galleria del costume di palazzo pitti

Alessandro Casati
Leonardo Filastò
Franco Menicagli


Galleria del Costume di Palazzo Pitti
Istituita nel 1983 nella Palazzina della Meridiana annessa a Palazzo Pitti, intrapresa nel 1776 per volontà del granduca Pietro Leopoldo di Lorena, su disegno dell’architetto Gaspare Maria Paoletti, fu completata da Pasquale Poccianti fra il 1822 e il 1840. Dimora storica dei Savoia a Firenze, le vetrine sono inserite nell’arredo e nei decori lorenesi e sabaudi. Con un patrimonio di circa settemila pezzi fra abiti storici, accessori alla moda e costumi teatrali, è il primo e più importante museo di storia della moda in Italia e ad esso afferiscono altri importanti nuclei collezionistici di manufatti tessili, come il Deposito di arazzi della Soprintendenza fiorentina. Gli abiti in mostra vengono sostituti ogni due/tre anni, rispondendo ad esigenze di conservazione e valorizzazione delle opere medesime. Alcuni spazi della galleria sono destinati a mostre temporanee, come ad esempio la presente, che interagiscono con l’allestimento permanente.

Palazzo Pitti’s Costume Gallery
Established in 1983 in the Palazzina della Meridiana annexed to Palazzo Pitti; started in 1776 upon the will of Grand Duke Peter Leopold of Lorraine, designed by architect Gaspare Maria Paoletti, it was completed by Pasquale Poccianti between 1822 and 1840 and was the historical residence of the Savoia in Florence. The show cases are fitted into the furnishing and decorations of the Lorraine and Savoia periods. With an asset of some 7,000 pieces, including historical clothes, fashionable accessories and stage costumes, Palazzo Pitti’s Costume Gallery is the first and foremost museum of history of fashion in Italy and is a reference point for other important collection centers of textile manufactured products, such as the Deposito degli arazzi (Tapestry deposit) of Florence superintendence. The exhibited clothes are replaced every two to three years, thus responding to requirements of preservation and valorization. Some venues in the gallery are allocated to temporary exhibitions which interact with the permanent set up.
GALLERIA DEL COSTUME DI PALAZZO PITTI
Piazza Pitti 1
50125 Firenze, Italy
tel. +39 055 2388713

www.palazzopitti.it


Sala da ballo / Ballroom

Sala centrale della Palazzina della Meridiana realizzata su progetto dell’architetto Pasquale Poccianti e decorata da fregio a bassorilievo in stucco di stile neoclassico, raffigurante scene dionisiache, realizzato ad opera degli scultori Luigi Pampaloni, Aristodemo Costoli, Emilio Santarelli ed Ulisse Cambi (1831 circa).

Central hall of the Palazzina della Meridiana (Sundial Villa), carried out on the design by architect Pasquale Poccianti and bas-relief decorated with stuccos of the neo-classic style showing Dionysian scenes by sculptors Luigi Pampaloni, Aristodemo Costoli, Emilio Santarelli and Ulisse Cambi (approx. 1831).

Alessandro Casati
Nato a / Born in Borgo San Lorenzo (FI), 1968
Vive e lavora tra / He lives and works between Firenze e / and Oristano
a.casati@tin.it

zac frame, 2004
acrilico su tela, audio / acrylic on canvas, sound
30 x 30 cm
particolare dell’installazione / installation detail

All’interno della Galleria del Costume Alessandro Casati ha scelto la Sala da Ballo dove, attraverso
il suono e la disposizione cadenzata delle tele sui tempi del valzer, l’artista ha evocato il movimento
circolare del ballo. Sulle tele che scandiscono i nostri passi, luce e colore catturano l’incessante
inverarsi dell’esistenza. Supporti digitali hanno registrato immagini di quel luogo; il presente riemerge attraverso ricordi a bassa definizione. La pittura riparte da questa mappatura di pixel che
hanno registrato paratatticamente campiture piatte di colore, alle quali manca qualsiasi definizione
spaziale. Pura fenomenologia del colore. Il significato della raffigurazione è recuperato dalla memoria dell’artista: il pennello ricostruisce le variazioni di luce da cui affiora la forma.

Within the Galleria del Costume, has Alessandro Casati selected the Ballroom where -through the
sound and canvas arrangement cadenced in compliance with the waltz tempo- the artist has evoked
the circular movement of dancing. On the canvas which marks the rhythm of our steps, light
and colour capture the ceaseless motion of existence. Digital supports have recorded images of
that place; the present re-emerges through low-definition memories. Painting starts again from
this mapping of pixels which have recorded parataxically flat painted backgrounds, deprived from
any spatial definition. A pure phenomenology of colour. The meaning of the representation is recovered by the artist’s memory; the brush reconstructs the light variation the form derives from.

Maria Antonia Rinaldi



Sottana, abito femminile composto da busto e gonna, manifattura fiorentina / dress composed by corset and skirt, Florence manufacturing
1655-60 circa / approx.

Appartenuto ad Eleonora da Toledo, moglie del Granduca Cosimo I de’ Medici, è l’abito con il quale era stata sepolta, esposto dopo il restauro. In raso di seta, è guarnito da ricamo in argento dorato su fondo in velluto ritagliato contornando il motivo a racemi e applicato al tessuto di fondo. Non era un indumento funebre, espressamente realizzato per venire indossato al momento della sepoltura, bensì un capo alla moda già usato in vita, analogamente a quelli indossati dal Granduca e dal figlio Don Garcia.

