ABBATTISTA NICOLÒ, CONSALVO CHRISTIAN, BORGHINI CHIARA, CARECCIA GIOVANNI, LASTELLA FRANCESCA , BONO MARIA CHIARA , CUNSOLO ARIANNA, LULY ENRICO, GALUPPI DAVIDE / Lost Movement

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Danza

ABBATTISTA NICOLÒ, CONSALVO CHRISTIAN, BORGHINI CHIARA, CARECCIA GIOVANNI, LASTELLA FRANCESCA , BONO MARIA CHIARA , CUNSOLO ARIANNA, LULY ENRICO, GALUPPI DAVIDE / Lost Movement

Destinazione

Edimburgo - United Kingdom

Periodo
Tornati
Il progetto (e info su ente)

IL PROGETTO

Il gruppo è stato selezionato come unica compagnia italiana per partecipare con “Sehnsucht”, produzione di danza contemporanea per 8 danzatori con musica originale, ad Innovations Contemporary Dance Platform in Scozia (UK).

L’evento, che vede il sostegno dello Scottish Arts Council, prevede 3 repliche a cura della compagnia, unite a momenti di condivisione della propria pratica artistica con il pubblico del Festival.

ENTE OSPITANTE

Dance Horizons è stato avviato nel 2013 dall'attuale direttore creativo Oliver James Anwyl con l'ambizione di promuovere la performance nel campo della danza contemporanea. Aprendo le porte ad artisti e compagnie di danza in tutte le fasi della loro carriera come catalizzatore per presentare il loro lavoro sulla scena pubblica. Ciò include anche un programma dinamico di lavori di danza in tournée nell'ambito del Fringe Festival di Edimburgo. Le precedenti edizioni del Fringe hanno incluso produzioni di Kennedy Muntanga Dance Theatre (Regno Unito), Abian Hernandez (Spagna), Fiona Houez (Francia), Paul Scott Bullen (Regno Unito) e Jack Stinton Dance Company (Regno Unito).

Intervista

FRA NOI E IL PUBBLICO

Intervista a Nicolò Abbattista di Lost Movement


 

Ci spieghi come è nato Sehnsucht?

Io e Christian Consalvo (co-autore, regista e dramaturg della compagnia) abbiamo iniziato a lavorare allo spettacolo nel 2019, prendendo a prestito il concetto di sehnsucht dal romanticismo tedesco. Sehnsucht è l’anelito verso qualcosa di irraggiungibile. Volevamo indagare l’idea di limite, inteso innanzitutto come limite del danzatore. Il danzatore, infatti, per sua stessa natura, è un corpo che tende a sfidare i propri limiti meccanici, fisici e anatomici. Nessuno di noi nasce in en dehors, ma fino a che punto possiamo spingerci?

Partendo da qui, ci siamo trovati a ragionare su molti altri tipi di limite. Ad esempio, il limite interiore che regola il contatto fisico con l’altro, e che esiste prima di dare un bacio – cosa c’è prima di quel bacio? Oppure il limite di non conoscere la coreografia sul palcoscenico – infatti Sehnsucht si basa su un meccanismo coreografico in cui la performance dei danzatori è generata principalmente da un processo di improvvisazione.


 

E a che punto siete con questa ricerca? È conclusa o è appena iniziata?

Nel 2020, a causa della pandemia, la ricerca si è fermata completamente. Anche perché si tratta di uno spettacolo di otto danzatori: un gruppo abbastanza numeroso. Non potevamo provare né portare in giro la performance. Da quest’anno, però, abbiamo rimesso mano alla produzione, rimodellandola su nuovi interpreti e sviscerando i nuovi limiti che due anni di pandemia ci hanno imposto.

Ogni volta che mettiamo mano allo spettacolo, ogni volta che lo proviamo con i danzatori, costruiamo sempre un pezzetto in più, perché il corpo cambia, noi cambiamo, gli eventi attorno a noi ci modificano e fanno nascere in noi l’esigenza di esprimere nuove forme.

A Edimburgo lo spettacolo durava venticinque minuti, adesso ne dura trenta, magari fra due mesi ne durerà trentacinque.

Se ci chiedi a che punto siamo in questo preciso momento, possiamo dirti che siamo impegnati a sviluppare una danza sistemica che riesca a far ballare anche il pubblico, superando il limite che separa performer e spettatore. È l’ultimo limite che ci diamo.


 

Come è stato accolto Sehnsucht all’Innovations Contemporary Dance Platform?

Il nostro spettacolo ha avuto grande riscontro, tanto che gli organizzatori ci hanno confermati per una tournée che si terrà l’anno prossimo fra Edimburgo e Glasgow. 

Al festival, le performance erano articolate in un trittico: tre compagnie invitate, due del territorio e noi. Lo spettacolo di ogni compagnia prevedeva tre repliche e dopo ogni replica si apriva un vero e proprio talk con il pubblico, molto lungo e sostanzioso. Non erano presenti solo tecnici del settore, ma anche molti appassionati e frequentatori dei teatri. