Gianluca Malgeri

Altro
Gianluca
Malgeri
Città
Berlino
Provincia
Firenze
Età
50
Profilo

Quel che conosco del lavoro di Luca Malgeri rende questo artista intrigante ai miei occhi e oggettivamente fuori dalle linee della giovane ricerca artistica italiana contemporanea.

La sua opera ha sempre una sorta di doppio registro. Da un lato un’attenzione e uno sguardo spregiudicato su tutto ciò che nella sua personale visione appare come mito – l’arte, gli artisti, la moda, e il potere, soprattutto di suggestione, che questi sembrano incorporare. Dall’altro una volontà di intervento che si misura sulle proprie capacità, quest’ultime intese come risultato di un processo di formazione fondato su attitudini, sensibilità e dirette esperienze gelosamente personali. Su questi due registri Malgeri imposta il proprio lavoro, producendo opere che, invece di portare ad una conciliazione, mantengono le distinzioni, che spesso si danno come frizioni. Ed è appunto su queste frizioni che consiste il tratto più caratterizzante della sua arte, carattere che ha a che fare con il minoritario, il clandestino, l’inappropriato, ma anche l’inatteso e il sorprendente. Nato nella periferia, i suoi successivi e irregolari spostamenti verso i centri non ne hanno alterato e non ne alterano il rapporto che ogni volta tenta di stabilire con ciò che lo circonda, che resta più un rapporto di cauto avvicinamento che di acculturata appropriazione, nel rispetto di sé e dell’altro-da-sé senza soluzioni di continuità.

Il suo uso di tecniche compositive diverse, dalla fotografia al disegno, dall’installazione al collage, favorisce questo percorso e lo rendono, alla fine, leggero e autonomo da ogni cifra.

La sua eventuale permanenza operativa in una città come New York non potrà che continuare e stimolare il suo viaggio di artista, incontrandone sia l’interesse che lo motiva da sempre, sia arricchendolo nel senso che si prefigge, interesse e senso che nelle righe precedenti ho cercato succintamente di enucleare.

 

Pier Luigi Tazzi, Capalle 7 maggio 2005.