RAVENNA  

MUSEO D'ARTE DELLA CITTA'
LOGGETTA LOMBARDESCA
Via di Roma 13
tel. 0544/482356

ANDREA SALVATORI


chiusura anticipata - comunicato stampa

testo critico a cura di Elettra Stamboulis

Non è casuale che Salvatori, nel progettare il suo lavoro, si sia ispirato ad una immagine che allude ad uno dei romanzi più crudeli mai scritti, I viaggi di Gulliver. In un certo senso anche i suoi lavori godono della stessa ingannevole ambiguità cui è legato il romanzo di Swift: apparentemente romanzo di evasione, testo addirittura inserito nella letteratura per l'infanzia, in realtà romanzo filosofico, o ancora più puntualmente dialogico, dove la discussione porta alla ridefinizione dei valori della cultura occidentale. Come il narratore Gulliver, Salvatori si autoposiziona e spesso fa da mediatore tra l'opera e il suo pubblico. Egli c'è, con i suoi baffi riconoscibili e sornioni, ma spesso si nasconde al primo sguardo. Altro elemento simile, la letteralizzazione della metafora: procedimento utilizzato nel romanzo proprio nell'episodio di Lilliput e concretizzato dall'agire artistico del nostro. L'arte in fondo concretizza i procedimenti retorici.
Il protratto rapporto dei giochi significanti con il corpo è il centro nevralgico dell'agire artistico di Salvatori, che ha scelto la ceramica, ma al contempo l'ha svestita dell'edulcorazione che spesso attiene alla produzione seriale, di ornamento e piacevole diletto, che le è propria. Le sue statuine in piccolo formato acquisiscono nuovo significante grazie a lapsus interpretativi, a piccoli interventi che ne scardinano la funzione di vacuo godimento e le rendono foriere fastidiose di calembour semantici.
Il cavaliere inamidato nella sua tetra armatura continua ad attirare giovani fanciulle che non riescono a trattenersi dal baciarne le labbra. Forse l'alone di rossetto che è rimasto imprigionato sulle sue labbra verrà spazzato via dal restauro, ma certo non diminuirà l'aura romantica dell'opera. L'artista contemporaneo si nasconde: è l'assalitore o si sente oggetto di un assalto?

 

MUSEO D'ARTE DELLA CITTA' - LOGGETTA LOMBARDESCA

TULLIO LOMBARDO

Tullio Lombardo, Lastra funebre di Guidarello Guidarelli, marmo, cm. 170 X 58, Venezia, ca.1455 - 1532


Guidarello nato a Ravenna, da una famiglia fiorentina trasferitasi agli inizi del XV secolo, fu nominato cavaliere del Sacro Romano Impero da Federico III nel 1468 e militò nell'esercito di Cesare Borgia come capitano. Nel 1501 fu ferito mortalmente da un compagno d'arme, per una disputa a proposito di una camicia che Guidarello aveva prestato al suo uccisore. Nel testamento del 6 marzo 1501, impartì accurate disposizioni per la costruzione della sua tomba, affidandone la cura alla moglie, e fu realizzata nel 1525 da Tullio Lombardo, attivo a Ravenna dal 1515. Posta in origine su un sarcofago romano nella Chiesa di S.Francesco, nel 1664 la scultura venne trasportata nella cappella della stessa chiesa riservata ai monumenti dei ravennati illustri. Nel 1827 fu collocata nella sede dell'Accademia. Negli anni '70 del secolo scorso passò alla Pinacoteca del Museo d'Arte della Città, dove è custodita.

ANDREA SALVATORI

Andrea Salvatori è nato nel 1975 e vive e lavora a Solarolo (RA). Principali esposizioni recenti: 2002: Collezione di porcellane, Galleria Estro, Padova ; Galleria Interno &DumDum , Bologna ; In Ralenti, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia ; 2003: Biennale internazionale di arte contemporanea , Porto Ercole.


Senza titolo, installazione, 2003