The dress belonged to Eleonora da Toledo, wife of Grand Duke Cosimo I de’ Medici, and it was the very dress she was buried in, which is now exposed after restoration. In silk satin, it is trimmed by embroidery in gold-plated silver on a velvet background which has been cut by encircling the raceme contour and applied to the background fabric. It was not a funeral garment, expressly carried out to be worn at the moment of burial, but a fashionable cloth which was already used in life, as the ones worn by the Grand Duke and by their son Don Garcia.

Leonardo Filasto
Nato a / Born in Firenze, 1966
Vive e lavora a / He lives and works in Sant’Agata di Mugello (FI)
leonardfil@libero.it

In my solitude, 2004
video installazione, materiali vari / video installation, various materials

Lo scheletro di Eleonora da Toledo appare impresso nel velluto giallo della cappa con la quale fu
sepolta. Da qui prende spunto la metafora di Leonardo Filastò sull’attuale stallo esistenziale. Una
duplice installazione: una donna pietrificata nel suo abito, che le preclude la scelta e da cui sembra
scappare solo attraverso lo sguardo che osserva il monitor davanti a lei. Lì, in una situazione apparentemente assai diversa, una donna si cambia sempre lo stesso vestito. Nel mondo aperto,
le possibilità sembrano infinite, ma nessuna necessaria, e l’identità della donna si disperde
nell’illusione della libertà di scelta.
L’identità, celata o esposta dall’abito, paradossalmente si rivela soltanto come orma-traccia, sindone sull’abito sudario.

Eleonora da Toledo’s skeleton appears impressed in the yellow velvet of the cloak she was buried
in. Leonardo Filastò’s metaphor on the current existential impasse starts from there. A double
installation: a woman petrified in her dress, which prevents her from choosing and from which she
seems she may escape only through the look which observes the screen in front of her. There, an
apparently rather different situation: a woman changes always the same dress. In the open world,
the opportunities seem to be infinite, but none of them is necessary, and the identity of the woman
scatters in the illusion of free choice.
Such identity, which is either hidden or exposed by the dress, is paradoxically revealed only as
mark-trace, a “sindone” on the dress/shroud.

Maria Antonia Rinaldi




Abito da sera, manifattura napoletana /
Evening gown, Neapolitan manufacture
etichetta / label: “A La Ville de Lyon - Raphael Goudstikker Naples”
1913 circa / approx.l

Questo abito da sera è appartenuto a Margaret Brinton White, moglie di Giovanni Savorgnan di Brazzà, fratello dell’esploratore Pietro. In chiffon giallo/verde con cintura e alta balza in velluto nero. Ricami ad applicazione di perline e cannucce in vetro bianche e nere formano le bordure di scollo e maniche, mentre nella gonna analoghe bordure a fascia delimitano motivi floreali stilizzati disposti longitudinalmente.
Opera di una maison rappresentativa del gusto della città partenopea nella belle époque, che aveva presente i modelli parigini ma riservava particolare attenzione all’aspetto decorativo.

This evening gown belonged to Margaret Brinton White, wife of Giovanni Savorgnan di Brazzà, brother of the explorer Pietro. In yellow/green chiffon with belt and high flounce in black velvet.
Embroideries with application of black and white glass beads and thin cans form the hems of both the necklines and the sleeves, while in the skirt similar strip hems mark the limits of lengthwise arranged stylized floral motives. Manufactured by a representative atelier of the Neapolitan taste during the Belle Époque, which had the Paris models in mind, yet with special attention to the decoration aspect.

Franco Menicagli
Nato a / Born in Campiglia Marittima (LI), 1968
Vive e lavora a / He lives and works in Firenze
f.menicagli@tiscali.it
www.francomenicagli.it

Décor, 2004
video installazione sonora, cartone, videoproiezione, DVD-Loop /
video-sound installation, cardboard, video projection, DVD-Loop

Franco Menicagli è partito da un dettaglio: la decorazione ricamata in bianco e nero di un vestito
che sottende al movimento attraverso perline cangianti. In omaggio alle arti decorative, Menicagli
realizza il movimento alluso con una video-decorazione. Una scena domestica è trasformata in
disegno animato in bianco e nero, che diviene motivo decorativo di un abito scultoreo.
L’impaginazione strofica articola il ripetersi dell’immagine in loop. Come in un telaio, i riferimenti
naturalistici si assoggettano alla funzione emblematica e bidimensionale del tessuto.
Al contrario, la spazialità del vestito-scultura è, seppur fuori scala, in funzione di un corpo che lo
abiti. La videoinstallazione gioca con lo spazio bidimensionale decorativo e con la latente valenza
architettonica dell’abito.

Franco Menicagli started from a detail: the black and white embroidered decoration of a dress
which subtends to the movement through colour changing beads. As a tribute to the decorative
arts, Menicagli carries out the alluded movement by a video decoration. A home life scene is
turned into a black and white cartoon, which becomes the decorative motive of a sculptural dress.
The strophic making up articulates the repetition of the image in loop. As in a loom, the naturalistic references are subdued to the emblematic two-dimensional function of the fabric.
On the contrary, the spatiality of the dress/sculpture is –even though out of scale– functional to a
body which inhabits it. The video installation plays with the decorative two-dimensional space and
with the latent architectural valence of the dress.

Maria Antonia Rinaldi