Il codice, da L'albero del latte, 2017

Il codice, da L'albero del latte, 2017

L’opera tessile Il codice: un insieme di leggi al femminile, ricamate a mano su un lenzuolo in dialetto romagnolo, custodite e tramandate in segreto dalle donne di generazione in generazione. Alcuni documenti – un articolo di giornale, una mappa, delle fotografie – testimoniano il suo ritrovamento in una casa sulle colline romagnole. Le origini del codice sono incerte ma collocabili in tempi antichi e bui, come il suo inizio lascia supporre: “Un tempo la nostra parola, anche solo il suono della nostra voce, aveva un enorme peso nel mondo. Perciò dobbiamo continuare a tramandarci queste parole ricamate, per non dimenticare. E forse un giorno potremo dirle nuovamente ad alta voce, alla luce del sole, e non nel filo, come ora.” Nei tredici precetti si fondono saperi della tradizione regionale, rimedi naturali, esercizi di autoconsapevolezza e principi di solidarietà e sorellanza, come ad esempio la seconda legge che recita: “Riconosci le donne che possiedono come te le leggi, perché hai bisogno di sorelle per rendere più forte il tuo sangue. Ricorda che le donne che conoscono le leggi si guardano negli occhi, il più delle volte.” La lettura del codice, per voce dalla poetessa Laura Turci, accompagna il visitatore lungo la mostra: sebbene non facilmente decifrabile per chi non parla il dialetto romagnolo, la voce costituisce una ripetizione sovversiva, una sorta di mantra teso a far interiorizzare in chi l’ascolta un nuovo insieme di norme, scritte - questa volta - da donne per le donne.

 

Francesca Lazzarini