museo pepoli

Antonio Sammartano


La sede museale è il trecentesco ex Convento dei Padri Carmelitani, che in epoca tardo rinascimentale e barocca ha subito notevoli modifiche ed ampliamenti. L’edificio, dotato di un ampio chiostro a due elevazioni, è contiguo all’importante Santuario della SS.ma Annunziata. Notevole è lo scalone di accesso al primo piano, noto per la sua straordinaria magnificenza, costruito con marmi locali policromi. Il museo, che prende il nome del suo fondatore, illustra, insieme alle collezioni di pittura e di scultura, lo svolgimento delle arti figurative nel territorio trapanese, con particolare riferimento alle arti decorative ed applicate. I gioielli, costituiti in gran parte da manufatti in corallo, risultano certamente tra i più pregevoli materiali esposti ma particolare attenzione meritano anche altre preziosissime opere fra le quali un crocifisso, un calice e una lampada (inizi sec. XVII), realizzati con la tecnica del retroincastro ed attribuiti a Frà Matteo Bavera.

The seat of the museum is the 14th century former cloister of the Carmelites, which was significantly modified and extended in the late Renaissance and Baroque ages. The building, which features a wide, double elevation cloister, is adjacent to the remarkable sanctuary of Santissima Annunziata (Our Lady of the Annunciation). Worth of notice is the stairway -well known for its magnificence and built in local polychrome marble- which gives access to the first floor. Named after its founder the museum illustrates, besides the painting and sculpture collections, the evolution of the figurative arts in the Trapani territory, with particular reference to the decorative and applied arts. The jewels, in their largest part crafted coral products, are certainly amongst the
most valuable material exposed. Worth of interest are also other very precious works such as a crucifix, a chalice and a lamp (early 17th century), made with the retroincastro technique and ascribed to Frà Matteo Bavera.

MUSEO PEPOLI
Via Conte A. Pepoli 200
91100 Trapani, Italy
tel. +39 0923 553269

www.regione.sicilia.it/beni culturali/


Maestro del Polittico di Trapani / Polyptych Master of Trapani, Madonna in trono con il Bambino che incorona S. Caterina e altri santi, polittico / polyptych, primi decenni sec. XV / first decades of the 15th century, tempera su tavola / tempera on panel
188 x 267 cm - inv. 146

L’opera, proveniente dall’Oratorio della Confraternita di Sant’Antonio Abate di Trapani, presenta nel pannello centrale la Vergine col Bambino che incorona Santa Caterina d’Alessandria, affiancata da San Giovanni Evangelista e di nuovo da Santa Caterina d’Alessandria. Tra i dettagli iconografici è da notare il disco che tiene in mano la Santa, che compare anche in un trittico esposto alla Galleria di Palazzo Abatellis in Palermo, la cui provenienza è attribuita all’area senese. Da qui l’opinione diffusa che l’autore dell’opera, probabilmente un siciliano, fosse influenzato dalle coeve correnti artistiche toscane.

The work, taken from the Oratory of the Confraternita di Sant’Antonio Abate in Trapani, shows in the central panel Virgin Mary with Infant Jesus crowning Saint Catherine from Alexandria. On the sides, John the Evangelist and again Saint Catherine from Alexandria. As regards the iconographic details, it is worth noticing the disk Saint Catherine is holding in her hands, which appears also in a triptych - exposed at Palazzo Abatellis Gallery in Palermo - whose origin is assumed to be the Siena area. Hence the widespread opinion that the author of this work, most likely a Sicilian, had been influenced by the coeval artistic currents of Tuscany.

Antonio Sammartano
Nato a / Born in Erice (TP), 1967
Vive e lavora a / He lives and works in Trapani
antonio.sammartano@libero.it
www.antoniosammartano.it

Pathos?, 2004
stampa digitale su alluminio / digital print on aluminum
100 x 70 cm

Una ricerca di essenzialità, compositiva e cromatica al tempo stesso, connota il lavoro presentato da Antonio Sammartano: un grande pesce che emerge soprattutto come sagoma e non per intensità volumetrica, appiattito e quasi schiacciato da un tetro fondo. Il riferimento alla simbologia cristologica del pesce è evidentissimo e carica l’immagine di una religiosità da cui affiora il dramma della Passione. I dodici codici a barre che compaiono sulla parte inferiore dell’opera potrebbero rimandare agli Apostoli raffigurati sulla predella del Polittico del Museo Pepoli. Il segno non naturalistico dei codici a barre crea però una forte discordanza simbolica e formale con il grande pesce che a sua volta si rifà all’immagine simbolica (nascosta e codificata agli albori del cristianesimo) del pesce nella tradizione cristiana. A questa relazione soggetto-universo naturale, subentra un comportamento più freddo e mentale, un fare di ordine processuale e costruttivo che rimanda ad una compostezza formale, ma di contenuti espressivi assolutamente contemporanei.

A search for essentiality, in the composition at the same time as in the colors, connotes the work submitted by Antonio Sammartano: a big fish which emerges mainly as a shape and not for its volumetric intensity, flattened and almost crushed by a dismal background. The reference to the Christological symbol of the fish is obvious and charges the image with a religiousness from which the drama of Passion can surface. The twelve bar codes represented in the lower portion of the work might recall the Apostles, who are represented on the polyptych predella of the Pepoli Museum. Still, the non-naturalistic sign of the bar codes creates a strong formal and symbolic discrepancy which evokes the symbolic image of fish in the Christian tradition that was hidden and
codified at the dawn of Christianity. This subject-universe relationship is taken over by a colder, mental behavior: a constructive, process-oriented “making” which recalls a formal composure, whose expressive contents are absolutely contemporary.

Gaetano Bongiovanni