UDINE
- Galleria d'Arte Moderna
Nel guardarsi
indietro, alla ricerca di un possibile alter ego con cui confrontare
la propria esperienza del presente, i tre giovani artisti friulani,
attingendo dalle collezioni della Galleria d'Arte Moderna di Udine,
hanno scelto tra maestri che fanno parte della "tradizione"
del moderno. Si tratta di una scelta articolarmente significativa dal
punto di vista culturale, più problematica e stimolante, a mio
avviso, di un confronto "alla lontana" con opere o manufatti
di secoli remoti perché implicante un'attenta lettura
dell'arte italiana del Novecento e il riconoscimento di matrici linguistiche
ed espressive tutt'oggi valide e degne di essere approfondite al di
là di mode e modi dilaganti, spesso imposte da altre culture.
Tale scelta e i progetti che ne derivano attestano il ruolo fondamentale
dal punto di vista formativo, di un'istituzione come una galleria d'arte
moderna dove all'antica pratica della copia dal vero, si sovrappongono
altre modalità di fruizione e di conoscenza e soprattutto dove
il continuo divenire dell'arte ha una sua prima sedimentazione e decantazione,
senza essere del tutto "musealizzato".
Questo è il caso, ancora oggi massimamente provocatorio, dello
Spazialismo di Lucio Fontana che Daniele Devoti intende applicare al
procedimento fotografico usando il gesto del taglio come foro attraverso
il quale la pellicola verrà impressionata dalla luce, applicando
la sua personale tecnica del photofinish a immagini televisive. Attenta
alle possibili valenze estetiche della manipolazione dell'immagine,
Monica Faccio non poteva che scegliere Mario Schifano, e ricrearsi,
partendo dallo stereotipo della palma, una sua personale oasi attraverso
una natura del tutto artificiale, felice e ambigua nello stesso tempo,
come ogni buona comunicazione pubblicitaria al giorno d'oggi, mentre
Carlo Vidoni fa sue le contaminazioni e le metamorfosi di senso e di
forma di Savinio per interpretare, ricorrendo alla nobile arte dell'ironia,
quel suo mondo surreale attraverso gli oggetti e i simboli del nostro
e del suo quotidiano. Al di là dei risultati, sicuramente promettenti,
siamo convinti che il confronto sarà stimolante e foriero di
nuove interpretazioni per le opere dei tre maestri anche per il pubblico
attento e partecipe della nostra Galleria.
Mariella
Rossi