Davide Iervolino

Cinema
Pop/rock/black/world Music
Altro
Teatro
Davide
Iervolino
Città
Settimo Torinese
Nome del gruppo
Jervo
Nazione di nascita
Italia
Provincia
Torino
Età
46
Profilo
Sono nato nel 1978 in provincia di Torino,e l’impatto con la musica è stato da subito fulminante: a tre anni martello i tasti del mio piano, un Lipp and Sohn. Dall’età di otto anni comincio gli studi di pianoforte classico sotto la guida di Raf Cristiano, fumatore di Toscani e acquerellista. Dopo anni di musica classica, a scuola un mio compagno, Marco Nannini, decide di imparare a suonare la batteria. Piano piano nasce un gruppo, scriviamo assieme canzoni dal tono satirico, mi avvicino ad altri strumenti musicali, la chitarra e il basso. Ascolto i Queen, i Police, Bob Dylan, Franco Battiato e musica lirica. Con un altro amico di lunga data, Luca Michieli, inizio con scarso successo a fare concerti in giro. Comincio a cantare. Suoniamo "Message in a bottle", "Truth hits everybody", "So lonely" dei Police, con una base di batteria preregistrata, perché non troviamo un batterista che sia uno. Compongo i miei primi brani in inglese con Luca: "Dreamin'", "Where she goes", "Over the sea", "The other hand of the sidewalk". Nel 1995 incido in studio il primo album "A martian on earth" distribuito in 150 copie ad amici e parenti. Ho diciassette anni, ma le influenze musicali 'subite' in famiglia (Bob Dylan, Sting, Neil Diamond, Elvis Presley, Franco Battiato, John Denver, Frank Sinatra) si fanno sentire. Tra i brani di quell'album l'unico che salverei oggi è "Faraway", una ballata per pianoforte e voce con sfumature jazz delicate. Nel 1997 mi iscrivo al Centro Jazz di Torino e scopro un mondo. Mi accorgo che esistono altre sonorità, altri accordi, che il suono 'sporco' ha un suo fascino. Con Luca approdo negli Hopfrog (lui chitarra elettrica, io al basso) partecipando a numerosi concerti in locali di Torino e provincia come bassista e compositore del gruppo. La band mescola le varie influenze musicali degli anni ’90: hard-rock, grunge e progressive. Nel frattempo partecipo come solista nel 1996 al concorso nazionale “Scrivi la tua canzone” con il brano “Senza fine”. La giuria, composta fra gli altri da Fabrizio De Andre’, Francesco De Gregori, Franco Battiato e Pasquale Panella, mi classifica fra i primi 20 a livello nazionale, il più giovane di tutti i cantautori in gara. Ma non vinco. E il sogno sfiorato mi butta giù. Si scioglie il gruppo, piano piano, per divergenze musicali. Provo con mio amico a formare un gruppo blues. Gli inizi sono confortanti, c'è armonia, ma c'è poco interesse musicale. Approdo poi come pianista e arrangiatore, dopo lo scioglimento del gruppo Hopfrog, negli Stinginjazz, band multietnica che rivisita i gli spunti jazz dei brani di Sting e dei Police, giungendo a risultati apprezzati anche da un pubblico di 'nicchia'. Mi esibisco anche all’estero, in Francia, e in numerose rassegne nazionali e locali. Dopo l’esperienza con gli Stinginjazz torno ad elaborare un mio progetto musicale fortemente influenzato dalle avanguardie acustiche ed elettroniche europee e da un passato musicale che non conosco. Rimango folgorato da Jeff e Tim Buckley, da Bjork e dai Kings of convenience. Comincio quindi l’attività di compositore di colonne sonore teatrali e cinematografiche (tra gli altri spettacoli “Scarpe sinistre”, "Luna Park" e “Coldiretti impresa”, con i quali ottengo recensioni a stampa) per numerose compagnie teatrali e cinematografiche. Nel frattempo mi iscrivo al DAMS, rimango folgorato dall'arte cinematografica e comincio a girare cortometraggi e documentari. Dopo l'attentato alle Torri Gemelle mi scopro cittadino del mondo e cambia il mio modo di comporre. Non più brani intimistici quotidiani. Inizia la Fase Apocalittica o Politica. Leggo, mi informo, studio relazioni internazionali, leggo trattati di politica ed economia, e comincio a comprendere il perché di certi meccanismi. Scrivo "The Apocalypse song", forse uno dei miei brani preferiti. Nel 2002 mi chiama la Fondazione Donat Cattin a girare un documentario dal titolo "Il gruppo universitario antifascista torinese degli anni '40", un emulo torinese della Rosa Bianca, gruppo eversivo della Germania Nazista. Continuo a scrivere brani: "The rhythm of the ocean", "Unbelievable", "Almost madness", "It gotta happen". Nel 2005 il mio brano "The rhythm of the ocean" viene trasmesso da Radio Centro 95. Nel 2006 partecipo al concorso nazionale Nokia for Music, e soprattutto a dicembre sposo Valeria, la volpe del deserto. Verso la fine del 2007 nasce nostro figlio, Francesco. La Compagnia Anna Bolens mi dà carta bianca per creare un'opera musicale. Dopo molti tentennamenti scelgo di trattare un tema delicato: il conflitto israelo-palestinese. Nasce l'opera "Shalom Salam", per pianoforte, violino e due voci liriche. Il grande successo di pubblico e la presentazione dell'opera al Salone del Libro di Torino mi spingono a continuare su questa strada. "Shalom Salam" è ora disponibile su cd e Dvd.