Alessandra Luisa Covini

Alessandra Luisa Covini

Destinazione

Rotterdam - Netherlands

Periodo
-
Partita
Il progetto (e info su ente)

Installazione di un padiglione temporaneo per festival 'Temporary hermitage 2016' nei giardini di un'isola nel porto di Rotterdam, Olanda. Il progetto è stato selezionato tramite un bando di concorso per artisti, architetti e neolaureati dell' Universita di Architettura di Delft. Il progetto prevede l' installazione del padiglione in diverse fasi e la collaborazione artistica e tecnica con artisti e architetti olandesi.

ENTE INVITANTE

La fondazione d’arte ‘Kunsteiland Stichting’ organizza progetti culturali e artistici dedicati a un ampio pubblico, in un ambiente che unisce professionisti di diverse discipline e nazionalità.

Intervista

di Michele Prencipe

Il tuo progetto prevede la realizzazione di elementi architettonici legati al tema del giardino. Da dove nasce quest'idea?

Ho approfondito il tema del giardino durante i miei studi a TUDelft e in particolare con la mia tesi di laurea sui giardini di Istanbul.
Mi ha sempre affascinato come il giardino abbia rappresentato in diverse culture significati simbolici, allegorici, letterari, filosofici, religiosi che ne hanno determinato per secoli il fascino e la fama. Siepi, radure, gruppi di alberi, passaggi, fontane, grotte, chioschi e padiglioni recano con sé significati profondi di soglia, labirinto, recinto sacro, riflessione del divino.
Mi ha sempre affascinato come per esempio nei giardini rinascimentali e barocchi italiani, come Bomarzo, Tivoli, Boboli il layout architettonico del giardino, e i suoi elementi architettonici siano una trasposizione materiale di narrative e mitologie.
In particolare vorrei analizzare forme architettoniche dei giardini orientali, origine e archetipo dei giardini di altre epoche e culture. Durante la tesi sui giardini di Istanbul ho imparato come il giardino islamico, rappresentazione terrestre del giardino dell’Eden, venisse rappresentato tramite motivi simbolici e floreali in artefatti artigianali islamiche, come ceramiche, tappeti, tessuti, manoscritti.
Il mondo dei giardini antichi orientali è oggi quasi del tutto scomparso, ma sussiste nelle sue rappresentazioni. Per questo vorrei studiare le miniature persiane che rappresentano il mondo dei giardini, e altri artefatti in cui il giardino è rappresentato, come i ‘tappeti giardino’ che astraggono nei loro simboli, elementi architettonici dei primi giardini.
Tramite questo studio, vorrei creare una serie di nuovi elementi architettonici che insieme costituiscano un nuovo spazio, un giardino astratto, pietrificato, con forme cariche di valore simbolico, capace di suscitare sentimenti di serenità, sorpresa, inquietudine, esaltazione, mistero.

Come realizzerai questi elementi?

Realizzerò gli elementi in cemento colorato, utilizzando sabbie di diverse consistenze e colore, tecniche di lavorazione e finitura differenti. Inizierò con una serie di esperimenti in piccola scala insieme a un mio collega, Tomas Dirrix, insieme a cui produrrò gli elementi architettonici. In questa fase collaborerò con esperti del settore, di TuDelft o aziende di cemento olandesi per la produzione finale degli elementi.
Il primo passo sarà quello di lavorare con casseforme realizzate con scavi nella terra. Questo metodo creerà infatti manufatti unici. Nessuna forma sarà uguale all’altra, dato che gli scavi sono realizzati a mano, e la terra reagirà con il cemento in maniera sempre diversa.
Questa tecnica è anche legata al concetto del progetto e all’idea del giardino come ‘bassorilievo’; il terreno di un giardino viene costantemente lavorato e scavato. Il  giardino infatti non è solo un luogo di mistero e ispirazione, ma anche uno spazio di produzione, in cui il terreno viene coltivato, seminato e scavato non solo per fiori e piante ma anche permeato da complessi sistemi di irrigazione.
Il giardino infatti è una delle prime infrastrutture create dall’uomo, attraverso scavi, complessi sistemi idrici come luogo di produzione e come infrastruttura nel territorio, in origine, nel deserto. Molte delle nostre citta, oggi cementificate, sono nate da giardini.

I tuoi lavori saranno presentati durante la Dutch Design Week. Come sei entrata in contatto con questa realtà? Cosa ti aspetti?

Sono stata invitata a partecipare alla Dutch Design Week nella mostra sui talenti emergenti grazie ad una borsa per giovani architetti e designer che ho vinto dopo la laurea.
Sarà la prima volta che un mio lavoro verrà esposto al pubblico come installazione. Mi aspetto di ricevere commenti stimolanti che mi aiutino a capire quali saranno i passi successivi al progetto. Infatti, oltre a essere una ricerca sui giardini e i materiali, è anche un ‘manifesto’ di cosa vorrei sviluppare in architettura in futuro.
Spero che riceverà la giusta visibilità e verrà pubblicato in riviste di architettura e design, verrà notato da professionisti del settore, come galleristi, architetti, storici dell’ arte, e che mi possa portare a progetti futuri.
Sarà anche la prima volta che seguirò un progetto in tutte le sue fasi, da quella di promozione, ideazione, ricerca, concept, design, autoproduzione, installazione e comunicazione.