giuseppe conte

Arti Visive
giuseppe
conte
Città
Cagnano Varano
Nazione di nascita
italia
Provincia
Foggia
Età
55
Profilo
Presentazione
Non prediligo un materiale in particolare e faccio sperimentazione a tutto campo.
A volte i miei lavori hanno del movimento e per funzionare richiedono l'intervento
del fruitore il quale diventa anch'esso parte dell'opera.
La mia è un opera di citazioni al mondo dell'arte dove nessun artista,
movimento o tecnica ne rimane escluso, ma è soprattutto una presa di
coscienza della natura autodistruttrice e autolesionista dell'uomo.
Nelle mie opere l'uomo si riconosce come Dorian Grey nel suo specchio, e spesso
sono una rivisitazione dell'arte in chiave ironica, dissacratoria e provocatoria. Non hanno la presunzione di interrogare, di
porre rimedio e d'essere propositive ma esistono in quanto tali proprio perché
l'uomo esiste in quanto tale.
Ho reinterpretato il ready made che per me non significa più trasposizione
fisica di un oggetto d'uso quotidiano in un museo per farne un opera d'arte,
ma riadozione dell'estetica e della tecnica d'artisti contemporanei e del passato.
Io sono l'inventore dell'Ironic Art e cioè dell'arte che ironizza, dissacra,
accosta, riunisce, reinventa, esaspera o esalta, contenuti e mezzi d'artisti
e movimenti. Il risultato è una reinvenzione estetica.
Michelangelo ha inventato il non finito in scultura io ho inventato il non finito
in pittura. Ho esasperato questo concetto con una tela vuota che ho intitolato
"Non cominciato". L'ho esasperato ancora di più con una tela
girata che ho dedicato alle vittime delle Twin Towers del'undici settembre 2001
che ho intitolato "Non lo comincerò mai" dove simbolicamente
come se 'l'artista girasse le spalle a qualsiasi forma di violenza espone una
tela al contrario.
Fontana taglia simbolicamente il supporto della tela su cui erano rappresentate
realtà, prospettiva, profondità, luci ed ombre illusorie allo
scopo di lasciarle percepire realmente al di la della tela, io ironicamente
e su licenza di Duchamp dissacro il monumentale taglio ricucendolo. Il taglio
è una porta simbolica; la realtà ci passa attraverso, ma esso
è troppo fitto: esaspero questo concetto eliminando la tela e lasciando
solo la cornice, affinché ciò che è al di la possa essere
meglio percepito e reinterpretando l'opera di Fontana, (Nuovo concetto spaziale)
così come Bacon reinterpreta il ritratto di Leone X deformandolo.
Nuovo concetto spaziale può diventare una scultura mettendo insieme più
cornici che io ho chiamato "Nuovo concetto spaziale mobile"; è
chiaro il riferimento a Calder e non solo: il fruitore che è al di la
può essere visto e viceversa, quindi il fruitore diventa esso stesso
opera d'arte e qui è evidente la citazione agli specchi di Pistoletto;
la figura attraverso le tre cornici è scomposta ed è evidente
una citazione anche all'arte di Picasso.
Nella mia produzione rivolgo particolare attenzione anche agli artisti dell'ultima
generazione e in particolare a quelli degli anni ottanta che vedono emergere
il grafitismo; in molti dei miei lavori sono evidenti (per la persistenza della
figura umana stilizzata) le citazioni a keith Haring e J. M. Basquiat (per la
composizione primitiva e infantile e per la comparsa di scritte). Il mio è
anche un tentativo di unire l'estetica dei grafitisti a l'estetica di Mirò
Picasso e Kandinskij. Quasi sempre eseguo i miei dipinti su dei rilievi di stucco
steso su tavola o tela per fare una citazione all'arte materica di Burri e Dubuffet
e per dare movimento alla luce.