Prana, 2021 S. Principi, J. Spadaro

Prana, 2021 S. Principi, J. Spadaro

PRANA, video 00:04:38, S. Principi, J. Spadaro, 2021

Prana significa forza vitale originaria, è una parola sanscrita composta dalle sillabe “pra” e “na”. NA significa “movimento” e PRA è un prefisso che significa “costante”: perciò, Prana significa “movimento costante”. Questo movimento costante comincia non appena siamo concepiti nel grembo di nostra madre. Il video proposto è costituito da diverse riprese che creano due situazioni distinte che dialogando tra loro danno vita ad una narrazione . La prima situazione mostra un classico esperimento di chimica, soprannominato : “il serpente del faraone”. La reazione chimica causata avviene tra zucchero e bicarbonato che, posti su una superfice di sabbia intrisa di alcol e datole fuoco, produce dei prolungamenti serpentiformi . Il calore generato dalla combustione dell’alcol fa sciogliere lo zucchero e nel contempo fa decomporre il bicarbonato liberando anidride carbonica, i rigonfiamenti che si formano sono costituiti da zucchero fuso mescolato a carbone generato dalla combustione del medesimo, il tutto gonfiato da anidride carbonica. La seconda situazione invece rievoca l’ambiente dell’utero materno e una sorta di crisalide, attraverso riprese effettuate in un luogo buio illuminato unicamente da una luce rossa e l’ausilio di un telo trasparente. Al suo interno un soggetto femminile prima dormiente, acquista nel passare dei minuti coscienza del suo corpo e del luogo in cui si trova. La vediamo inizialmente muoversi dolcemente, poi alzarsi in piedi e accarezzare le sue forme fino a prendere atto dell’involucro in cui è contenuta. I movimenti sono scanditi dal rumore del suo respiro che prima lieve diventa sempre più manifesto. Successivamente il soggetto si abbassa, respira, assume una posizione fetale, consapevole che sta per arrivare il momento di abbandonare l’ambiente che l’ha ospitata. Al termine della reazione chimica coincide anche la conclusione della sua permanenza all’interno di questo ambiente. A seguire le riprese si spostano all’interno dell’involucro e per la prima volta le forme della figura si mostrano chiare e definite (analogamente al feto all’interno dell’utero materno una volta che si è completamente formato). Infine, esce. L’immagine del soggetto viene così sostituita da quella dell’involucro che lentamente perde l’acqua e che sembra quasi spegnere il fuoco generato nella prima situazione, sottolineando il termine di questo ciclo vitale . L’acqua è un elemento fondamentale nel corso della narrazione poichè si contrappone al fuoco, rispecchiandone la stessa funzione creatrice, di fatto l’acqua è fonte di vita . Entrambe le situazioni in realtà alludono all’idea di un ciclo vitale: la figura finisce per immedesimarsi con l’elemento generato da queste fiamme, imitandone i movimenti, distinguendosi però nelle scene finali dove al contrario di quest’ultimo, che termina la sua esistenza, lei viene “data” alla vita.