CATANIA
- Museo Civico Castello Ursino
I tre lavori selezionati, per quanto diversi uno
dall'altro, sono accomunati da un'unica volontà sottostante:
tentare di fare interagire il pubblico con le opere del passato, stimolandone
la curiosità, l'interesse e financo il coinvolgimento in prima
persona, attraverso i lavori contemporanei.
E per raggiungere tale obiettivo ricorrere, criticamente, a strumenti
propri della comunicazione di massa: la restituzione dell'originale
tramite la finzione pubblicitaria, la riproduzione fotografica e la
ripresa diretta.
Tale attitudine mentale pone ancora una volta in rilievo la questione
legata all'importanza delle mostre temporanee, alla loro valenza derivata
anche dall'essere un evento legato al qui ed ora, all'attrazione esercitata
nei confronti del pubblico. Attrazione in questo caso derivante non
dalla contrapposizione, né dal semplice accostamento, ma dalla
sinergia con quella, di tutt'altro segno, propria del patrimonio storico-artistico.
Ambra Stazzone
In
Pazza da morire Nunziatina Mascarello stravolge, attraverso una rielaborazione
grafica, la lucida follia della Testa di Ofelia di Michele Rapisardi,
traducendola in uno spot pubblicitario nel quale immagine e slogan verbali
interagiscono, mescolando ironicamente high and low.
Un'ironia ludica e gioiosa caratterizza Ipotesi di gioco di Daniele
Alonge: installazione concepita come un workshop in museo con la partecipazione
del pubblico al quale è affidata la possibile ricostruzione delle
riproduzioni fotografiche di alcune opere della collezione civica.
Nella videoinstallazione L'altro di Dario Vinci e Melina Viro tre monitor
mostrano l'immagine video della scultura raffigurante il principe Biscari.
L'informazione visiva che passa attraverso le videocamere provoca, però,
un processo di straniamento, spostando l'immagine proiettata in una
dimensione 'altra' rispetto alle coordinate spazio-temporali e all'esperibilità
tattile dell'originale.
Lucilla
Brancato