Melissa Destino, Francesco Piarulli

Danza
Musica

Melissa Destino, Francesco Piarulli

Destinazione

Bruxelles - Belgium

Periodo
-
In partenza
Il progetto (e info su ente)

Eyjafjallajökull è un progetto espositivo dislocato tra Italia, Giappone e Belgio. È un progetto che mette in relazione differenti discipline artistiche ma non è regolato dalle dinamiche del mercato. Eyjafjallajökull è un progetto per la realizzazione di una mostra partecipata e itinerante che coinvolge una curatrice, un designer/fotografo, un videomaker e una performer accomunati dalla volontà di indagare i limiti artistici della propria esperienza professionale. Il progetto muove da un piccolo archivio visivo sul Giappone che raccoglie i frammenti delle testimonianze e delle impressioni.

ENTE INVITANTE

Komplot, Belgio

Intervista

di Alessio Posar

Da dove viene l'idea per Eyjafjallajökull?

L'idea per la mostra Eyjafjallajökull è nata dal viaggio in Giappone che Francesco ha fatto nel 2010.
Insieme ai suoi compagni di viaggio (tra cui anche Flavio D’Amico, il cui lavoro è presente in mostra) Francesco ha indagato il paesaggio attraverso la macchina fotografica. Partendo da questo materiale abbiamo costruito una mostra sul condizionamento ambientale, sulle traiettorie geografiche, teoriche e temporali, sugli spazi tra le cose, utilizzando come strumenti la ripetizione e la mobilità.

E voi due, invece? Com'è nata la vostra collaborazione?

Francesco ed io ci siamo conosciuti all'ISIA di Urbino nel 2008, dove abbiamo studiato grafica per l'editoria e fotografia con Guido Guidi e Simone Casetta. Avevamo cominciato a parlare di questo progetto già qualche anno fa, quando Francesco mi aveva mostrato le sue foto e pensava di farne un libro. Ne abbiamo parlato a più riprese nel corso degli anni e quest'anno ci abbiamo lavorato in maniera più consistente da gennaio dal momento in cui ero stata invitata come guest curator da Komplot.

Come siete entrati in contatto con Komplot?

Sono entrata in contatto con il collettivo di curatori di Komplot già nel 2015, appena arrivata a Bruxelles. Con Sonia Dermience, la direttrice dello spazio, avevamo già collaborato durante lo scorso anno per un altro progetto. A Gennaio 2016 mi hanno invitato a organizzare una mostra come curatrice esterna al collettivo. 

Resoconto

di Alessio Posar

Com'è stata accolta Eyjafiallajökull?

Eyjafiallajökull è stata accolta bene: i visitatori hanno trovato interessante il modo in cui abbiamo pensato alla selezione delle fotografie e dei video, e alla forma della mostra in sé. Anche la performance è stata molto apprezzata, ha permesso di attivare la struttura e di ripensare ai contenuti dichiarati e latenti delle selezioni. 

Italiani che indagano il Giappone, in Belgio. Ci sono state perplessità, domande, punti di vista particolari?

Ci hanno chiesto il perché del titolo: tutti si ricordavano il nome del vulcano che ha eruttato nel 2010 in Islanda e sono rimasti incuriositi dalla connessione fatta con il Giappone. Abbiamo pensato al titolo come a un dispositivo per parlare dei rimandi e delle traiettorie sulle quali la mostra è stata costruita. Anche le stampe delle diapositive del 1962 inserite tra le fotografie di Francesco hanno creato un senso di straniamento/spaesamento (cosa che cercavamo). Sia il titolo che alcune delle immagini riportavano, per diverse ragioni, al di fuori del Giappone. Molti visitatori hanno chiesto a Francesco del suo viaggio e hanno commentato il carattere – allo stesso tempo specifico e generico – delle sue fotografie, confermando così la riuscita dei meccanismi alla base di questo progetto. Un punto di vista univoco (ma non unico) sui soggetti rappresentati che sono dislocati spazialmente, temporalmente e semanticamente. Alcuni visitatori si sono soffermati sul funzionamento della struttura espositiva, sulla possibilità/impossibilità di “attivarla” in maniera partecipativa.

Quali sono i vostri nuovi progetti? 

Stiamo pensando di fare una pubblicazione contenente le fotografie della mostra e altre che non sono state esposte. Per il resto ho in mente un altro paio di mostre. Nel frattanto ho cominciato a lavorare in una galleria d'arte contemporanea e a studiare per un dottorato a Vienna. Francesco lavora nel dipartimento Rai Digital: Design, Interfacce e Usability e come graphic designer e fotografo freelance.