PADOVA
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Civici
Marco Liberi (Roma?,1644 circa - Vienna, 1700 circa), Bacco bambino,
tela, 53x45
Il
dipinto è stato tradizionalmente attribuito a Pietro Liberi,
sino alla più attendibile ipotesi (Grossato 1957) dell'intervento
del figlio Marco. Il fondamentale apporto del padre alla pittura barocca
veneziana, portando la venerabile memoria dei modelli cinquecenteschi
a una dimensione maggiormente decorativa ed esteriore, condiziona la
maniera di Marco, suo principale collaboratore. Questi rende più
modulata la gamma cromatica, ottenendo una maniera piacevole, piuttosto
consumistica, da impiegarsi facilmente in costrutti di non particolare
difficoltà compositiva, che trovava riscontro nelle richieste
di una clientela internazionale. Significativamente i modi minuziosamente
costruiti con i quali Marco elabora la chioma del "Bacchino",
intrecciata a pampini e grappoli d'uva, per non dire della "smorfiosa"
resa espressiva che rende femminea la figura, rappresentano lo stereotipo
delle invenzioni paterne.
Sarcofago romano, III° sec. d.C
Il
piccolo sarcofago di trachite (alt. cm 60, lungh. cm 130, largh. cm
70) è completo di cassa e di coperchio a forma di tetto a doppio
spiovente, con acroteri angolari. LO spiovente anteriore reca scolpite
tre file di embrici, mentre quello posteriore non è lavorato,
come il verso della cassa, appena abbozzati gli acroteri posteriori.
La decorazione è costituita dai pannelli con cornice modanata,
ricavati in facciata, che occupa tutta la fronte destinata al testo
epigrafico, e nei due fianchi, i quali presentano una grossa ghirlanda
a corpo liscio, le cui estremità sono tenute strette da un doppio
polsino, dal quale si diparte una tenia che si porta verso il centro
della composizione in sinuose volute. Le dimensioni suggeriscono che
il sarcofago fosse destinato a un bambino, di cui non conosciamo il
nome. La qualità della pietra è locale.