museo del territorio biellese

Cooperazione Bowman (biella)
Massimo Corona e Filippo Mantegna (biella)
Cristinel Ionel Prisacaru
(roman)


Il convento di S. Sebastiano, fondato nel 1500 da Sebastiano Ferrero per i Canonici Regolari Lateranensi, riflette lo stile delle architetture bramantesche. Dal 2002 ospita il Museo del Territorio Biellese la cui gestione è affidata ad una Fondazione istituita nel 2003 per volere del Comune di Biella.
Le collezioni permanenti raccolgono non solo opere d’arte ma anche oggetti appartenenti alla cosiddetta “cultura materiale”: Galleria del Territorio (antiche mappe del territorio biellese), Sezione Egizia, dedicata a Ernesto Schiaparelli (una mummia e la collezione donata da Corradino Sella), Sezione Storico-Artistica (testimonianze artistiche dall’XI secolo alla pittura di Delleani), Galleria del Lavoro (antichi attrezzi del settore tessile), Sezione Archeologica (reperti dal Paleolitico all’età romana).
Il museo svolge attività didattiche diversificate, ospita e produce mostre temporanee.

The monastery of S. Sebastiano, founded in 1500 by Sebastiano Ferrero for the Canonici Regolari Lateranensi, reflects the style of Bramante architecture. Since 2002, it has hosted the Museo del Territorio Biellese, whose management is committed to a Foundation established in 2003 upon decision of Biella’s municipality.
The permanent collections gather not only works of art but also objects which belong to the socalled “material culture”: Galleria del Territorio (Territory Gallery) ancient maps of Biella Territory; Sezione Egizia (Egyptian Section) dedicated to Ernesto Schiaparelli, a mummy and the collection donated by Corradino Sella; Sezione Storico-Artistica (Historical-Artistic Section) artistic testimony from the 11th century to Delleani painting; Galleria del Lavoro (Labour Gallery) old tools of the textile industry; Sezione Archeologica (Archeological Section) finds from Paleolithic era to the Roman Age. The Museum carries out diversified pedagogic activities, hosts and produces temporary exhibitions.
MUSEO DEL TERRITORIO BIELLESE
Chiostro di San Sebastiano
Via Quintino Sella
13900 Biella, Italy
Tel. +39 015 2529345

www.museodelterritorio.biella.it


Ambito piemontese, Madonna della Mercede
prima metà XVIII sec. / first half of the 18th century
olio su tela / oil on canvas
73,5 x 55 cm (senza cornice / without frame)
156 x 160 x 27 cm (con cornice / with frame)

La Madonna, presentata a mezzo busto su fondo scuro, con lo sguardo rivolto in basso e le mani
incrociate sul petto, porta una tunica rosa con un velo dorato e un manto azzurro.
L’analisi stilistica restituisce l’opera all’ambito piemontese, ad un artista che si ispirò ai modelli
classici di Carlo Maratta.
La cornice, databile alla fine del XVII sec. e originariamente contenente uno specchio, apparteneva,
come denota lo stemma, alla famiglia Dal Pozzo della Cisterna. Nel 1735 fu donata all’Ospizio di Carità di Biella, nei cui inventari compare dal 1788 ad ornamento di una Vergine della Mercede.

The Virgin, represented in half length on a dark background, looks downwards, with her hands crossed on her chest; she wears a pink tunic with a golden veil and a blue cloak. The style analysis locates the work into the Piedmontese environment, to an artist inspired by Carlo Maratta’s classic models.
The frame, which can be dated to the end of the 17th century, and which originally contained a mirror, belonged (as shown by the coat of arms) to the Dal Pozzo della Cisterna family. In 1735 it was donated to the Ospizio di Carità di Biella (Biella’s Poorhouse) in whose inventory it had been mentioned since 1788 as an ornament of a Virgin of Mercy.

