What a scanner cannot do.

What a scanner cannot do.
What a scanner cannot do.
trittico, tecnica mista su tela 100x140(x3)
Questo trittico nasce da un concetto.
“Quello che uno scanner non può fare”
Uno scanner da ufficio “legge” un immagine tramite un sensore dalla forma orizzontale che muove dall’alto verso il basso traducendola in linguaggio digitale.
L’uomo vive.
Vede.
Respira.
Fa errori.
Agisce Con Le Parole.
La poetica principale che questo artista ha portato avanti è la scansione della realtà in due mondi: uno tangibile, che appartiene all’essere umano, l’altro virtuale, liquido, che tiene l’essere umano in apnea. Incatenato a futili alter-ego , a copie digitali e ad identità alternative. Totalmente privo di propriocezione.
Lo scanner viene usato dall’ artista in maniera quasi ossessiva, scansionando se stesso ed elaborando digitalmente e analogicamente l’immagine alla ricerca di quella soglia che “scandisce”le due realtà.
In questo trittico l’artista ha messo a nudo il suo concetto e ha “agito” la pittura imitando i movimenti di uno scanner, lasciando comparire colature, errori, scritte a mano libera che seguono direzioni non comprendibili dalla razionale dimensione di un computer. Copie diverse, Tracce di Essere. Umano è inclinare la testa per cercare di leggere ciò che è scritto in verticale.
Opera partecipante alla biennale J.C.E. JEUNE CREATION EUROPEENNE nelle città di: Montrouge, Paris, FRANCE - Klaipedia, LITHUANIA - Bratislava SLOVAKIA - Pecs, HUNGARY - Sazburg,AUSTRIA - Genoa,ITALY - L’hospitalet de Llobregat, SPAIN - Amarante, PORTUGAL. (Pubblicazione su catalogo a tiratura internazionale)
Opera partecipante alla collettiva curata da Alessanda Gagliano Candela “Le Parole dell’arte” Biblioteca Berio, Sala Mostre – Genova. (Pubblicazione catalogo tramite edizioni liberodiscrivere-, opera come immagine di copertina).
www.mauropanichella.it