Giada Fedeli

Arti Visive
Cinema
Arte Pubblica
Giada
Fedeli
Città
Pisa
Nazione di nascita
Italia
Provincia
Pisa
Età
40
Profilo

SE NON SI SOGNA NON SI VIVE….

 

Questa è una delle prime cose che mi dice Giada quando entro a casa sua…

Noto subito l’amore per quello che fa, immediatamente mi vedo circondata da mille colori, e vedo tocchi di luce e pennellate ovunque…

Mi parla un po’ di sé, poi  delle sue opere, mi racconta che inizia a buttare colore sulle tele da studentessa liceale e che da allora non ha mai smesso perché sente qualcosa che la trascina, sente  il “bisogno di dipingere”, ci si alza di notte ed è come un richiamo…per questo c è odore di acrilico….

Questa sensazione di “bisogno” mi colpisce molto e poi capisco guardando le sue opere, Giada sogna, vive le sue emozioni anche attraverso i suoi personaggi e lei stessa a volte dà delle interpretazioni , a volte la vita che le gira intorno si trasfigura e diventa opera.

Giada è un vulcano, ride, scherza, disegna, colora, vuole fare, fare, andare.. e poi mille idee e mille progetti… in un attimo ti trascina nei meandri della sua mente attraverso le sue parole, i suoi gesti, le sue provocazioni e i suoi personaggi, ascoltandola si può “entrare” nelle sue opere e conoscere a fondo  i suoi personaggi.

Si notano subito i colori accesi, puri, vivi,  da Giada  te lo aspetti, inizio a capire l’importanza del simbolismo, i simboli prendono forma, c è la rappresentazione della femminilità , dell’eros in varie forme, della paura, la raffigurazione del sogno e del reale che si parlano e quasi si toccano,  l’uomo stesso diventa simbolo, si può dire che queste opere si respirano e che lasciano davvero qualcosa dentro…

Si avverte la voglia di uscire dal quotidiano, di andare avanti,  ma al tempo stesso  un senso di nostalgia;  continuiamo a parlare mentre lei mi descrive le sue donne e mi sembra che  a volte si immedesimi in tutti questi  personaggi, i suoi libri, i film, Giada si ispira continuamente al  mondo che la circonda, ascolta, vede, ama letture e poesie, è affascinata dalle donne del passato, donne di un certo peso che hanno fatto parlare di sè, donne che sono diventate storia.

I suoi personaggi ti guardano, ti parlano, ti raccontano tutto di lei, di ciò che sogna, del perché … e di ciò che lei sente…

L’ispirazione alla pittura sudamericana è facilmente leggibile e lei dice di guardare con occhio “innamorato” la grande Frida, la sua foto sullo specchio è simbolista essa stessa e  fa riflettere ancora un po’ su Giada che mi dice “ Frida mi affascina e la faccio mia”.

Giada mi spiega le sue scelte, vedo la bellezza e la donna quasi onnipresente, è una base di partenza ma anche il punto di arrivo per studiare l’essere umano fino in fondo, il concetto di corpo affascina e affascina ancora di più l’utilizzo che ne fa Gammaphi nei suoi quadri.

 

“Gran parte dei nostri sogni li viviamo con assai maggiore intensità della nostra esistenza da svegli " , cosi scriveva  Herman Hesse , sembra infatti che  nei quadri di Gammaphi il sogno e l’onirico  si mescolino alla realtà quasi volendo confondere lo spettatore, seppure il sogno sia un modo per farsi proteggere dalla vita quotidiana, dalle brutture e dalla sofferenza della vita e della realtà.

Giada è passione e passionale, ma al tempo stesso vive timori e ricordi, ha paura di soffrire, e questo lo si avverte nei suoi quadri, una sfumatura di colore o una pennellata più breve ci fanno notare le incertezze “terrene” dell’artista, queste paure che svaniscono nei sogni, lì si è sempre vincitori e protagonisti.

Nei sogni ci sentiamo noi stessi e siamo sempre “protetti”.

Nei suoi quadri Giada dà tutta se stessa,  se li cuce addosso come un sarto col suo abito nuovo, ogni dipinto è una piccola storia, un pezzo di vita,  si sente che l’artista va alla continua ricerca di qualcosa, c è sempre qualcosa da spiegare o da raggiungere, c è una vitalità e una grande voglia di proseguire per scoprire cosa succederà domani, che quadro uscirà fuori domani.

Le sue donne sono reali, belle, si sentono belle, si vogliono far notare, vogliono essere protagoniste,  nude, le donne nude come Era Sirena che scivola nella realtà arrivando quasi ai nostri piedi, o Autoritratto che ci guarda con sorriso enigmatico e un occhio chiuso, sono donne che vivono e lottano, che diventano simbolo di femminilità e che non si vergognano perché sono soddisfatte di se stesse.

Il corpo delle donne di Giada è studiato alla perfezione e c è quasi un’esaltazione alla bellezza e all’essere donna, progenitrice.

