GEMINE MUSE
[critici]
 

FIRENZE - Chiostro S.Maria Novella
Impressioni sull'acqua
Non piove nella rappresentazione del diluvio di Paolo Uccello. Il momento scelto è quello della recessione delle acque, del dolore, dell'uomo chiuso fuori dall'architettura possente dell'arca. Punti di fuga divergenti inquadrano scorci arditi di cadaveri, mazzocchi, botti e oggetti sparsi, tutto orchestrato in un unico spazio urbano. È l'immagine del sovvertimento della natura, rappresentata attraverso colori astratti e metafisici che accentuano una chiara distinzione fra l'atto intellettuale del vedere che prevale sull'imitazione naturalistica.
Manca l'acqua, l'agente naturale, la forza prorompente che ha scatenato il dramma antico, elemento reale che diventa centrale nel lavoro di Pierfrancesco Gnot.
Attraverso la fotografia, traccia dell'accaduto, l'acqua diventa il dato, la prova qualificante di una visone naturalistica.
Attraverso la forma del trittico l'artista prende appunti, impressiona la pellicola, creando tre immagini, tre impronte fotografiche in cui l'acqua è principio e condizione distintiva. Il potere della fotografia di fermare la pioggia conferisce al lavoro un'accezione 'oggettiva', reale. L'immagine diventa documento, indizio della realtà. Non quindi una ideale distorsione della visone, quanto piuttosto un'appartenenza alla natura e al mondo fenomenico catturato in una frazione di tempo esposto.
L'artista non può comunque eludere il tema prospettico pensato in una rappresentazione del porto di Livorno, dove gli alti bastioni rossi suggeriscono struttura e colori delle pareti dell'arca. L'acqua - come nell'affresco - è fuori dalle mura. La pioggia, dato naturalistico, invade le altre due immagini. L'atmosfera saturata dalle gocce d'acqua rende disagiata, scomoda, ma allo stesso tempo 'normale', 'comune' - quindi non mistica - la condizione dell'uomo.

Daria Filardo