La Cosa

La Cosa

China su cartoncino A4 anno 2011

LA COSA

L’Essenza della materia.

Eccovi un nuovo modo da identificare l’identificabile. Una nuova filosofia di un sistema contemporaneo che analizza l’esistenza della materia.

La Cosa vorrebbe rappresentare un qualcosa di indefinito, senza un nome proprio. Ovvero un’opera che di per sé non è un oggetto o un soggetto classificato, ma una essenza della materia prima. Chiamarla senza dargli un nome specifico la rende libera da nomi o da definizioni classificanti.

Usiamo denominare, per identificare qualcosa o qualcuno, dando così staticità alla COSA, senza conoscere l’altra dimensione della materia. Facciamo un esempio della pittura astratta, l’astrattismo è di per sé un concetto indeterminato ma dandogli un titolo o un nome, l’astratto finisce per immobilizzarsi a l’atto comunicativo.

Il nome di un oggetto, il nome di un soggetto o un gesto a volte diventa un velo che non ti lascia analizzare la materia dell’essere.

Se noi prendiamo una matita o un quadro o un qualsiasi materiale e lo esponiamo ad un pubblico senza il nome datogli, possiamo vedere che l’oggetto in questione non è la matita o il quadro ma il materiale che lo compone quindi il legno e la grafite per la matita, il legno e il cotone per la tela è così via per qualsiasi altro materiale o per le persone.

Il nome Mario, Paolo, Andrea ecc., ci lascia individuare il personaggio in questione, quindi sapremo di chi stiamo parlando se fosse un individuo da noi conosciuto

Analizziamo un personaggio che chiameremo X.

X lavora come bracciante agricolo per una azienda sita in qualsiasi parte del mondo, la sua vita la possiamo immaginare largamente, quindi potremmo dire che X ogni mattina si alza presto per andare a lavorare nei campi, si occupa di potature, arature , raccolta dei frutti, trattamenti chimici ecc. tutto questo per le otto ore della sua giornata lavorativa.

Il resto del tempo lo dedicherà alla famiglia supponendo che la abbia. X penserà alla moglie ai figli e alle altre cose che potrebbero servire in una famiglia quindi riparazioni, gestione bollette ecc. e alla fine al riposo o al divertimento. Così via per i giorni seguenti, mesi e anni; questo vale per qualsiasi mestiere o lavoro che X faccia.

Ma analizziamo meglio. Come tutti gli umani, X è un essere vivente ambizioso, creativo, distruttivo, analitico, passionale, lavoratore, rivoluzionario e procreatore.

Il suo istinto di vita è la sopravivenza, il resto potrebbe apparire superfluo. Istruirsi e creare un movimento comunicativo o un qualcosa che non abbia nessuna utilità per la sopravivenza primaria, lo porterà ad un appiattimento esistenziale. Mangiare, procreare, vivere è il primo atto di sopravivenza.

Il resto rientra come cornice di vita nella nostra società, quindi X non è più un bracciante agricolo o chi sa quale altra figura professionale ma un umano in fase di sopravivenza, un essere primitivo senza ragione, comunicazione o altro che potrebbe renderlo capace di dominare e costruire un società interattiva. Il processo evolutivo della figura umana va ben oltre alla sola sopravivenza primaria quindi necessita di altro che mangiare, procreare e vivere; il suo istinto lo condurrà ad altre esigenze, in primis il dominare su tutta la specie vivente, che sia la sua stessa razza o meno questo non importa, l’importante è dominare, controllare e essere ambizioso. Penserà all’ evoluzione della suo popolo creando una sorta di gerarchia sociale, istruendosi, studiando, elaborando, inventando, creando ogni forma di pensiero, esplorando se stesso e tutto ciò che lo circonda dalla più piccola pietra all’infinito universo, come nel dramma “La Tragedia dell’Uomo di Imre Madàch 1862 Budapest”, dove l’uomo ha creato un mondo autodistruttivo, a causa della sua inarrestabile voglia di possedere avaramente tutto ciò che vede, finendo per auto distruggersi. Tutto questo l’autore lo spiega attraverso un viaggio in cui Lucifero accompagna Adamo e gli mostra tutta l’evoluzione dell’uomo lasciando che egli stesso sia protagonista degli eventi accaduti nella storia, fino ad oltrepassare i giorni nostri, in un futuro immaginifico, dove l’arte non esiste più come alcune specie di animali ormai rare ed estinte, giungendo in un mondo dove il sole si è spento e l’uomo può solo cibarsi delle poche foche rimaste, in una lotta per la sopravvivenza della razza.

Ecco cosa potremmo dire di X. Non è un semplice bracciante agricolo ma ben altro. Egli quindi, è una piccola particella della società che contribuisce all’autodistruzione della vita o a un processo di ripristino?

Quindi il nome è un appiattimento della materia, ci lascia solo identificare il soggetto o l’oggetto.

È allora necessario ed essenziale creare uno spazio dove ogni oggetto o soggetto possa parlare della sua materia. Richiamando l’esempio della matita o la tela, esse analizzate, ci potrebbero parlare dei loro materiali, della provenienza del legno e i suoi processi di trasformazione, dell’antica lavorazione del cotone della sua storia e del suo cambiamento evolutivo, oppure dei grandi disboscamenti avvenuti grazie a un processo anche politico. Insomma una storia nella storia, potremmo dire una matriosca della materia.

Creare un nuovo spazio-contenitore per le materie di qualsiasi forma artistica, scientifica, testuale; musicale, performativa, ambientale, operativa, figurativa, interattiva, concettuale e relazionale dove ogni oggetto o soggetto non abbia un nome o un titolo proprio, ma un semplice riferimento comune come: La Cosa.

La Cosa, lascerebbe che la materia dell’opera comunicasse attraverso l’essere dell’oggetto e il concetto creativo, spiegandoci la sua storia o il suo significato, per definire il suo processo evolutivo e materico.

 

 

Ideatore:                           

 

Direttore cane Ade Oihcid,

www.spaghetti05.wordpress.com