FERRARA
- Castello
Estense
Le
Prigioni
Le
installazioni dei tre artisti ferraresi Giuseppe Cestari, Costanza Minelli
e Michelangelo Neri, nell'ambito dell'iniziativa Gemine Muse, verranno
realizzate nelle tre prigioni visitabili nel percorso museale attuale
del Castello Estense.
Le prigioni sono tutte situate nella torre più antica del Castello,
la Torre dei Leoni, ed erano destinate a rinchiudere personaggi di rango
molto elevato, in genere accusati di reati politici; fra di essi, spesso
comparivano anche membri della Famiglia Estense. La prima cella che
si incontra è la cosiddetta "Prigione di Don Giulio":
piuttosto ampia, specie se paragonata a quelle dell'interrato, era destinata
a più persone. Colpisce sui muri la presenza di iscrizioni varie
e di una specie di passatempo, simile ad una scacchiera o cruciverba,
che risalgono al Cinquecento. La prigione prende il nome da Don Giulio
d'Este che qui trascorse lunghi anni di reclusione. La visita procede
inoltrandosi ulteriormente nel cuore della torre, attraverso una ripida
scaletta: si giunge così in un angusto corridoio, a un capo del
quale si trova la prigione di Parisina Malatesta. L'ingresso è
decisamente scomodo e difficoltoso, e rende solo in minima parte l'idea
dei disagi e delle sofferenze subite dai prigionieri, qui costretti
praticamente a vivere in assenza di luce e quindi anche di aria. All'altro
capo del corridoio, si trova la prigione di Ugo d'Este. I due giovani,
di cui le tetre celle portano i nomi, erano rispettivamente la seconda
moglie e uno dei tanti figli illegittimi del Marchese Niccolò
III. Coetanei, i due finirono per innamorarsi e scontarono la loro passione
con la reclusione nelle prigioni, seguita dopo poche settimane dalla
decapitazione.