MODENA  

LAPIDARIO ROMANO DEI MUSEI CIVICI
PALAZZO DEI MUSEI
Viale Vittorio Veneto 5
tel. 059/200125

CLAUDIA ASCARI

ROCCO BIZZARRI

ELISA TURCHI


 

 

testo critico a cura di Serena Goldoni

I resti dei monumenti funerari raccolti al Lapidario Romano dei Musei Civici di Modena, portatori delle idee e delle tradizioni di una civiltà che tutt'oggi affascina in maniera profonda, sono stati fonte di ispirazione per le opere presentate in questa edizione di Gemine Muse.
Claudia Ascari fa riaffiorare la figura del navarca, costruendo attorno alla sua essenza una veste sottile, eterea, fluttuante nell'aria. Egli ritorna, nei luoghi dove la sua esistenza si è compiuta, con passo leggero, quasi impalpabile, effimero, silente. Rimane però una presenza-assenza, sottolineata dall'incorporeità del materiale utilizzato, destinato al logorio del tempo, l'ennesima vestigia, feticcio terreno abbandonato dopo un rapido passaggio nel mondo dei vivi.
Rocco Bizzarri affianca due diversi modelli di vita lontani tra loro migliaia di anni, inserendo accanto alle steli funerarie una tavola da surf, emblema del mito californiano, che diviene allo stesso tempo simbolo di un precario equilibrio sulla linea di confine tra l'abisso e il mondo terreno, tra tangibile e intangibile. Lo sticker che completa il lavoro, acquista il valore di una epigrafe, appesantendo in maniera ancora più marcata la celebrazione di un costume.
Elisa Turchi, attraverso un'operazione di collage di alcune parti di steli, compone per se stessa, per gli artisti e per coloro che amano l'arte, una lapide. Colpita dalla tradizione romana di erigere, ancora in vita, steli commemorative che avevano il compito di far rivivere nella memoria dei posteri il ricordo del dedicante e tramandarne i suoi valori, costruisce con ironia un monumento destinato ad un area dedicata a coloro che sono vicini al fare artistico; simulando il suo ritrovamento ed inventando intorno ad esso un preciso percorso di ricerca, avvicina l'opera ancora di più al significato profondo che conservano le steli originali.

 

LAPIDARIO ROMANO DEI MUSEI CIVICI/PALAZZO DEI MUSEI

MONUMENTO FUNERARIO

Parte di monumento funerario con raffigurazione di prora di nave, fine I secolo a.C.
h 66, largh 75, spess 26


Blocco lapideo lavorato a forma di prora di nave rostrata. Sormonta i rostri una protome ferina, forse di lupo, che tiene tra i denti un anello, ai lati sono raffigurate armi corte da taglio del tipo in uso in età repubblicana. La prora poggia su di un basamento modanato desinente in due pulvini con testata decorata da un uccello che stringe nel becco una lucertola. Evocatore di vittorie determinanti nella storia politica di Roma, il motivo della prora di nave poteva assumere, nel repertorio della scultura funeraria, una connotazione personale, quale richiamo all'attività svolta in vita dal defunto. Sulla base di confronti iconografici con elementi di navi rostrate presenti a Ostia, Cirene e Aquileia è possibile ipotizzare che il monumento modenese fosse dedicato ad un comandante di flotta.
Il blocco è stato rinvenuto nel 1998 con altri resti di monumenti romani di età protoimperiale riutilizzati in età tardo antica come massicciata in un ripristino della Via Emilia in un'area che gravitava sulla necropoli orientale di Mutina.

CLAUDIA ASCARI

Claudia Ascari nata a Carpi (MO) nel 1975, vive a Rovereto s. S. (MO). Consegue il diploma in Grafica pubblicitaria e Fotografia presso l'Istituto d'Arte "A. Venturi" di Modena e il Diploma in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna. Partecipa a diverse mostre personali e collettive a livello nazionale.
kla.a@libero.it

 


Il navarca: un pomeriggio d'autunno di vita silente,
installazione, carta, acqua, farina, zucchero, cm 65x150, 2003


STELE FUNERARIA

Stele di Caius Samius Crescens, fine II secolo d.C.
inizi III secolo d.C., h 215, largh 60, spess 15


Stele parallelepipeda dotata di piede per l'infissione. Nella parte superiore, entro un frontoncino, è resa a bassorilievo un'aquila; ai lati del timpano sono due delfini contrapposti. In basso, sotto l'iscrizione, è scolpito un motivo architettonico ad archi che racchiudono trofei militari: a sinistra un elmo e una spada, a destra uno scudo con incise due folgori e dietro una lancia. Gli elementi decorativi sono resi a rilievo bassissimo. Il monumento ricorda due fratelli, Caius Samius Crescens e Caius Samius Fortis, entrambi militari a Roma, anche se in corpi di truppa diversi; Crescens morì avendo già dato disposizioni per la propria sepoltura; al fratello che gli sopravvisse, spettò la cura dell'esecuzione testamentaria.
La stele fu recuperata nel 1961, in seguito a lavori di aratura, a poche centinaia di metri a sud della Pieve di Ganaceto (MO).

ROCCO BIZZARRI

Rocco Bizzarri nato a Carpi (MO) nel 1971, vive e lavora tra Modena e Milano. Ha conseguito il Diploma d'Arti presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna. Ha partecipato a numerose mostre, personali e collettive a livello nazionale e internazionale, tra cui, nel 1999, la IX Biennale dei Giovani Artisti dell'Europa e del Mediterraneo a Roma.
roccobiz@libero.it

 


Camera lenta. california dreaming: the end,
installazione, tavola da surf, stiker, dimensioni variabili, 2003


STELE FUNERARIA

Stele di Lucius Rubrius Stabilio Primus, , fine I secolo a.C. - prima metà I secolo d.C.
h 221, largh 60 spess 27-30


La stele, a pseudoedicola, poggia su di un basamento quadrangolare al quale è ancorata da due grappe fissate con colature di piombo sui due lati brevi. La fronte è ripartita in zone distinte: in alto il timpano con gorgoneion reso a rilievo schiacciato, sotto i ritratti di due coppie di defunti, più in basso lo specchio epigrafico. I ritratti del padre e della madre del dedicante sono scolpiti all'interno di due nicchie evidenziate da archetti. Nella sottostante cavità rettangolare è raffigurato il dedicante accanto alla compagna. I nomi dei personaggi sono incisi sulle fasce risparmiate in alto e sotto i ritratti. Lo specchio epigrafico sottostante contiene l'iscrizione inquadrata da due colonnine tortili con capitello corinzio. Nei due lati brevi, in alto, si trovano altri due ritratti, uno maschile ed uno femminile, appartenenti ai due fratelli del dedicante. Lucius Rubrius Stabilio Primus, figlio di Lucio erige il monumento ancor vivo a tutta la sua famiglia: ai genitori, alla compagna Methena e ai fratelli.
La stele è stata rinvenuta nel 1999 nell'area della necropoli orientale di Mutina

ELISA TURCHI

Elisa Turchi nata a Carpi (MO) nel 1975, dove vive e lavora. Ha conseguito il Diploma in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna e ha frequentato l'Hochschule der Kunste a Berlino. Ha partecipato a numerose mostre vincendo importanti premi, tra cui, nel 2001, il premio "Portfolio, Giovane Fotografia in Italia".
eliturchi@libero.it

 


Ritrovamento 2003,
installazione, stampa digitale, 2003

LINKS

www.comune.modena.it/gioarte
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www.comune.modena.it/palazzodeimusei