davide raimondi

Grafica E Illustrazione
Arti Visive
davide
raimondi
Città
cuneo
Nazione di nascita
italia
Provincia
Cuneo
Età
40
Profilo

 

“La giusta maniera di fare, lo stile, non è un concetto vano. È semplicemente il modo di fare ciò che deve essere fatto. Che poi il modo giusto, a cosa compiuta, risulti anche bello, è un fatto accidentale”. PapàHemingway

Davide Raimondi nasce nella ridente e ridanciana cittadina di Cuneo il 6 novembre 1984, sotto il nefasto segno dello Scorpione. Fin da piccolo –come da manuale biografico- dimostra una discreta creatività, imponendosi sulle pareti di casa con estemporanei lampi di genio e geniali schizzi, poco meno che prospettici. Dopo le scuole elementari, e per forza di cose quelle medie, si iscrive al Liceo Artistico della sua sempre più ridente e ridanciana città -e questo più per mancanza d’altre idee che per la succitata e distruttiva vena creativa. Ivi, infatti, non si formerà né in quanto artista né in quanto uomo, come ampiamente dimostrato dalla scelta post-acneica d’iscriversi all’accademicissima Facoltà di Filosofia in quel di Torino, ove, in un numero poco meno che esemplare di anni, si laureerà. Ripreso in  mano il proprio talento, Davide Uaz Raimondi –così come spesso soprannominato da se stesso di fronte allo specchio- informa ora del proprio genio plurime superfici cartacee e non...L'incompreso genio, lungi da stereotipate e biografiche banalità così consuete di questi tempi da “tuttisiamqualcunosec'abbiamoerblog”, così ama presentarsi: “Parto sempre da un verso, una riga, una strofa, una frase, una citazione, un paragrafo, un capitolo, una massima sulla porta di un cesso; che sia mia, tua o di chissà chi. Mi piace dare forma, vita, sostanza a una canzone, a una poesia, a un racconto, a un personaggio che non potrebbe partorire nessun altro all’infuori di me. Non sopporto i geni compresi e gli artisti benedetti, il cielo bianco orzata e le prediche dei razzolatori. Amo ascoltare una canzone fino allo sfinimento mentre la rovescio su un foglio,disegnandola. Amo leggere una poesia e spezzettarmela in immagini, farne un film a strappi nella camera oscura del mio cranio, prima di vomitarla sulla carta.  Prediligo il bianco e il nero, l’ombra che scompone e rintuzza la luce, odio la scala dei grigi e il marrone. Amo, più del bianco e men del nero, le tinte pastello. Apprezzo, laddove mi sembrino funzionali, i colori vivaci, avveniristici, ansiogeni. Dopo lunga riflessione ho anche dovuto constatare con gran delusione che non sono poi molto originale nei mezzi: matita, gomma, Tratto Pen, Rapidograph, pennarelloni , pennarelli e pennarellini, chine, Pantoni, pennelli, una lampada accesa per far luce e il lampadario a riposo per far ombra. Ogni tanto abuso combinatamente di pastigliette di valeriana e pastiglioni di ginseng, provocandomi dei piccoli scombussolamenti comportamentali. Per il resto vivo”.Alcide Brombelli, Le millanta fatiche del Raimondi, ed. Montatori, 2012