GEMINE MUSE
[critici]
 

ANCONA - Pinacoteca Comunale
Silvia Curzi
Con la scelta dell'Accademia di Belle Arti avrebbe potuto suggestionarsi di "attualità", perdersi tra le sirene della "voga", invece.
Silvia Curzi dopo aver incrociato le strade e le dita dei diversi linguaggi contemporanei, certamente non ne è uscita indenne , anzi si è misurata con essi, ne ha discusso quotidianamente ne ha assorbito le possibili energie, al punto che il suo lavoro è maturato e si presenta come punto attivo e interlocutorio nell'ambito del presente artistico italiano.
Usa la pittura, in particolare l'acquerello, dipinge per schegge di realtà, ama osservare il particolare, inteso come parte autosufficiente dell'insieme che le risulta troppo ingombrante, allora ne stacca i pezzi e li smaschera individualmente, li scopre per rendere loro il mistero che gli spetta.
Recentemente ha dipinto una gran quantità di acquerelli raffiguranti tutto ciò che si trovava in cucina nell'arco di una giornata, dalla frutta alla verdura agli utensili, in soluzioni di frammenti cartacei, collocati poi in modo estraniante sulla parete. Una sorta di mosaico esploso in cui ogni singola immagine si allarga nello spazio come meteorite per assumere identità autonoma di opera. Anche la sua vita è fatta di linguaggi diversi; Silvia Curzi canta in un gruppo e persino il suo modo di cantare si può assimilare ai suoi dipinti, un continuo di frammenti sonori modulati che il testo non riesce a trattenere.
Per questo motivo l'opera scelta è un piccolo capolavoro di Carlo Crivelli presente nella pinacoteca di Ancona: "La Vergine col Bambino", in cui figurano molti elementi simbolici sottoforma di ortaggi e frutta che sicuramente costituiscono l'opportuno strumento indispensabile per un lavoro liberamente ispirato a quell'opera.

Carlo Cecchi