Gabriele Cosmi

Musica

Gabriele Cosmi

Destinazione

Strasburgo - France

Periodo
-
Tornato
Il progetto (e info su ente)

Gabriele è stato selezionato, attraverso concorso, per partecipare all'Academy indetta dal Festival Musica di Strasburgo, presieduta da Philippe Manoury, uno dei più affermati compositori viventi. I compositori selezionati sono chiamati a comporre un nuovo brano che rientra nella programmazione ufficiale del festival. Durante l'Academy i giovani compositori hanno la possibilità di discutere del proprio lavoro con il maestro Manoury, e sopratutto poter assistere alle prove della nuova composizione con musicisti di fama internazionale.

ENTE INVITANTE

Nato nel 1982, Musica è il festival internazionale delle musiche di oggi che si tiene a Strasburgo

Intervista

di Michele Prencipe

L’Academy del Festival Musica di Strasburgo e la presenza di Philippe Manoury: un bel punto di partenza. Com’è cominciata questa storia?

Ho conosciuto il maestro Manoury circa tre anni fa durante la finale del Concour International de Geneve per la quale ricopriva la carica di giurato. Venne eseguita una mia composizione, Geghard II, concerto per flauto ensemble, interpretato da Felix Renggli e l'Ensemble Contrechamps, diretto da Gregory Charette. Dopo questa occasione, non ho più avuto modo di incontrare il maestro fino a circa sei mesi fa, quando mi ha invitato a partecipare all'Academy del Festival Musica Strasbourg. A quel punto ho iniziato a lavorare ad En une seule heure, per soprano, due pianoforti e due percussionisti, che verrà presentato in prima esecuzione assoluta all'interno del programma del Festival Musica.

Puoi darci qualche anticipazione sulla composizione a cui lavorerai durante il periodo dell’Academy?

En une esule heure è una composizione a cui tengo particolarmente. Attraverso cinque scene musicali, la voce del soprano fa galleggiare nel nostro presente percettivo versi appartenenti a "passati" diversi. Si parte dalla caduta di Babilonia descritta nel libro dell'Apocalisse, per approdare all'Orestea di Eschilo, arrivando, in epoca moderna, a una frase di Sandro Pertini che credo suggerisca in modo efficace una via per superare le drammaticità che hanno caratterizzato l'esperienza umana di ieri e sopratutto di oggi: «Nella vita talvolta è necessario saper lottare, non solo senza paura, ma anche senza speranza». Ho trovato una forte sintonia con questo testo e trovo impressionante che, sostituendo il nome Babilonia con il nome Europa (l'Europa dei nostri giorni), il testo – incredibilmente drammatico (apocalittico per l'appunto) – risulti assolutamente credibile e coerente con la nostra società. Anche musicalmente vi è il desiderio di far emergere alcuni archetipi musicali appartenenti alla nostra storia, alla nostra cultura, facendoli vivere in un ambiente di risonanza che respira l'aria della contemporaneità. Il mio desiderio era quello di sfumare i contorni tra presente e passato, immaginare un passato incredibilmente lontano. Un passato del quale non abbiamo un ricordo nitido, ma solo ombre e sensazioni. Un canto arcaico, pulsioni ritmiche primitive, fibrillazioni primordiali che ci rimandano a un mondo scomparso e, al contempo, a uno ancora tutto da costruire (o forse da ricostruire).

La tua composizione verrà inserita nella programmazione del Festival: come ci si sente? 

È sicuramente una bella sensazione e indubbiamente sono grato agli splendidi interpreti che stanno lavorando alla mia composizione. Per i compositori della mia generazione, essere presenti in programmazioni straniere è qualcosa di abituale, anzi spesso diventa un evento essere programmati in terra natia. 

Io ho seguito un percorso inverso: la mia musica in questi anni ha avuto una discreta circuitazione nei festival e nelle stagioni italiane e meno in quelle straniere. Fare un'esperienza all'estero ha svariati motivi di interesse per me. Credo che la sensazione che più mi ha accompagnato in questa esperienza sia una certa fierezza della nostra italianità. Parlando con tantissimi compositori e musicisti provenienti da diversi paesi del mondo, ho notato che noi compositori italiani godiamo di una stima smisurata. Forse proprio dalla nostra amata Italia, così in difficoltà in questo momento, può nascere una nuova presa di coscienza, un'acquisizione di identità, su ciò che siamo, sui nostri valori, che può portare l'Italia a essere ancora una volta un centro importante per la creatività contemporanea. Forse è proprio dalla crisi che può nascere un reale desiderio di rivalsa.  Chi meglio di noi può farlo?

Resoconto

In che modo la collaborazione con Philippe Manoury ti ha aiutato nello sviluppo di "En une seule heure"?

Ho terminato la composizione diversi mesi prima dell'inizio dell' Academy a Strasburgo. Per cui la collaborazione con Manoury non c'è stata realmente. Durante la mia permanenza, abbiamo avuto degli incontri in cui ho ricevuto piccoli consigli da parte sua, ma su questioni di dettaglio.

Festival Musica: quali sono state le cose che ti hanno più impressionato e come ha reagito il pubblico al tuo lavoro?

Diverse cose mi hanno impressionato: ad esempio, uno splendido concerto alla cattedrale di Notre Dame, nel quale è stata eseguita, suppongo in prima esecuzione francese, una composizione per coro ed orchestra di Pascal Dusapin; e un magnifico lavoro per ensemble vocale, di Salvatore Sciarrino. Due composizioni, a mio giudizio, davvero straordinarie. Per il resto devo dire di essere stato meno sorpreso. Per effetto della globalizzazione, spesso tutti i festival si assomigliano, nei pregi e nei difetti, anche se si trovano in aree geografiche differenti. Anche la musica dunque ne risente. Poiché spesso si hanno esperienze di studio all'estero, capita che la musica di un compositore cileno sia molto simile e quella di un compositore tedesco e così via. Un aspetto che, secondo me, era fortemente percepibile seguendo il festival.

Il Festival Musica indubbiamente rappresenta un momento importante nella carriera di un compositore. Dopo questo traguardo cosa ti aspetta?

Chiusa l'esperienza strasburghese, mi attendono nei prossimi mesi diversi appuntamenti: il 7 ottobre è programmato, in prima esecuzione italiana, al Festival Biennale di Venezia, Geghard II per flauto solista ed ensemble. È stato un lavoro che ho scritto nel 2013 per l'Enesemble Contrechamps di Ginevra e si tratta per me di un brano importante, perché da quella esperienza è iniziato un percorso compositivo più consapevole. Sono felice che venga proposto anche in Italia, dai solisti dell'orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino. 

Il 19 novembre invece ci sarà una prima esecuzione assoluta, commissione del Festival Milano Musica, per quartetto di saxofoni, che verrà eseguito al Planetario Hoepli di Milano, in una serata dedicata al rapporto tra suono, luce e spazio.

Il 13 dicembre invece, su commissione del Festival Nuova Consonanza di Roma, verrá presentato, in prima esecuzione assoluta, Trio n.2. Interprete della composizione sarà l'Arcus Ensemble di Vienna, che riproporrá, il giorno seguente, la composizione anche a Milano. Infine, a inaugurare il 2017, ci sarà una nuova prima esecuzione: un concerto per pianoforte ed ensemble, scritto per Andrea Rebaudengo e l'Ensemble Sentieri Selvaggi diretti da Carlo Boccadoro. Il brano verrà eseguito il 17 ed il 19 gennaio rispettivamente alla Società del Quartetto di Milano ed alla Filarmonica Romana, entrambe committenti dell'opera.

di Michele Prencipe