Quiete e metamorfosi

Quiete e metamorfosi

A volte per semplificare le varie complessità che la vita riserva (sia interiori che esteriori) è necessario riflettere. Prendersi del tempo e stare soli con sé stessi e rimanere in silenzio. Ciò non significa isolarsi, bensì ascoltarsi. Basta anche qualche minuto per capire che certe complessità e tutti gli inerenti problemi, in realtà non esistono e sono soltanto frutto della mente. È necessario quindi “staccare un attimo la spina” con il caos del mondo esteriore e stare con il proprio caos. In questa maniera si capisce che tanti problemi che si ritengono reali invece li creiamo proprio noi stessi. E quando ci si accorge di tutto ciò in si inizia a guardare la realtà da un'altra prospettiva, con occhi diversi e non si fa altro che semplificare le complessità. Tutto ciò viene espresso dal dipinto; al suo centro è raffigurata una figura antropomorfa racchiusa in sè stessa intenta nel stare in silenzio, meditare e riflettere, cercando di districare i nodi della sua vita e purificarsi dai problemi frutto della sua immaginazione. E’ avvolta in una crisalide, per isolarsi totalmente dalla confusione del mondo esteriore. Essa è attraversata da una pennellata retta realizzata in scala di grigi che sta a rappresentare la semplicità e la quiete del silenzio, ovvero dell’atto intrapreso dalla figura. La figura sta subendo un processo di catarsi e di metamorfosi che si metaforizza con la figura della crisalide. Il bruco infatti, in analogia con il soggetto del dipinto, prima di evolversi, forma una crisalide per poi schiudersi e di conseguenza rinascere diventando una farfalla. 

L’elaborato è una tela di dimensioni 100 x 70 cm realizzata con i colori acrilici per lo sfondo e i colori ad olio per il soggetto. Esso è intitolato quiete e metamorfosi.