duomo e ghirlandina

Anna Lisa Bondioli (modena)
Luca Lumaca
(modena)
Silvia Ferri
(padova)


Nel 1099, durante la “lotta per le investiture”, quando i contrasti fra l’Impero e il Papato privarono Modena della cattedra vescovile, fu iniziata la costruzione della cattedrale romanica per accogliere la tomba di San Geminiano. Immagine dell’aspirazione all’autogoverno della città, essa fu consacrata nel 1184 alla presenza di Papa Lucio III. L’architetto fu Lanfranco, affiancato dallo scultore Wiligelmo, a cui si avvicendarono le maestranze campionesi che edificarono anche la Ghirlandina. Tra Ottocento e Novecento la chiesa e la torre furono oggetto di una vasta campagna di restauro finalizzata al recupero dell’assetto originario degli edifici. Alcune demolizioni isolarono i corpi di fabbrica, mentre l’interno del Duomo fu spogliato di altari e decorazioni aggiunte nel corso dei secoli. Furono anche ripristinati il pontile e l’ambone campionesi, le cui lastre erano state rimosse a fine Cinquecento.

The building of the Romanesque cathedral started in 1099 during the “fight for investitures”, when the conflicts between the Empire and the Papacy divested Modena of its Episcopal See, to host the grave of San Geminiano. A symbol of the aspiration of the town towards self-government, it was consecrated in 1184, at the presence of Pope Lucius III. The architect was Lanfranco, supported by sculptor Wiligelmo, whose work was then taken over by the Campione builders, who erected also the Ghirlandina tower. Between the 19th and 20th centuries, were both the church and the tower submitted to an extensive restoration campaign aimed at resuming the original aspect of the buildings. Some demolitions isolated the main bodies, and the interior of the cathedral was stripped of altars and decorations added throughout the centuries. Also the Campione stage and ambo, whose slabs had been removed in the late 16th century, were resumed.

DUOMO e GHIRLANDINA
Piazza Grande
41100 Modena, Italy

http://www.comune.modena.it/gioarte/iniziative/geminemuse/2004/



Torre Ghirlandina,
prima metà sec. XII - 1319 /
first half of the 12th century - 1319

Iniziata con la cattedrale e terminata nel 1319 da Arrigo da Campione, la torre deve probabilmente il suo nome alle “ghirlande” di loggette e balaustri che circondavano la cuspide. La sua funzione fu civile e religiosa: le sue stanze ospitarono gli archivi comunale e capitolare, l’argenteria e le reliquie del Duomo nonché la famosa Secchia trafugata ai bolognesi nella battaglia di Zappolino (1325). Più volte restaurata, fu spogliata degli ornati gotici e sopraelevata nella guglia alla fine del Cinquecento. A quella data risale anche la trasformazione in belvedere della stanza del quinto piano dove, dal 1306, risiedevano i “torresani”, custodi incaricati di sorvegliare la città e di segnalare le ore.

Started with the cathedral and completed by Arrigo da Campione in 1319, the tower most likely owes its name to the “garlands” of small loggias and balusters surrounding the pinnacle. Its function was both civil and religious: its rooms hosted the municipal and capitular archives, the cathedral silverware and relics, as well as the famous Pail stolen to Bologna at the battle of Zappolino (1325). Restored several times, it was stripped of the gothic ornaments and risen in the pinnacle at the end of the 16th century. The room at the fifth floor, which had been occupied by the “torresani” (the guards whose task was watching the town and announce the hours) since 1306, was turned into a belvedere at that same date.

Anna Lisa Bondioli
Nata a / Born in Mirandola (MO), 1975
Vive e lavora a / She lives and works in San Felice sul Panaro (MO)
anna.bond@tiscali.it

Cervia 76 , 2004
progetto per stampa fotografica su pvc,
installazione pubblica di grandi dimensioni / project for photographic print on pvc, large-sized public installation

L’intervento dell’artista riflette sulla dimensione simbolica assunta dalla Ghirlandina nel corso dei secoli. Con l’avvento della fotografia e soprattutto con il suo impiego nelle cartoline postali, questa torre campanaria ha avuto la responsabilità e l’onore di rappresentare la città di Modena più di ogni altro monumento cittadino.
Confrontandosi con questa architettura, Anna Lisa Bondioli, sembra amplificare, rasentando il kitsch, la costante presenza iconica del monumento nella vita dei modenesi, a tal punto da non abbandonarli nemmeno nei luoghi di villeggiatura. Elaborando una fotografia staccata dalle pagine del proprio album dei ricordi, l’artista ci mostra l’originale castello di sabbia come fosse un “luogo” nel quale riconoscersi, rimedio ai “non-luoghi” che spesso attraversiamo.

The work of the artist is a reflection on the symbolic dimension taken by the Ghirlandina
throughout the centuries. With the coming of photography and mainly with its use in the postcards, this bell tower has had the responsibility and the honour of representing Modena more than any other monument in town.
Facing this architecture, Anna Lisa Bondioli seems to amplify –bordering kitsch– the consistent iconographic presence of this monument in the life of Modena citizens, to such an extent that even on vacation does it not abandon them. Processing a photograph obtained from the pages of her own memory album, the artist is showing us the original sand castle as if it were a “place” of identity, a remedy to the “non-places” we often pass through.

Luca Panaro



Wiligelmo, Capitello della terza colonna del fianco sud con esseri mostruosi,
secc. XII-XIII, pietra scolpita /
Capital of the third column of the South side with monstrous beings,
12th-13th centuries,
sculpted stone

Due mostri dalle sembianze umane, ma con la testa di cane, cavalcano creature ispirate a centauri di classica memoria, volgendo il capo indietro a mordere una foglia. La critica più recente riconosce la mano di Wiligelmo anche nelle prime arcate del fianco sud dove, come nella facciata, si evidenziano quegli aspetti immaginari e mostruosi così frequenti nel mondo medievale. Tuttavia, nell’esuberanza fantastica che rende ogni mensola e ogni capitello un capo d’opera, unico nella sua prodigiosa ricchezza inventiva, il genio di Wiligelmo seppe conservare il ricordo di un passato classico.

