insigne collegiata dei santi pietro e orso

Cristina Ottavio (aosta)
Manuel Riccardi (aosta)
Roberta Pancera
(cremona)


Il complesso architettonico dell’Insigne Collegiata dei Santi Pietro e Orso, di arte romanica, è collocato in uno dei pochi angoli della città che abbia mantenuto il proprio carattere originale. Nel 1132 inizia l’effettiva vita comunitaria di questo ordine, con una bolla firmata da Papa Innocenzo II. L’evento è testimoniato anche attraverso l’illustrazione di un capitello del Chiostro. Alla fine del XVI sec. la vita comunitaria non esisteva praticamente più. Nel 1669 il Capitolo della Collegiata conobbe una nuova fase di espansione, dedicandosi all’istruzione religiosa di popolo e clero. Nel 1806 il governo napoleonico soppresse l’ordine, permettendo ai Canonici di godere dei propri benefici. Con la fine del Primo Impero il Capitolo riprese a vivere. Il neonato Regno d’Italia promulgò nel 1867 delle leggi che prevedevano l’incorporamento del patrimonio ecclesiastico. I Canonici riuscirono a rientrare in possesso della quasi totalità dei propri beni.

The architectural complex of the Insigne Collegiata dei Santi Pietro e Orso (Illustrious Collegiate Church of Saints Pietro and Orso), of Romanesque style, is located in one of the few corners of the town which have upheld their original character. The actual community life of this order starts in 1132 by a bull signed by Pope Innocent II. The event is reported also in the illustration of a capital in the Cloister. Even though at the end of the 16th century the community life hardly existed, in 1669 did the Chapter of the Collegiate Church witness another expansion stage, dedicating itself to the religious education of both the people and the clergy. The Napoleon government suppressed the order in 1806, while allowing the Canons to enjoy their own benefices. The Chapter restarted to live at the end of the First Empire. In 1867 the new-born Kingdom of Italy issued laws relevant to the incorporation of the church estate. The canons managed to resume ownership of
almost all their assets.

INSIGNE COLLEGIATA DEI SANTI PIETRO E ORSO
Via St. Orso, 14
11100 Aosta, Italy
Ufficio Info Turistiche tel. +39 0165 236827

www.gaiaosta.it
www.informagiovaniaosta.it



Chiostro di Sant’Orso presso l’Insigne Collegiata dei Santi Pietro e Orso / The Saint Orso cloister, Illustrious Collegiate Church of Saints Pietro and Orso

Il Chiostro di Sant’Orso risale al XII secolo ed è l’unico esempio di chiostro romanico tuttora conservato in Europa. È di forma rettangolare, misura 19,50 x 10,70 m e delimita una galleria a volta larga 2,70 m adornata da 40 capitelli. Questi sono scolpiti con figure in rilievo e rappresentano la storia della salvezza (quindi della Bibbia) dall’epoca dei patriarchi e dei profeti, passando per l’evento centrale della Redenzione, fino al tempo di Sant’Orso. È da ricordare che tre capitelli sono collocati al Museo Civico di Torino. I simboli che rappresentano Sant’Orso sono il bastone e il passerotto.


The Saint Orso cloister (Chiostro di Sant’Orso) dates back to the 12th century and is the sole
example of Romanesque cloister preserved in Europe. Rectangular in shape, it measures
19.50x10.70m and circumscribes a 2.70m vault portico decorated with 40 capitals. Said capitals are sculpted with relief images which represent the history of Salvation (and therefore of the Bible) from the time of patriarchs and prophets, passing by the core event of Redemption, to Saint Orso’s age. Three of these capitals are kept in the Civic Museum of Turin. The symbols which represent Saint Orso are the stick and the fledgling.

