Sole Bianco (monologo di un condannato a morte)

Sole Bianco (monologo di un condannato a morte)
Sole bianco (monologo di un condannato a morte)
Strane certe ombre contro la luce solare… deve essere di legno scuro, nocciolo forse le sedie a casa di mia suocero erano di nocciolo pesanti da spostare come il piombo quando ci sedavamo attorno alla tavola era una gara per afferrare quelle più chiare di ciliegio soffro di vertigini mi spingo indietro per evitare di barcollare come quando si è in barca come quando vedi il fondo del mare con gli occhialini e tutto è blu e tutto e silenzio e nuotiamo a bracciate disordinate verso riva perché noi si ha paura del buio
Chissà perché
Mentre si aspetta di essere interrogati ho sempre un po’ voglia di vomitare ho perso l’ultima scommessa l’ultimissima scommessa mentre ti sfregiavo seno polmone cuore con un coltello e il sangue era caldo caldo come il pane appena sfornato caldo come un gattino che si è appena svegliato e si stiracchia con le unghia sguainate e per un momento ho dimenticato perché perché l’ho fatto anima mia c’è sempre una ragione se un uomo barcolla su un quadrato di legno (scurito? Nocciolo?) muori bastardo di un cane figlio di puttana
Madre
Ho dimenticato le scarpe nella stanza ho lasciato la televisione accesa quando all’improvviso è arrivato il temporale e c’è stato il conto circuito ecco perché non funziona più l’interruttore di accensione non è stato papà papà non c’era non gridare non piangere mai più così forte da seccare gli alberi da far lacrimare il cielo stille di cenere da far seccare gli alberi e i fiori e l’orto con i cavoli sfiorito seccato
ricordo
Quando ho scoperto con mio cugino i cacciaviti. Sai, i temperamatite non son cambiati mai. Sempre quella vite corta che fissa al blocchetto di metallo o legno…una lama affilatissima. E che gioia passarla sulle copertine di libri dal cartone doppio scoprire che, si, si può tagliare, e che si, si può costruire dal nulla un’arma micidiale in grado di sovvertire il corso di una guerra. Ma anche di tagliuzzare i piumoni di mia madre. E anche gli angoli del tavolone del soggiorno
è più facile, figlio mio, guastare vuoi far bruciare un bosco gettaci una sigaretta e le foglie secche fan tutto il resto ma tu, tu, tu hai una dedizione particolare le tue mani al rammendo ago e filo ago e filo ago e filo e a scuola (machilavuolelascuola???) la stessa cosa tuo padre ti vuol mandare in collegio ma pure così è più facile guastare che costruire ago e filo ago e filo ago e filo (se non fosse perché hai urlato anima mia…) perciò è una scommessa io devo stare tranquilla ma tu, tu tu ci stai? Ci arrivi a 40 anni con un posto di lavoro non dico una famiglia ma un lavoro ago e filo ago e filo ago e filo al rammendo decente? Un lavoro decente?
Sole bianco
Le luci dei neon son sempre troppo forti.
Meglio quelle gialle di una volta
Quando entrava attraverso le fessure della tapparella non dava fastidio
Ma la luce bianca, questa luce
Sembra di essere in sala parto, o in classe, durante un interrogazione
Perché fuori piove e continua a piovere
Cenere
E lo stomaco brucia e la gola si contrae
Come quando si urla, come quando si vomita
Mantenersi in equilibrio in piedi, su mattonelle vecchie
Mentre si chiede, si chiede, si chiede
È la luce bianca quella più persistente
E fuori piove
Cenere
Se non fosse che hai urlato anima mia
Giovanotto…( quella troia cagna che ti ha partorito…adesso vedi…animale) giovanotto….la seconda guerra mondiale…lo abbiamo ripetuto centinaia di migliaia di volte…la data….non ne voglio sapere tutte, ma una, uuuuuuuuuna santa miseria che Dio vi benedica e vi faccia venire un po’ di giudizio in quelle teste malate dimmelo tu, Palumbo, è il…
Sole bianco. Camminavo per strada. E’ stato il sole bianco. Il libro che leggevo. Me l’ha tolto dalle mani. Era la Bibbia. Una fiamma. Tutta una fiamma. Succhiata in alto. Come tutto il resto. E il sole bianco. Piangevo perché non trovavo gli occhiali. Erano di osso. Erano belli. Me li invidiavano. Ma anche se li avessi trovati. Dove metterli. La faccia gonfia. E’ stato il sole bianco
……non piangere più così da inventare l’inverno da asciugare i ruscelli e tramutarli in neve non piangere più faccio tutti i compiti e a ho preso 8 in Italiano non piangere più perché tutto è diventato cenere cenere cenere da spargere sui nostri giochi da bambini sulle nostre Barbie dai capelli colorati con l’uniposca e i piedi mangiucchiati cenere cenere sulle macchinine giocattolo la mia rolls royce perduta in un canale di scolo l’ho cercata a lungo non l’ho trovata più
se tu non avessi urlato anima mia
ti avrei ricucito il corpo con minuzia da sarto cinese. Come si fa con la seta. Avrei raccolto il tuo sangue e te lo avrei rimesso nelle vene, sissignore! E ti avrei soffiato nella bocca come una bambola ti avrei ridato vita. E ti avrei fatto più bella, anima mia, tanto più bella. Mi avresti abbracciato come prima avremmo fatto l’amore come prima e dopo, si, dopo ti avrei lasciato andare, e sarei stato felice perché meglio viva che adesso. Perché non ricordo, anima mia, io non ricordo più perché. Bocca di rosa. In sangue…
Dicono che è per vederci meglio
Puoi vedermi tu, papà
Mamma
Tu, tu puoi vedermi?
Ma?!
Ulteriori informazioni: http://www.myspace.com/tantalotantalo/blog?page=3#ixzz0zhhKrzg9