Cooperazione Bowman
Il gruppo, nato nel / the group was born in 2002, è composto da / is composed by: Silvio Bergero nato a / Born in Biella, 1974,
Davide Bernardi nato a / Born in Biella, 1980,
Manuele Cecconello nato a / Born in Vercelli, 1969,
Luca Sigurtà nato a / Born in Biella, 1976
Lavora a / It works in Biella
info@cooperazionebowman.it

Quadratura, 2004
proiezione video, diffusione sonora ambientale, fotografie / video projection, ambient sound diffusion, photographs 100 x 70 cm
(ha collaborato Monica Guglielminotti Gherrot nata a Biella nel 1978 /
the Group has resorted to the co-operation of Monica Guglielminotti
Gherrot, born in Biella in 1978)

La Cooperazione Bowman lavora spesso sul fenomeno della “visione”, costituito dalla percezione plurisensoriale di un’immagine. All’interno di un museo ha enucleato proprio il concetto di “ostensione”, implicito nel principio del mostrare. In particolare, un antico dipinto di arte sacra che raffigura una Madonna è diventato protagonista di un percorso di decostruzione della tipica situazione museale. Il museo è contesto di un’immagine iconica, a sua volta incorniciata pesantemente: un gioco di rimandi che fa da imbuto alla visione, disperdendo l’attenzione sul vero soggetto finale, cioè il significato simbolico racchiuso nella Madonna. La Cooperazione Bowman traduce ciò smaterializzando
l’immagine dipinta fino a farla sparire, un rettangolo nero che, via via, appare in una
proiezione video e in un percorso fotografico.

Cooperazione Bowman often work on the phenomenon of “vision” as the multi-sense perception of an image. Within the museum they enucleate their own concept of “ostension”, which is implicit in the principle of showing. In particular, an ancient painting of sacred arts which represents a Madonna has become the protagonist of a path of deconstruction of the typical museum situation.
The museum is the context of an iconic image, which is heavily framed: a game of references which acts as a funnel to the vision, thus dispersing the attention on the actual final subject, i.e. the symbolic meaning contained in the Madonna. Cooperazione Bowman translate it by de-materialising the painted image until it disappears: a black rectangle progressively appearing in a video projection and in a photographic path.

Olga Gambari



Follone in legno / Wooden fulling machine
Telaio in legno / Wooden loom,

prima metà del XIX secolo / first half of the 19th century

Galleria del lavoro
Questa sezione del Museo del Territorio Biellese raccoglie antichi attrezzi utilizzati nelle fabbriche di Biella che testimoniano l’importanza che negli ultimi due secoli ha avuto il settore tessile nell’economia della città.
Vi si conservano tra gli altri oggetti: una pressa, un telaio Jacquard, un telaio donato dal Lanificio F.lli Piacenza e un follone, attrezzo usato per ammorbidire, percuotendole, le fibre della canapa.

Labour Gallery
This section of the Museum collects ancient tools used in Biella’s factories which give evidence of the importance the textile sector has had in the economy of the town in the last two centuries.
Amongst the other objects it is worth mentioning: a press, a Jacquard loom, a loom donated by Lanificio F.lli Piacenza and a fulling machine, an instrument used to soften the hemp fibers by beating them.

Massimo Corona
Nato a / Born in Biella, 1968
Vive e lavora a / He lives and works in Candelo (BI)
max.corona@aliceposta.it

Filippo Mantegna
Nato a / Born in Berna, 1973
Vive e lavora a / He lives and works in Biella
c_orsoblu@jumpy.it

Tex, 2004
olio e collage di stampa digitale su carta,
montato su tela / oil and collage of digital
prints on canvas, 150 x 120 cm

Massimo Corona e Filippo Mantegna hanno ideato “una stanza dei giochi”. Il loro viaggio nel passato si concentra nell’ambito della cultura materiale del territorio biellese. Una serie di antichi
attrezzi da lavoro si anima in ri-usi, dove l’aspetto ludico ed ironico gioca con la funzione pratica,
ormai obsoleta, per cui erano stati inventati. Attraverso l’elaborazione di colorate simulazioni
pittorico/fotografiche, i due artisti si riappropriano di un mondo lontano e per lo più sconosciuto,
saltando il buco temporale con l’idea del gioco. Nella “Stanza dei divARTImenti” ci sono
presse, telai, folloni che si trasformano in fantasiosi macchinari ludici. Una realtà contemporanea
virtuale che dialoga con la condizione museale di reperti, spesso testimoni silenziosi di una vita
quotidiana ormai scomparsa.