Nei suoi quadri ci sono  donne con un occhio aperto e uno chiuso, uno che guarda la realtà, il mondo di oggi; l’altro occhio immagina, sogna, è il sogno immaginifico di Giada che ritorna.

La cosa più bella per me in questa giornata è parlare con l’artista, sentirla raccontare, sentire da lei le sue esperienze, capire fino in fondo chi è Gammaphi e dove sta andando.

Continuo a guardare i suoi quadri,  mi soffermo a riflettere su “Solitudo”, è diverso dagli altri quadri, c è una donna si, ma una donna di una certa età, ed è l’unica donna vestita.

È il ritratto di sua madre, sembra una dedica,  una donna che ha sofferto, che è riuscita a superare ostacoli e dolori, a lottare e a vincere ma soprattutto è la donna che ti ha dato la vita…

Nel dipinto ha lo sguardo quasi sommesso,  qui i colori si fanno ancora più vividi, ma il bianco schiarisce e rischiara di luce,  scintillanti ma sfumate,  le pennellate sono piccole e intense, quasi per non  disturbare…c è qui forse tutta l’introspezione di Giada… e lei che diventa un pesciolino che si staglia tra i capelli della madre… si fa pensiero tra i pensieri, forse il più bello, una figlia, la vita nella vita.

Guardare le opere di Giada è  sentire con l’anima, è emozionante e al tempo stesso fa riflettere, non sono opere scontate e nemmeno paesaggi “odiosi” come ci dirà lei più tardi, bensì tele che sanno farsi amare perché fanno pensare, ci danno l’opportunità di guardarsi dentro e di spaziare in libertà.

Gammaphi diventa malinconica ma razionale, reale nel descrivere il suo amore/dolore, la sua forse diventa quella “psico-arte” che la fa sognare per superare, la aiuta a crescere cercando dentro se stessa, e cercando di ritrovare tutto ciò che la fa stare in pace col suo ego e col mondo attorno.

L’artista è sempre in movimento e in continua ricerca,  ecco perché con i quadri di Gammaphi si passa dal sesso al sogno in un istante, Giada ti fa ascoltare i silenzi dei suoi quadri.. e puoi quasi godere degli odori e dei rumori all’interno dei suoi dipinti.

Giada studia il mondo e  fotografa la realtà,  la sua realtà  e come una macchinetta fotografica, ci restituisce le immagini che sono filtrate attraverso i suoi 5 sensi…

 Ego, la mostra personale di Giada/Gammaphi si intitola EGO, non è mai nel senso di egocentrismo, bensì di lavoro su se stessi, le donne sono ego/io nel senso di struttura psichica deputata al contatto ed ai rapporti con la realtà, sia interna che esterna.

È un Ego che si incentra nel capire se stessi e i rapporti tra il mondo esterno e l’intimo delle persone.

L’Ego diventa Io e Sé a seconda delle relazioni.

In psicologia, l’IO organizza e gestisce gli stimoli ambientali, le relazioni ed è il principale mediatore della consapevolezza, il Sé invece spiega la persona nella sua totalità rispetto all’ambiente, l’Io, inscritto nel Sé, è la struttura che percepisce sé stessa ed entra in relazione con altre persone.

È per questo che l’ Ego è una forma primordiale di Io, ed è ciò che Gammaphi esprime attraverso le sue immagini.

Le sue donne non sono egocentriche mai, sono sensuali e ferme nelle loro posizioni, si rifugiano nello sguardo dello spettatore e si lasciano ammirare, hanno bisogno di sentirsi donne, anche quando calve, si pettinano allo specchio.

Gammaphi è giovane, ma tenace e piena di talento, è in continuo movimento e ricerca mentale di se stessa , ha una spiritualità tutta sua e la si sente attraverso i suoi gesti sulla tela e sui colori, è struggente e riflessiva, in sfida continua con sé e col mondo.

Gammaphi dipinge non solo col cuore ma il cuore, le carni , l’essenza, le sensazioni, le paure delle donne, le emozioni dei personaggi, i perché.

Giada è già in moto sul suo nuovo periodo, non si basta più, sente che deve cambiare, come mutano la pelle i serpenti lei stessa si rende conto che deve osare, tentare, passare l’oltre, ricominciare di nuovo,  è un nuovo che però la aiuta a capire, a cercare sempre questo confine tra realtà e sogno.

Il passato, il presente e il futuro, Giada  incarna tutto questo, l’amore e la sofferenza, la vita quotidiana e il sognare ,  volare con la mente negli spazi assurdi dell’Io,  vivere in fondo la propria anima, essere l’ego o l’altro,  in fondo Giada si concentra molto non sul significato ma sul simbolo stesso e la cosa più bella è vedere lei che si fa quasi coccolare dalle sue tele.

Grazie Giada, ti seguiremo….

 

 

Loredana Spadolini