Giulio Lanzafame

Circo

Giulio Lanzafame

Destinazione

CORCONNE - France

Periodo
-
Tornato
Il progetto (e info su ente)

IL PROGETTO

TRAMP (Titolo provvisorio) è uno spettacolo di circo inondato dal clown. Giulio Lanzafame ha un eccellente formazione in discipline circensi, ora per migliorare il proprio spettacolo la compagnia ONARTS ha bisogno di perfezionare le competenze tecniche in clown e attore circense, per questo vorremmo un contributo per partecipare a uno stage di formazione in materia presso la scuola Nez Dames in Francia http://www.nezdames.com/ Il periodo di formazzione si divide in 2: primo approccia alla creazione di 10 giorni e un secondo momento di approfondimento sulla disciplina di 8 giorni.

ENTE OSPITANTE

I corsi di formazione della Ecole Nez Dames sono rivolti a tutti i professionisti dello spettacolo e a coloro che desiderano diventarlo. Ogni stage è limitato a 14 partecipanti. Durano da 6 a 10 giorni e affrontano l'arte clownesca.

Intervista

Il circo sembra un’arte uscita dalle fiabe e poca gente ne conosce il dietro le quinte. Tu come ti sei avvicinato all’arte circense?

Io mi sono avvicinato all’arte circense quasi per sbaglio quando avevo 8 anni, ho lanciato delle palline in aria imitando mio fratello. Ho lasciato praticamente subito quel passatempo, preferivo cose più dinamiche. Poi, quando avevo 16 anni, ho visto un artista di strada che si esibiva in un parco a Catania, la città in cui sono nato e cresciuto, ho pensato “bello quello che fai, lo so fare pure io”. Dopo lo spettacolo mi sono fermato a chiacchierare con lui e ci siamo dati un appuntamento per rivederci e giocolare insieme, lui è diventato uno dei miei migliori amici e una persona che ancora è un punto di riferimento nella mia vita.

Da piccolo mi sono sempre affascinato al mondo del circo, il mondo nomade del viaggio, gli animali, poi con l’età mi sono reso conto che non è tutto oro quello che luccica, ma la poesia e l’immaginario rimangono sempre uguali anzi si rinforzano e si definiscono sempre più e sempre in maniera più individuale e unica, portando a galla la mia poetica personale come artista e interprete.

Hai studiato sia a Torino che in Canada, quali differenze hai visto tra queste due nazioni nel loro approccio al circo?

La differenza tra il Canada e l’Europa è sostanziale. L’Europa ha cominciato a fare circo nel 1800 Circa ed è riuscita ad evolvere diversi stili artistici, in Canada la compagnia più vecchia è il Cirque Du Soleil che nasce nell’84, penso che questo sia una differenza sostanziale.

Non mi reputo un critico del circo, ma l’approccio al circo è radicalmente diverso il Canada pensa ad un circo tecnico figlio del teatro di strada e volto a stupire il pubblico mostrando il circense come un super eroe capace di fare tutto, in Europa ci siamo allontanati da questa visione e ci siamo sempre più avvicinati al circense umano e non straordinario.

Comunque la formazione canadese è una formazione superiore (in Canada viene considerato un titolo di studio universitario) mentre quella italiana viene considerata una scuola preparatoria (visita il sito fedec http://www.fedec.eu/fr/ per avere un idea più approfondita).

Scuola superiore sia per prestigio che per formazione artistica e tecnica: le ore di disciplina sono superiori e il numero degli allievi rispetto ai professori inferiore, la scuola canadese mette molta attenzione al progetto finale affinché possa essere un progetto capace di entrare nel mondo del lavoro.

Questo differenza di stili penso sia anche sintomo di come le nostre due diverse culture, ripeto non sono ne un critico ne un sociologo quindi prenderei questa differenza con molta cautela


Cosa vuol dire essere Clown per te?

CLOWN…..

il clown non è un personaggio ma una persona

Il clown è colui che riesce a far ridere di sé con sé

Il clown è colui che riesce e mettere in gioco l’umanità

Il clown è colui che non cade ma rimbalza

Il clown è colui che vive al 100% volendo dare sempre il meglio

Per me essere un clown è andare in scena a giocare con la mia umanità regalando le mie emozioni al pubblico

Per me essere un clown vuol dire essere sempre onesto con me stesso e non nascondermi dietro finzioni

Per me essere un clown in scena è rispondere sempre alla domanda “Cosa Mi fa?” e “Come Mi sento?”

Per me essere un clown è diventare uno con il pubblico che attraverso me vede se stesso, attraverso le situazioni che vivo io il pubblico è capace di dimenticare se stesso.

Non saprei cosa aggiungere per me il clown è colui che vive in scena senza nascondersi e senza avere paura, vivendo sempre tutto con stupore per la prima volta. Il clown è il vecchio che ritorna bambino il bambino che gioca a diventare grande.

Resoconto

Lo stage a cui hai partecipato comprendeva anche una parte di formazione. È vero che non si smette mai di imparare?

Durante la residenza/stage stavo sicuramente imparando, imparavo aconoscere e sviluppare il mio personaggio e imparavo nuove tecniche di scrittura e di comicità. La tecnica che abbiamo sviluppato di più erano gli incidenti: creare un incidente e renderlo reale seguendo la logica delle reazioni reali e quotidiane. In ogni incidente nella vita reale c’è l’urto, la sorpresa, la reazione, e la soluzione esempio urto qualcosa mi spavento reagisco a quello che è successo e reagisco. Nel clown l’unica cosa che aggiungiamo è la mis-direction cosi quando cerchiamo di far guardare il pubblico da qualche parte diversa dall’incidente cosi possiamo fare un incidente più piccolo e non farci male. Durante questa residenza ho imparato a scrivere gli incidenti e inserirli nello spettacolo.

Come è andata la preparazione dello spettacolo TRAMP (Titolo provvisorio)? Quale ruolo ha avuto la residenza in questo lavoro?

Questa residenza è stata fondamentale. Abbiamo aggiunto la scrittura del personaggio (far capire al pubblico cosa pensa e cosa prova il personaggio) e abbiamo affrontato il principio della drammaturgia dello spettacolo quindi la logica della storia tra una scena e la successiva. Non penso che abbiamo finito sicuramente verso la seconda metà dello pettacolo manca qualcosa ma a ottobre durante la prossima residenza sicuramente la troveremo, non credo che smetterò mai di lavorare a questo spettacolo ma questo è un altro argomento. Comunque come risultato pratico lo spettacolo è passato da una durata di 45 a 60 minuti circa il che vuol dire che in Italia può fare serata e essere venduto in teatro. Inoltre un festival importante nella città di Ales mi ha chiesto la mia disponibilità per il mese di Giugno 2018 purtroppo era già impegnato ma cercherò di tenere la cosa in caldo per il 2019.