Francesco Bianchi

Arti Visive
Grafica E Illustrazione
Francesco
Bianchi
Città
Parma
Nazione di nascita
Italia
Provincia
Parma
Età
39
Profilo
F R A N C E S C O B I A N C H I PRESENZA E A S S E N Z A Un procedimento intellettuale di selezione e raffinamento concettuale e visivo guida Francesco Bianchi verso la pittura. Anzi è proprio quest’ultima ha indirizzare la mente dell’artista verso un concetto ancora non rappreso nei pensieri e nei colori, ma che emerge chiaro e nitido come le sue piene campiture, spinto, senza furore, a scendere dal pennello alla tela, per farsi infine razionale espressione di un idea. La lenta e rigorosa meditazione personale del pittore è manifesta nei quadri di Bianchi, almeno quanto la quasi totale assenza di ogni segno visibile del fare pittorico. Pressoché immune alle ricerche “materiche”, alla poetica del “segno”, alle sperimentazioni visive, Bianchi si affida a un colore ad olio steso con pazienza e semplicità quasi ingenua, a contorni netti, a colori senza compromessi, a luci uniformi, in una onirica ma lucida lettura di una realtà unicamente immaginata. Se alcune tele mostrano una comunanza di intenti e sensibilità, più che un rapporto di derivazione, con il mondo dell’illustrazione, altre rivelano una fredda quanto inconsapevole vicinanza a un timido neo-espressionismo di lingua anglosassone, filtrato da un più sereno e regolare procedimento mentale, creativo e pittorico. Ma è indubbio che Francesco Bianchi non possa fare a meno di ritornare sul tema della casa, o meglio, è evidente che le componenti psicologiche ed affettive del pittore lo guidino costantemente in questa direzione. Ed ecco la Presenza: del limite degli affetti, della soglia del quotidiano, del confine dei sentimenti, della sicurezza, della protezione, della dolce prigione domestica dell’intimità e dei legami. Ed ecco l’Assenza: il limite che diventa nient’altro muro, la soglia che diventa frontiera, il confine che diventa incomunicabilità, il deserto, il silenzio assordante di uno spazio vuoto che soffoca il dolce di una prigione che diventa unicamente tale, senza finestre, con una porta che è prima di tutto barriera, prima che apertura. Ma è chiaro che, per Bianchi, le strade della solitudine non sono forti da spezzare quelle del dialogo, che provengono da lontano, ci attraversano, tagliano i nostri silenzi e le nostre voragini, dandoci un possibile percorso, un’opportunità, un filo di speranza a cui legare, come fili per gli aquiloni, le sicurezze e i dubbi, le certezze e le inquietudini, i mattoni e le crepe, del quotidiano più saldo, delle affettività più profonde.