Two monsters of human features, but with a dog head, ride creatures inspired to centaurs of classical memory while turning their heads backwards to bite a leaf. The most recent researches recognise Wiligelmo’s hand in the façade and also in the first arches of the South side where those imaginary, monstrous aspects, so frequent in the medieval world, are highlighted. Nevertheless, in the fantastic exuberance which makes a masterpiece of every corbel and capital, Wiligelmo’s genius, unique in its prodigious inventive richness, managed to preserve the memory of a classic past.

Luca Lumaca
Nato a / Born in Modena, 1978
Vive e lavora a / He lives and works in Modena
lucalumaca@tiscalinet.it

Allegory, 2004
stampa fotografica su pvc, installazione pubblica di grandi dimensioni / photographic print on pvc, large-sized
public installation

Nel Duomo di Modena l’artista si è imbattuto in una interessante raffigurazione di un capitello. Si
tratta di una coppia di centauri soggiogati da due cerberi, soggetto frequentemente trattato nella
cultura medievale per comunicare la vittoria del potere degli dei (i cui messaggeri erano gli uominicane) sulla sapienza (rappresentata dagli uomini-cavallo). Di questo bassorilievo Luca Lumaca
recupera l’insegnamento di fondo, aggiornandolo ai nostri tempi e dimostrando con rammarico che
la storia è ciclica e quindi si ripete. Oggi come allora i gruppi di potere non vogliono che il popolo
acquisti autonomi mezzi di lettura e d’interpretazione della realtà. I mass media, strumenti di controllo e di dominio, cercano d’influenzare infatti fin dall’infanzia il nostro libero arbitrio.

In Modena’s cathedral, did the artist come across an interesting representation of a capital: a couple of Centaurs subdued by two Cerberus. This subject is frequently dealt with in the medieval culture to report the victory of gods’ power (whose messengers where the dog-men) on knowledge (represented by the horse-men). Luca Lumaca recovers the core teaching of this bas-relief by updating it to our days and showing with regret that history is cyclic and thus repeats: today as in the past ages the power groups do not want the people to acquire autonomous means of reading and interpreting reality. Mass media are instruments of control and domination, which have tried to affect our free will since childhood.

Luca Panaro



Facciata del / Façade of Duomo di Modena
secc. XII-XIII / 12th-13th centuries

Wiligelmo fu probabilmente il “regista” della facciata, colui che seppe arricchire di straordinario valore scultoreo il progetto architettonico di Lanfranco. I valori plastici di Wiligelmo, perfettamente interpretati dagli allievi e dai Maestri Campionesi che proseguirono la sua opera, integrano e arricchiscono l’originaria impostazione della facciata lanfranchiana, che rivela immediatamente la struttura dell’edificio, a tre navate originariamente coperte da capriate lignee. Il tema della lotta tra l’uomo e il peccato si impone mediante la capacità narrativa e la forza espressiva delle lastre scolpite, inserite con coerenza nello spazio scandito dai tre pilastri e segnato dal protiro, dalla loggia e dal rosone gotico di Alfonso da Campione.

Wiligelmo was most likely the “supervisor” of the façade, the one who enriched Lanfranco’s architectural project with an extraordinary sculptural value. Wiligelmo’s plastic values, which were perfectly interpreted by his pupils and by the Campione Masters who pursued his work, integrate and enrich the original set up of Lanfranco’s façade, which immediately reveals the structure of the building, whose nave and two aisles were originally covered by wooden trusses. The theme of man’s fight against sin stands out in the narrative capacity and expressive strength of the sculpted slabs, which are coherently inserted in the space, articulated by the three pillars and marked by the entrance arch, loggia and gothic rose window made by Alfonso da Campione.

Silvia Ferri
Nata a / Born in Padova, 1971
Vive e lavora a / She lives and works in Padova
ferrisil@tiscalinet.it

Modenesi in esposizione, 2004
stampe fotografiche su pvc e relazioni, installazione pubblica di grandi
dimensioni / photographic prints on pvc and relations, large-sized public installation

Quando si pensa al Duomo di Modena la prima immagine che salta alla mente è la sua splendida
facciata. Silvia Ferri, invitata ad intervenire sulla Cattedrale di una città a lei non familiare, ha scelto proprio il lato più noto dell’edificio, riversando sui modenesi la propria condizione di turista.
Infatti, nel suo intervento, i cittadini locali, abituati a passare con una certa frequenza sotto il proprio Duomo, si sono trovati improvvisamente calati negli usi e costumi tipici del visitatore occasionale.
Alcuni imbracciando la macchina fotografica, messagli a disposizione dall’artista con l’intento di osservare particolari mai visti prima, altri mettendosi in posa come si è soliti fare quando si vuole documentare la propria presenza a fianco di un monumento che difficilmente si rivedrà.

When one thinks about Modena’s cathedral, the first image that comes to mind is its splendid façade. Invited to intervene on the monument of a town she is not familiar with, Silvia Ferri has just selected the most known side of the building, laying her condition of tourist onto Modena citizens. In her work, the local inhabitants, used to pass quite often under their own cathedral, suddenly found themselves plunged into the consuetude of the occasional visitor. Some of them used the camera the artist made available to them with the intent of observing details they never saw before; others posed in the way tourists are used to do when they want to record their presence beside a monument that is unlikely to see again.

Luca Panaro