Cristina Ottavio
Nata a / Born in Aosta, 1975
Vive e lavora a / She lives and works in St. Vincent (AO)
cristinaottavio@yahoo.it

En passant par Marie on arrive à la vie, 2004
70 x 130 cm

L’opera di Cristina Ottavio si ispira al misterioso affresco che compare su uno dei muri del Chiostro di Sant’Orso, raffigurante la Madonna Nera, di cui non si hanno fonti ufficiali, ma diverse sono le leggende che ruotano attorno alla sua figura. Si dice per esempio che l’immagine della Madonna Nera avesse dei poteri magico-taumaturgici. L’opera a confronto si ricollega all’importanza del culto mariano nelle tradizioni popolari, toccando il tema attuale della diversità religiosa, e ritraendo la Madonna come simbolo dell’amore e del mistero della vita.


The work of Cristina Ottavio is inspired to the mysterious fresco which appears on one of the walls of the Saint Orso cloister and which portrays the Black Madonna: about this figure there are no official sources, but several legends revolve around her. For instance, the image of the Black Madonna is said to have magic, miraculous powers. The contemporary work recalls the importance of the Marian cult in the popular traditions, touching the current theme of religious diversity, and thus portraying the Virgin as a symbol of the love and mystery of life.

Alessandra Corsi
Valentina Santangelo



Chiostro di Sant’Orso presso l’Insigne Collegiata dei Santi Pietro e Orso / The Saint Orso cloister, Illustrious Collegiate Church of Saints Pietro and Orso

Il Chiostro di Sant’Orso risale al XII secolo ed è l’unico esempio di chiostro romanico tuttora conservato in Europa. È di forma rettangolare, misura 19,50 x 10,70 m e delimita una galleria a volta larga 2,70 m adornata da 40 capitelli. Questi sono scolpiti con figure in rilievo e rappresentano la storia della salvezza (quindi della Bibbia) dall’epoca dei patriarchi e dei profeti, passando per l’evento centrale della Redenzione, fino al tempo di Sant’Orso. È da ricordare che tre capitelli sono collocati al Museo Civico di Torino. I simboli che rappresentano Sant’Orso sono il bastone e il passerotto.


The Saint Orso cloister (Chiostro di Sant’Orso) dates back to the 12th century and is the sole
example of Romanesque cloister preserved in Europe. Rectangular in shape, it measures
19.50x10.70m and circumscribes a 2.70m vault portico decorated with 40 capitals. Said capitals are sculpted with relief images which represent the history of Salvation (and therefore of the Bible) from the time of patriarchs and prophets, passing by the core event of Redemption, to Saint Orso’s age. Three of these capitals are kept in the Civic Museum of Turin. The symbols which represent Saint Orso are the stick and the fledgling.

Manuel Riccardi
Nato a / Born in Aosta, 1972
Vive e lavora a / He lives and works in Aosta
manuelric@libero.it

La Determinazione, 2004
acrilico su tela / acrylic on canvas
60 x 120 cm
(La struttura in metallo per l’allestimento dell’opera è stata realizzata dal giovane artista / the metal structure for the installation has been realised by
Vincenzo Petrocco)

Il dipinto rappresenta un famoso miracolo attuato da Sant’Orso il quale, per fermare un’incessante siccità, fece sgorgare dell’acqua dalle rocce conficcandovi il suo bastone. La determinazione del Santo non è fine a se stessa bensì legata al forte amore verso la vita. La cromaticità della tela vuole sottolineare la forza vitale che sconfigge l’oscurità come una missione di fede, carità e devozione. Nel quadro è presente un elemento ricorrente nelle opere dell’artista, quasi un simbolo di riconoscimento: il fungo, per trasmettere la ricerca profonda che ogni persona attiva interiormente.
Le pennellate sono decise e immediate, nell’armonia e nell’equilibrio più assoluti. Non
sono presenti spigolosità, ma forme circolari e tondeggianti che danno un senso di rilassatezza e benessere.


