Libella, 2017

Libella, 2017

Libella, 2017

stampa digitale su plexiglass, legno, led

cm 100 x 200 x 15 

 

Qual è il tempo dell’universo? E qual è la natura del tempo? Per immaginare la vita del cosmo ricorriamo al concetto del tempo, sebbene appaia sempre più un’illusione; una tenace illusione evocativa, ma non necessaria poiché per i sici il tempo assoluto ed universale non esiste. Quella “relativa” linea temporale di cui Einstein teneva le la, mantenendo idealmente distinti presente, passato e futuro, viene scardinata dalla sica moderna. Il tempo scompare e al suo posto resta il dispiegamento di “atomi di spazio”, resta il loro posizionamento nello spazio; resta la sensazione empirica che attraverso il movimento si srotoli il tempo, perlopiù soggettivo, della vita di ognuno. Se il passato non è più, se il presente si dissolve nel passato, poiché impossibile dilatare o ssare l’istante attuale, se il futuro non è ancora, allora il tempo è un miraggio, ma un miraggio dinamico che modi ca ed in uenza l’essere dell’uomo. Il tempo è un’estensione soggettiva dell’animo. Passato, presente e futuro sono concetti ingannevoli, proprietà emergenti ed irreversibili degli stati di percezione dell’uomo che non riesce a pensarsi se non calato nel Tempo Universale. Libella gioca su questa ambivalenza, a cavallo tra intuizione e verità, tracciando una grande mappa del tempo che ha come sfondo l’universo e le trasformazioni degli oggetti al suo interno. Le trasformazioni del cosmo, impercettibili per l’occhio umano, si traducono per l’uomo in un dinamismo emotivo, che si esplica nella memoria del passato, nell’attenzione al presente e nell’attesa del futuro. Oggettività della scienza e percezione particolare sono strettamente saldate, entrambe verosimili, equiparate - o equiparabili - nella loro fondatez- za plausibile e nella rispettiva in uenza sull’uomo, tali che l’una sia il presupposto e la sostanza dell’altra. Tali che sia possibile riscontrare nelle leggi dell’Universo il rispecchia- mento della vita quotidiana. L’universo diventa così un concetto limite-illimitato, che irrom- pe in ogni “atomo del reale” e che diventa la misura di ogni conoscenza.