MODENA
- Palazzo
dei Musei
Michela
Lorenzi, L'ultima ferita
L'artista si confronta artisticamente con la collezione delle armi ottocentesche
appartenute al Marchese Paolo Coccapani Imperiali, osserva e disegna
l'oggetto metallico, lo disegna fino a quando diviene capace di possederlo
e di "usarlo" con ironia e spregiudicatezza.
Nei due libri intitolarti Tu non mi controlli e L'ultima ferita Michela
Lorenzi esibisce le sue armi, idee di carta, con le quali rivendica
il bisogno di comprensione ed afferma il suo diniego contro l'indifferenza
e l'insensibilità. Nell'opera il femmineo ostenta la sua rivincita,
è ardito e giocoso, viene evocato in Il tuo massaggio plantare,
Cenerentola: richiamo e monito alla fanciulla della fiaba in cerca o
in fuga da azzurri paesaggi, oggi in cammino lungo sentieri di vita
reale, vissuta con femminile intelligenza.
Cristina Mirandola Frazione di tempo N.1
L'opera dell'artista elabora il concetto del tempo, tempo ritrovato,
inaspettatamente, nell'attesa di indossare i propri abiti: stoffe che
modellano la personalità, stoffe che rispecchiano tendenze di
moda, stoffe che esibiscono appartenenze sociali e differenze personali.
Cristina Mirandola ripropone una dimensione temporale ormai perduta,
il tempo della pazienza, ricostruisce il tempo perso nella frenesia
della contemporaneità, pone timbri su improbabili abiti, testimonianza
del tempo odierno, tempo sprecato, perché possa essere contemplato
e ricordato solo dopo essere stato pienamente vissuto.
Davide
Bertocchi Remix
Davide Bertocchi coglie con intelligente ironia alcuni aspetti dell'evoluzione
della civiltà occidentale e si interroga sui cambiamenti radicali
che stanno mutando il nostro modo di pensare e di vivere. In un ambiente
in cui l'immagine del passato è scolpita nella pietra e le informazioni
sul glorioso Impero Romano si estendono al culto dei morti, l'artista
scolpisce nel marmo l'epigrafe di miti occidentali. L'evoluzione tecnologica,
quella culturale, le ambizioni e le strategie dei popoli nel conquistare
e governare territori sempre più vasti, la nascita di miti effimeri,
l'integrazione tra i popoli e la convivenza di culture diverse, sono
le riflessioni racchiuse e silenziosamente enunciate nella marmorea
citazione della sua opera.
Simona
Giovani