Massimo Corona and Filippo Mantegna have conceived a “play room”. Their journey to the past
is focused on the environment of the material culture in the Biella territory. A series of ancient
work tools is animated in re-uses where the jokey ironic aspect plays with the now obsolete practical function such tools were invented for. Through the development of colourful pictorial and
photographic simulations, the two artists regain possession of a remote, mostly unknown world,
skipping the temporal gap by means of the idea of game. In the “Room of entARTainment” there
are presses, looms, fulling machines which turn into fanciful playing machinery. A virtual contemporary reality which communicates with the museum finds, often silent witnesses of an
everyday life, now faded and disappeared.

Olga Gambari




Defendente Ferrari, 1500-1505 circa / approx., Madonna col Bambino fra i Santi Bernardo d’Aosta, Giovanni Battista, Bartolomeo e Cristoforo, Polittico, olio su tavola / Polyptych, oil
on board, 112 x 260 cm

Esposto per la prima volta nel 1939 a Torino con paternità generica “artista vercellese della cerchia spanzottiana”, il Polittico è oggi attribuito a Defendente Ferrari. In origine conservato nella Basilica di S. Sebastiano, in seguito alle soppressioni napoleoniche approdò smembrato in due collezioni private: la tavola centrale che presenta la Madonna seduta in un ricco trono con il
Bambino in quella di Giuseppe Masserano, le laterali contenenti i Santi, presso i marchesi
Lamarmora.
Il recente restauro ha rimosso le pesanti ridipinture del passato e restituito all’opera l’assetto
originario.

Exhibited for the first time in Turin in 1939 with a general paternity “artist from Vercelli of the
Spanzotti circle” is nowadays attributed to Defendente Ferrari. Originally kept in the Basilica of
Saint Sebastian, it was split into two private collections as a result to Napoleon’s suppressions:
the central panel, which represents Virgin Mary sitting on a rich throne with Infant Jesus, was in
Giuseppe Masserano’s collection, while the side panels with the portraits of the Saints were kept
by the Marquises of Lamarmora.
The recent restoration removed the heavy repainting carried out in the past and resumed the original set up.

Cristinel Ionel Prisacaru
Nato in / Born in Romania, 1979
Vive e lavora a / He lives and works in Roman
prisacarucristi@yahoo.com

Madonna con bambino, 2004
olio su cartongesso, olio su tela, mosaico / oil on rigips panel including
90 x 120 cm, oil on canvas, mosaic technique 150 x 250 cm

Il percorso artistico di Cristinel Ionel Prisacaru ci “rivela” la sua vocazione per la monumentalità.
Partendo dal quadro originale Madonna con bambino, l’autore trasferisce il soggetto scelto
all’iconografia bizantina, impiegando lo stile del mosaico, ma con motivi specifici del linguaggio
pittorico. In altre parole, in stile murale, ed anche in questo genere di icona, le distanze spaziali
sono suggerite da una sottile modularità cromatica, ma la frammentazione della superficie non
distrugge l’insieme. D’altro canto, questo tipo di figura fuori dallo spazio esclude il chiaroscuro
della pittura di Leonardo o di Rembrandt, con un sottile passaggio dalla luce all’ombra, ma non
il carattere religioso con i suoi effetti antirealistici e la specificità della pittura murale che impone
una remota benevolenza.

Consequent with his artistic intercession Cristinel Ionel Prisacaru, “reveals” us his vocation for
monumentality. Starting from the original picture, Madonna with child, the author transfers his replica choused motif, to Byzantine iconography, using mosaic style, but with specific methods of painting language. In other words, in mural style, and even in this kind of icon, the spatial distances are suggested by a subtile chromatic modularity, but the fragmentation of surface does not destroy the ensemble. On the other hand, such a kind of figure out of the space excludes the clear-obscure of Leonardo or Rembrandt painting type, with subtile passing from the light to the shadow, but not the religious intonation, with its antirealist effects and the specific of mural painting which imposes a remote acceptance.

Iosif Haidu