UDINE  

CIVICI MUSEI E GALLERIE DI STORIA E ARTE
Castello di Udine
tel. 0432/271591

 

ELENA GRIMAZ

MICHELA GUATTO

MASSIMO TOFFOLO


 

 

testo critico a cura di Alvise Rampini

Non è caso isolato in questi anni il confronto con opere del passato, ma contro esperienze che sfiorano il "sacrilegio" (se di sacro è lecito oggi parlare), la relazione qui cercata è più sottile, per giustapposizione - conservando l'integrità di attuale e antico - e in quel silenzio che senza violare l'esistente e il passato apre a una addizione di significato da scoprire. I tre artisti presentati paiono segnalarsi, pur con individuali percorsi, per un'arte non urlata: intensa.
Elena Grimaz è in costante confronto con lo spazio, da occupare senza invasioni con presenze modellate dal concetto e dalla scelta materica; la stessa collocazione delle opere porta a declinazioni che si rivelano ogni volta "altro": altro titolo, altra opera, esplorando i luoghi - siano boschi o scatole - e suggerendo una riflessione su "chiuso" e "aperto" che bene si colloca nelle carceri udinesi.
Nello stesso luogo, Michela Guatto indaga con gli strumenti multimediali l'uomo contemporaneo in un lavorio di scomposizioni e ricomposizioni che sa d'introspezione. Interno ed esterno sono anch'essi i termini di ricerca: l'artista dichiara che l'uomo è stato condotto dal "continuo rovesciarsi addosso informazioni", dal "cambiamento senza fine a una problematica analisi introspettiva come a un'osservazione esterna, per ritrovare un'armonia primordiale con la realtà circostante". Ma se la realtà è un carcere?
Massimo Toffolo soffre ed esplora i limiti della ragione nel mondo multimediatico ove accumulo e catalogazione di informazioni costringono visione e comunicazione entro i termini già noti, privi "di quel bellissimo fattore che vede l'arte come unico modo di conservare l'identità propria di un singolo". Contro etichette o accademie egli si pone a confronto con un esempio di pittura accademica (Politi) ma scalzando con l'impulso delle sue tele anche questa etichetta

 

CIVICI MUSEI E GALLERIE DI STORIA E ARTE

CELLA DELLA MORTE

Cella della morte - Collezione Ciceri


Le vicende costruttive del Castello di Udine coprono secoli di storia, specialmente a partire dal Cinquecento e poi nel Sette-Ottocento variamente caratterizzando gli usi militari (fu caserma sotto l'Austria), al di là di quelli residenziali, del luogo. Le carceri sempre furono presenti (probabilmente dal XIV secolo) e oltre le anguste celle del seminterrato dopo i moti insurrezionali ottocenteschi la zona carceraria si estese al pianterreno. Luogo di negazione - della libertà, della vita e della speranza - le carceri udinesi sono legate a storie di vita più o meno illustri, come quel Giuseppe Sbruglio rinchiusovi nel 1567 dopo aver ucciso il genero e poi liberato ma bandito dalla città. Naturalmente spoglio e tetro, il luogo risulta di grande impatto emotivo con pareti ricche di graffiti e di tracce di dipinti che denunciano momenti di grande disagio.

ELENA GRIMAZ

Elena Grimaz (Udine,1972) è una autodidatta che ha saputo rivolgersi e trarre insegnamento da varie discipline e figure dell'area udinese e dell'Accademia di Belle Arti di Venezia, dove si è diplomata nel 2002. Ha partecipato a collettive di arti visive prevalentemente nell'ambito dell'installazione e della fotografia.
moltisentieri@virgilio.it

 


Il sole nero,
installazione, crinolina, proiettore alogeno, appendiabiti e filo da cucito, m.2.00, 4.10, 1.71, 2003


SEGRETE DEL CASTELLO

Segrete del Castello


Le vicende costruttive del Castello di Udine coprono secoli di storia, specialmente a partire dal Cinquecento e poi nel Sette-Ottocento variamente caratterizzando gli usi militari (fu caserma sotto l'Austria), al di là di quelli residenziali, del luogo. Le carceri sempre furono presenti (probabilmente dal XIV secolo) e oltre le anguste celle del seminterrato dopo i moti insurrezionali ottocenteschi la zona carceraria si estese al pianterreno. Luogo di negazione - della libertà, della vita e della speranza - le carceri udinesi sono legate a storie di vita più o meno illustri, come quel Giuseppe Sbruglio rinchiusovi nel 1567 dopo aver ucciso il genero e poi liberato ma bandito dalla città. Naturalmente spoglio e tetro, il luogo risulta di grande impatto emotivo con pareti ricche di graffiti e di tracce di dipinti che denunciano momenti di grande disagio.

MICHELA GUATTO

Michela Guatto (Udine, 1977) si dedica alla pittura all'Accademia di Venezia, quindi inizia a studiare come Tecnico Audiovisivo e Multimediale. Partecipa a vari corsi e laboratori di fotografia, realizza documentari e video, espone in mostre collettive e personali mossa sempre dalla riflessione sull'uomo.
michela_guatto@libero.it

 


Tutto, ma non la mia mente,
fotografia, 7 stampe formato cm50x75, 2003.


ODORICO POLITI

Odorico Politi, Pompeo che imbarcandosi per l'Oriente si congeda dalla moglie,
olio su tela, cm. 73x39


È una delle opere "storiche" di Odorico Politi di cui esemplifica a pieno lo stile accademico e il ritmo compositivo sovraffollato. Il momento storico è risolto su più piani, concentrato sul volto esangue della moglie di Pompeo e sull'addio intriso di pathos sospirato dalla donna, sorretta da un'ancella. Il biancore e il rilassamento delle figure contrastano con il movimento della fascia destra della composizione, evidente nel personaggio che pare ricordare a Pompeo di non indugiare sulle grandi azioni che lo attendono.
Da evidenziare la scomoda posizione con cui Politi costringe Pompeo, "impedendogli" di fermarsi - forzatura tipica dell'accademismo pittorico appreso dal pittore udinese nel periodo romano di inizio Ottocento quando, dopo i primi studi veneziani, si avvicinò ai circoli canoviani e si avviò alla pittura storica. Partecipi del pathos dell'addio le figure di soldati nella fascia inferiore del dipinto, afflitti come devoti ma ispirati ad alti ideali.

MASSIMO TOFFOLO

Massimo Toffolo (Udine,1975) dopo studi tecnici superiori, frequenta l'Accademia di Belle Arti e il DAMS, quindi si laurea in Industrial Design (IUAV di Venezia) nel 1998. Dopo varie esperienze artistiche ed estetiche (pittura, scenografie, fotografia) lavora tra studi di design, stilistici e di architettura, compagnie teatrali, e nel suo laboratorio.
liliumax@libero.it

 


Scene di epoca "O",
tecnica mista, cm 240x240, finito nel luglio 2003