Donatella Barbagallo

Arti Visive
Design
Moda
Donatella
Barbagallo
Città
Zafferana Etnea
Nazione di nascita
italia
Provincia
Catania
Età
42
Profilo
Giovane pittrice, 1982, diplomata presso l’Accademia delle Belle Arti di Catania con il massimo dei voti. Il suo percorso è una fusione tra il mondo silenzioso della pittura e quello fastoso della moda.
Seguendo un viaggio parallelo tra arte e moda, le opere di Donatella Barbagallo sono la presentazione di un mondo surreale, dove i personaggi si liberano dalle loro inibizioni e agiscono nelle performance meno consuete, indisturbati e disinibiti, i manichini diventano atti di accusa che nascondono la loro identità. Si parla di violenza, prostituzione, transessualità dell’identità.
“ E appena mi tocco mi manco perché suppongo la realtà che gli altri mi danno, e io so gia’ di non avere” Pirandello
Le città create da forme geometriche nascono dall’idea che queste figure portano all’interno i segreti inconfessabili degli abitanti, non ci sono vie di uscita e tutto rimane in bilico tra la realtà presentata dall’ apparente vivacità dei colori, in contrasto con i duri angoli dell’architettura del paesaggio in rovina.
Partecipa a diversi concorsi di carattere internazionale, dove gli abiti vengono creati con enormi tele dipinte con pittura a olio, xilografie e sculture, questi sfilano accanto a nomi dell’Haute couture come Lancetti, Fustemberg e Galitzine. Vi è anche la presentazione delle proprie opere in trasmissioni televisive come “Sereno variabile” , “La vita in diretta” su raidue, e numerose partecipazioni al programma “Insieme” su Antenna Sicilia. Un momento di grande successo è stata la partecipazione ad AltaRoma nella famosa via Margutta.
Seguendo un percorso parallelo tra arte e moda, le opere di Donatella Barbagallo sono la presentazione di un proprio mondo surreale, quello in cui viviamo tutti, che viene raccontato nelle passerelle, l’immagine distratta, veloce che vediamo in un qualunque angolo di via, chiave di lettura sta nel back stage, allora i quadri presentano personaggi che si liberano delle loro inibizioni e agiscono nelle performance meno consuete, indisturbati e senza portare maschere, i loro ruoli vengono definiti solo dall’abito che indossano, aggiungendo i particolari del viso il loro gioco verrebbe distrutto.
In questo paesaggio surrealista si crea una lettura metaforica, ogni elemento porta alla soluzione, pur restando un componente a se, isolato nel proprio comunicare, celato nei visi senza sguardi dei manichini che partecipano alla scena.