai percorsi eterogenei, Âniko Ferreira da Silva, Giuseppe Donnaloia e Pavlos Mavromatidis, che, dopo aver condiviso l’esperienza di formazione alla “Scuola per il Restauro del Mosaico” di Ravenna, si avvicinano con curiosità al linguaggio musivo.

 

Formula chimica del carbonato di calcio, o calcare, il nome CaCO3 fa riferimento ad una delle materie prime comunemente usata per la realizzazione di manufatti musivi, rivelando esplicitamente il valore fondamentale che l’elemento materico riveste nella ricerca del gruppo.

Lo studio e la pratica della tecnica tradizionale e il contatto diretto con le opere musive del passato, reso possibile durante gli anni di studio e l’esperienza di lavoro nei cantieri di restauro, contribuisce alla condivisione di una comune riflessione sugli aspetti formali del mosaico e alla loro rielaborazione, finalizzata alla ricerca di nuove possibili relazioni tra luce e materia.

 

L’unità d’insieme è una delle caratteristiche fondamentali di una composizione musiva. A garantire questa unità esistono da sempre una serie di regole, che funzionano come un’ideale grammatica formale condizionata da parametri diversi come andamenti, colore, dimensione delle tessere e interstizi.

A partire da queste regole la ricerca artistica di CaCO3 arriva a un importante punto di riflessione nel 2007, quando il problema della traduzione in mosaico della fotografia di un campo elettromagnetico di Berenice Abbott, trova un’efficace soluzione nell’uso della tessera inclinata, orientata nello stesso modo della limatura di ferro (Movimento n1).

 

Già negli sfondi dorati dei mosaici parietali bizantini è riconoscibile la volontà di amplificare l’interazione della luce con le tessere che venivano disposte, nel gesto d’allettamento, in modo leggermente inclinato rispetto al piano.

Sulla base di questa semplice osservazione, CaCO3 intuisce le grandi potenzialità “linguistiche” dell’inclinazione della tessera, risolvendole in mosaici originali e molto raffinati.

Modificando la forma delle tessere, a partire da quella classica dell’opus vermiculatum romano, e soprattutto variandone l’inclinazione con fine capacità esecutiva, CaCO3 propone un’interessante serie di composizioni, infinitamente variabili in funzione anche del tipo di materiale utilizzato e degli effetti di contrasto tra l’andamento dell’inclinazione.

 

Per chi guarda il tutto si traduce in un sorprendente e singolare esito d’insieme, capace di dare vita alla materia e trasformarla in qualcosa di organico; l’effetto è ulteriormente amplificato in alcuni casi dall’impressione di “movimento” che si crea al variare del punto di vista rispetto all’opera. In Movimento n7 per esempio l’andamento delle tessere fa sì che la percezione della profondità nel mosaico cambi in funzione dello spostamento dell’osservatore da destra a sinistra.

 

Le tessere si inclinano quasi fossero elementi vegetali mossi dal vento o dalla ricerca di luce.

La rappresentazione dello spazio e la resa della luce si ottengono senza fare necessariamente ricorso a variazioni cromatiche, sfruttando piuttosto il contrasto tra i diversi angoli di inclinazione delle tessere e l’effetto vibrante del rapporto tra infinitamente piccolo e infinitamente numeroso.

 

Studiando costantemente sia le forme del passato nei mosaici tradizionali che le forme della natura con le sue strutture organiche, CaCO3 si ispira nell’esecuzione dei propri lavori all’effetto visivo prodotto da moltitudini ferme o in movimento, masse, flussi, cortei, sul modello di agglomerati urbani o colonie biologiche, in cui la singola unità non si appiattisce nella superficie ma emerge attraverso l’azione di un “armonico contrasto” formale con le altre parti dell’insieme.

 

Testo: Silvia Loddo