Alice Tatge

Danza
Musica
Teatro

Alice Tatge

Destinazione

Wien/ Vienna - Austria

Periodo
-
Tornata
Il progetto (e info su ente)

Partecipazione al DanceWEB Scholarship Programme ed ImPulsTanz Festival 2016, come rappresentante Italiana all’estero. Artista selezionata tra 1013 richieste internazionali. Questa opportunità prevede:

  • Partecipazione nei laboratori di ricerca esclusivamente offerti ai membri di DanceWEB16.
  • Accesso a tutte le produzioni, performance e convegni presenti all’interno del festival.
  • Mentoring artistico da parte dell'artista Tino Sehgal & del suo team.
  • Scambio artistico e networking internazionale con professionisti del settore.
  • Rappresentazione nel database internazionale del festival.

ENTE OSPITANTE

DanceWEB è una organizzazione non-profit con sede a Vienna, fondata nel 1996, nata per realizzare progetti per migliorare le possibilità professionali per coreografi emergenti insieme a organizzazioni partner come CCN Montpellier, Ultima Vez, Cullberg Ballet, Southbank Centre.

Intervista

di Michele Prencipe

Tra 1013 richieste internazionali, sei stata selezionata per rappresentare l’Italia al DanceWEB Scholarship Programme ed ImPulsTanz Festival 2016: come ti senti? 

Mi sento molto fortunata e sono felice di avere l'opportunità di collaborare con artisti e coreografi che sono interessati all'intersezione tra danza e altre discipline artistiche. Da anni, infatti, per quanto riguarda le coreografie, lavoro non soltanto sulle performance ma anche con diversi altri media che vanno dal video all'installazione e tutto questo avviene nei più svariati contesti. Per me è molto importante essere circondata da artisti che lavorano con questa commistione e avere la possibilità di confrontarmi con diverse modalità di lavoro creativo.

Il DanceWEB costituisce sicuramente un momento importante di formazione. Quali workshop seguirai durante il suo svolgersi e su quale ambito ti concentrerai? 

Mi concentrerò su progetti di ricerca e workshop che hanno a che vedere principalmente con le relazioni che intercorrono tra il corpo e i  processi socio-politico-economici che lo circondano, includendo politiche di attivismo “queer” e la club/techno/trance culture, nonché artisti che lavorano sull’intersezione tra danza e installazione. Tra gli artisti con cui lavorerò ci saranno Simone Aughterlony; Jen Rosenblit e Miguel Gutierrez; Meg Stewart; Pawel Althamer; Artur Zmijewski; Marten Spangberg e Tino Sehgal, con cui collaboro dal 2012   e con cui lavorerò a Parigi da ottobre a dicembre 2016 nella sua retrospettiva al Palais De Tokyo .

La partecipazione al DanceWEB ti offrirà anche il mentoring dell’artista Tino Sehgal e del suo team: quale progetto svilupperete insieme?

Non si tratta specificamente di sviluppare un nuovo progetto, bensì di continuare un discorso coreografico e cristallizzare un certo tipo di rapporto tra quello che è coreografia e la relazione che il corpo coreografico ha con lo spettatore e l’opera artistica. Tino Sehgal è stato molto bravo nel creare un gruppo di giovani artisti eclettici e multimediali e il rapporto tra i DanceWebbers è già molto forte, nonostante siano passati pochissimi giorni dall’inizio del DanceWEB. Ora ci stiamo orientando verso una commistione tra media e modi di lavorare con il corpo che vadano oltre un tradizionale rapporto con la composizione coreografica e le consuete  ‘regole’ di comportamento.

Resoconto

di Michele Prencipe

Come si sono svolte le attività all'interno di DanceWeb?

Le attività di DanceWeb si sono articolate in un’incredibile varietà di workshop, progetti di ricerca, performance, mostre, concerti, feste e dj set. Una tipica giornata era costituita in media da due o tre laboratori, oppure da un laboratorio e un progetto di ricerca a cui seguivano due o tre spettacoli per sera, senza contare tutti gli eventi collaterali, per una vera e propria immersione totale.
Tra le esperienze più significative posso menzionare gli incontri con Meg Stuart, Benoit Lachambre, Simone Aughterlony, Jen Rosemblit, Miguel Gutierrez; I percorsi di Ester Salomon, Tacita Dean, Sri Louise, Archie Burnett, Réene Copraij, Michele Rizzo, Asad Raza, e moltissimi altri, nonché i progetti di Mårten Spångberg, e Tino Sehgal  con i quali ho lavorato in passato e che considero mentori di un percorso compositivo di commistione fluida e non settaria e/o gerarchica delle arti.

Collaborare con Tino Sehgal e il suo team in che direzione ha portato il tuo lavoro di ricerca?

Tino Sehgal, insieme a Louise Höjer e Rio Rutzinger, direttore artistico di DanceWeb, hanno curato un programma di performance e progetti di ricerca sul rapporto tra la danza e le arti visive chiamata ‘Dance X Visual Art’  che ha avuto un fortissimo riscontro sul mio processo personale di ricerca.
Adesso inizia per me un lungo periodo di riflessione, non solo su tutte le impressioni ed esperienze vissute durante DanceWeb, ma anche dei territori performativi su cui penso ci si debba addentrare come nuova generazione di registi e coreografi. DanceWeb ha confermato in me l’importanza di lavorare in modo inter-generazionale: imparare dagli artisti che sono venuti prima, ma anche dare spazio agli artisti più giovani e alle loro tendenze; comprendere come proseguire in un futuro immediato che tiene conto di tutte le esperienze come valide, sia che il tuo lavoro sia riconosciuto e apprezzato dalla critica, sia che tu sia l’underdog anarchico che preferisce la solitudine introspettiva ai riflettori mediatici.

In che modo quest'esperienza ha lavorato dentro di te? 

Penso che l’impatto di tutte queste esperienze si vedrà negli anni a venire, a livello sia personale, sia delle collaborazioni che proseguiranno con i miei colleghi ‘DanceWebbers’, provenienti da più di 60 paesi e sparsi per tutto il mondo. In questo senso la rete di connessioni e possibilità è veramente infinita.
Per quanto riguarda il mio percorso personale, ho sicuramente intenzione di proseguire il mio lavoro di ricerca sull’intersezione tra danza/movimento e arti visive e la necessità di trovare spazi all’interno dei quali si possa collocare un’ investigazione più ampia sulle tematiche del gender.
Continuo a riscontrare negli anni, in modo particolare nelle grandi produzioni e nella programmazione all’interno dei festival, una prevalenza di performance create da uomini bianchi ed etero, principalmente nella fascia di età tra i 40 e 50 anni, che hanno un certo tipo di visione del corpo - sopratutto quello femminile - e un certo tipo di rappresentazione della sessualità. In questo senso, trovo che sia assolutamente fondamentale dare una maggiore visibilità a punti di vista che presentino un’alternativa a questa visione eteronormativa, neoliberale e omocentrica che permea così fortemente la nostra società contemporanea. A tal riguardo, penso che abbiamo ancora tanto su cui lavorare.
Indubbiamente il desiderio di destabilizzare lo status quo mi dà l’energia necessaria per continuare a creare, nonostante la mancanza di fondi e le condizioni precarie e nomadi che costituiscono il modo di fare arte oggi.