GEMINE MUSE
[critici]
 

PRATO - I Tesori della Città; Palazzo Comunale
Manuela Menici
L'opera di Emanuela Menici oscilla tra l'installazione e il quadro. Usa sovente una tavolozza fatta di stoffe, fili di lana o di cotone, immagini ritagliate, frammenti di tessuto. I suoi quadri chiedono di essere sfiorati, toccati, come si fa con una stoffa, appartengono ad un mondo tattile oltre che all'universo visivo, i suoi ambienti totali possono essere attraversati, abitati, in quanto la sua pittura esce fuori della cornice, o meglio, la cornice si apre e si sviluppa in una nuova dimensione architettonica e spaziale fino a diventare ambiente. L'artista ha scelto di lavorare sulla predella di Bernardo Daddi raffigurante le storie della Sacra Cintola. Nelle scene centrali è rappresentato il matrimonio fra Michele, il mercante pratese, e la giovane palestinese che porta in dote la sacra cintola. L'episodio ha un significato storico e sociale sconcertante. Su questa scena così attuale si è concentrata Emanuela Menici che ha creato una sorta di paliotto contemporaneo installato vicino alla preziosissima predella.
Federico Gori
Niente è sottomesso alla consumazione visiva quanto un capolavoro dell'arte antica, un monumento celebre. Vedere in modo diverso significa scoprire di nuovo la cosa, leggerne altre qualità, parteciparne altri significati. Federico Gori, ha scelto di rinnovare l'immagine della fontana del Bacchino. La fontana è assai complessa per i significati riposti che sottendente così come per l'impianto. Gori parte dalla fotografia che stampa su grandi formati che poi incide o copre di segni evidenti, di una scrittura segnica che a volte accentua i contorni delle cose, ne ridisegna la forma. La trama di segni sembra costruire una specie di mappa labirintica di tracce e sentieri. In entrambi i casi la fotografia, riscritta pittoricamente, si trasforma nell'evento formale di un processo. In quest'occasione ha prima fotografato dall'alto la fontana, poi ha riprodotto su tela l'immagine ottenuta incidendola di segni. La foto è stata issata su un'asta e trasformata in una bandiera installata a fianco della fontana. Dall'alto il bacchino diventa così un trilice, al centro di una grande vulva, simile ad una gorgona. Sottratta dal campo della scultura, l'immagine, emblematica, è diventata il simbolo di un gioco di destrutturazione e ricostruzione araldica.

Sergio Risaliti