ON BOARD > 2017: interviste e report dalle residenze

ELENA MAZZI

Nata a Reggio Emilia 25.01.1984
Vive tra Reggio Emilia e Venezia
www.elenamazzi.com



 

  • ENTE OSPITANTE: Montesanto 3, Quartiere Intelligente, Napoli
  • TEMA DEL PROGETTO: A che serve parlà si nisciuno te dà aurienzio? è un progetto che prende in esame le dinamiche che stanno alla base dei processi identitari. L’idea è di affrontare questi spazi su due piani: attraverso l’osservazione diretta e la raccolta di materiale mediante interviste ed altra forme di annotazione, quali disegni, appunti ed oggetti, e quello dello studio della produzione culturale della comunità presa in considerazione.



1. Come ti sei avvicinata all’oggetto di studio della tua residenza? Da dove nasce la tua idea?

Da tempo mi interessava lavorare nel contesto napoletano, che trovo al momento in fermento e cambiamento culturale. Per questo negli ultimi anni sono passata spesso ad osservare l’attività di centri, residenze, studi d’artista, nuove realtà, con sempre più curiosità. Verso maggio dello scorso anno sono stata invitata a partecipare alla residenza MontesantoArte, promossa dal Quartiere Intelligente, centro culturale e polivalente situato in un contesto molto popolare della città, e in una posizione architettonica eccezionale, lungo la scalinata di Montesanto, negli ultimi decenni in veloce degrado a causa della costruzione dello scambio ferroviario-funicolare, e recentemente ripristinata anche grazie all’aiuto del Quartiere Intelligente, in forte dialogo con altre associazioni della città. Per tali ragioni ho scelto di presentare un progetto basato su una modalità di lavoro partecipata, e che mette in discussione le riflessioni contemporanee sulle pratiche collaborative. La struttura di lavoro fa infatti riferimento ad un’opera realizzata da un gruppo di artisti finlandesi e tedeschi con cui ho lavorato in passato,‘The Speech Karaoke group’, che nel 2010 hanno realizzato un’opera ‘aperta’ dal titolo appunto Speech Karaoke, progetto multiculturale in costante espansione che può essere condiviso, re-interpretato, rielaborato a patto di seguire certe linee guida dettate dal gruppo.

2. Come si articolerà il tuo progetto?
Il progetto è articolato in più fasi, la prima (dicembre) di analisi del territorio. La seconda (gennaio-febbraio) di ricerca sul campo, ossia di interviste e incontri diretti con la popolazione napoletana (e nello specifico abitanti del quartiere di Montesanto) per collezionare 40 discorsi (speeches) che, a detta della popolazione coinvolta, rappresentano le caratteristiche culturali, politiche, sociali, geografiche, popolari della città e del quartiere stesso. La raccolta delle storie avviene secondo la mia guida, ossia per ogni incontro spiego la natura del progetto e facilito la condivisione del racconto, ma non vi è assolutamente nessun tipo di censura nella scelta delle storie, che infatti sono risultate essere molto varie tra loro. Alcuni sono estratti di film, altri discorsi di politici locali, altri racconti del quartiere, di denuncia di situazioni non favorevoli, ma vi sono anche leggende, telecronache calcistiche, poesie e racconti. L’ultima fase (marzo) prevede l’organizzazione del materiale raccolto attraverso una pubblicazione (distribuita da una casa editrice locale, iemme edizioni) e l’inserimento dei discorsi all’interno del software creato appositamente dal gruppo Speech Karaoke, così da aggiungere la ricerca fatta sul territorio alle precedenti raccolte da altri artisti in altri luoghi del mondo, al fine di allargare sempre più il database preesistente.

3. Come si colloca quest’esperienza all’interno del tuo percorso artistico?
Da anni ricerco e discuto di pratiche collaborative, e di come queste sono necessarie per il miglioramento e la salvaguardia di un territorio specifico. 

4. Con quali aspettative sei partita e cosa invece ti ha sorpreso durante la residenza?
Tutto è andato secondo le mie aspettative, l’unica cosa che mi ha sorpreso è il carattere un po' datato del software con cui mi sono trovata a dover lavorare (una delle regole imposte dal collettivo, necessaria da rispettare per poi garantire l’inserimento dei nuovi speeches all’interno di un archivio internazionale), ma sono comunque riuscita a portare a termine l’inserimento in tempo e in maniera corretta, anche se con qualche piccola difficoltà che ha dilungato i tempi. Il lavoro con gli abitanti ha superato le aspettative, si sono dimostrati tutti molto aperti e disponibili, e la raccolta degli speeches ha impiegato in questo caso meno tempo del previsto.