Cinzia Delnevo

Nata nel 1982 a San Secondo Parmense, vive e lavora tra Bologna e Londra.
Nel 2011 si è laureata in Arti Visive presso lo IUAV di Venezia. Ha trascorso un periodo di studi all’estero presso la University Vincennes-Saint Denis (Paris8) di Parigi. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Bologna laureandosi nel 2006 e seguito un corso di formazione promosso dalla Regione Emilia Romagna ‘Il mestiere delle Arti’ 2009-2011. Ha partecipato a mostre collettive e personali tra cui TRA/ARADA/INBETWEEN a Tophane-i Amire, Istanbul, Here we are | Il luogo è sempre specifico al Padiglione Arte Contemporanea di Ferrara a seguito di un mese di residenza, e presentato la mostra personale Dodici| Esperienze non lineari del tempo al Museo Casa Ludovico Ariosto a Ferrara nel 2011. Ha fatto parte del progetto di arte pubblica Container Laboratorio/Osservatorio mobile a Bologna. Nel 2012 partecipa a Passato Prossimo, Arte nell’era della post produzione alla Rocca Estense durante la XXXII Biennale Roncaglia a San Felice sul Panaro (Modena), con un’opera in collaborazione con l’artista Cesare Pietroiusti. Nel 2013 è presente alla doppia personale Legami Deboli, Amedeo Abello & Cinzia Delnevo all’interno di Galleria Cinica a Palazzo Lucarini, Trevi (Perugia). Nel 2015 è selezionata per il premio Jerwood Drawing Prize 2015 ed espone in una mostra itinerante tra Jerwood Space a Londra e poi Falmouth Art Gallery a Falmouth, Sydney Cooper Gallery a Canterbury, Cheltenham Art Gallery a Cheltenham negli UK. Performa pubblicamente durante il festival Total Design Box del 2016 Overwhelmed Till The Yearning all’Ex Ospedale dei Bastardini a Bologna e partecipa a Draw to Perform3, simposio internazionale di disegno performato alla Crows Nest Gallery a Londra.
La sua poetica indaga dinamiche nascoste e aspetti latenti presenti nella realtà in cui viviamo. I suoi disegni rispondono ai condizionamenti dei dogma ideologici della società capitalistica con l’intento di emancipare il proprio essere come ‘soggetto individuale’ intraprendendo coscientemente una pratica manuale. La sua intenzione è quella di emulare un atto di manodopera in cui manifattura attraverso segni ripetitivi forme inaspettate, sublimando in questa prolungata azione una comprensione personale di cosa potrebbe essere una silenziosa, ma non completamente immobile, meditazione.
Fa anche uso di performance con un intento di ricerca, performate senza comunicazionicarlo in precedenza e sono organizzate come una serie di ‘azioni nascoste’ nello spazio pubblico.