The painting represents famous miracle performed by Saint Orso, who –to put an end to a ceaseless drought- made water spout from the rocks by thrusting his stick into it. The determination of the Saint is not an end in itself, but is connected to the passionate love for life. The colorfulness of the canvas intends to underline the power of life which defeats darkness as a mission of faith, charity and devotion. The painting contains a recurring element in the artist’s works, almost a symbol of recognition: the mushroom, which transmits the deep search every person activates inside. The brush strokes are resolute and immediate, in the most absolute balance and harmony.
There are no angles but rather circular, roundish forms which give a sense of relaxation and wellbeing.

Alessandra Corsi
Valentina Santangelo



Chiostro di Sant’Orso presso l’Insigne Collegiata dei Santi Pietro e Orso / The Saint Orso cloister, Illustrious Collegiate Church of Saints Pietro and Orso

Il Chiostro di Sant’Orso risale al XII secolo ed è l’unico esempio di chiostro romanico tuttora conservato in Europa. È di forma rettangolare, misura 19,50 x 10,70 m e delimita una galleria a volta larga 2,70 m adornata da 40 capitelli. Questi sono scolpiti con figure in rilievo e rappresentano la storia della salvezza (quindi della Bibbia) dall’epoca dei patriarchi e dei profeti, passando per l’evento centrale della Redenzione, fino al tempo di Sant’Orso. È da ricordare che tre capitelli sono collocati al Museo Civico di Torino. I simboli che rappresentano Sant’Orso sono il bastone e il passerotto.


The Saint Orso cloister (Chiostro di Sant’Orso) dates back to the 12th century and is the sole
example of Romanesque cloister preserved in Europe. Rectangular in shape, it measures
19.50x10.70m and circumscribes a 2.70m vault portico decorated with 40 capitals. Said capitals are sculpted with relief images which represent the history of Salvation (and therefore of the Bible) from the time of patriarchs and prophets, passing by the core event of Redemption, to Saint Orso’s age. Three of these capitals are kept in the Civic Museum of Turin. The symbols which represent Saint Orso are the stick and the fledgling.

Roberta Pancera
Nata a / Born in Brescia, 1971
Vive e lavora a / She lives and works in Pavone del Mella (BS)
r.pancera@libero.it

Terra e aria, 2004
olio su tela / oil on convas, 2 dipinti / 2 paintings
60 x 120 cm, 100 x 70 cm (particolare / detail)

Roberta Pancera propone una riflessione sulla figura di Sant’Orso attraverso il registro dell’evocazione.
Ha elaborato un complesso percorso che restituisce una visione metaforica dell’eterno scontro fra il Bene e il Male e della via salvifica indicata dal Santo, una via perseguita attraverso un’esistenza vissuta francescanamente che l’artista rende attraverso una personale rappresentazione in cui alcuni motivi propri della filosofia dell’antica Grecia e, in particolare, i quattro elementi di Empedocle, acqua, fuoco, terra e aria sono il motivo per illustrare, sia pure in forma simbolica,
l’esemplarità della vita del sacerdote di Aosta. Un percorso, quello ideato da Roberta Pancera, che tocca anche il mistero cristiano della Redenzione, svolto nei magnifici capitelli che adornano la Collegiata, attraverso tracce e immagini che rivelano la presenza di un’umanità pulsante in cerca di Luce.

Roberta Pancera is proposing a reflection on the figure of Saint Orso through the register of evocation.
She has developed a complex routing which returns a metaphoric vision of the eternal struggles between Good and Evil and of the way to salvation indicated by the Saint. A way pursued through an existence lived in obedience of the Franciscan rule, which the artist renders through a personal representation using some typical motives of the ancient Greek philosophy (in particular the four elements of Empedocles: Water, Fire, Earth and Air) as a means to illustrate
symbolically the exemplary life of the priest from Aosta. The path conceived by Roberta Pancera also touches the Christian mystery of Redemption, developed in the magnificent capitals which adorn the collegiate church, through traces and images that reveal the presence of a pulsating mankind seeking for Light.

Simone Fappanni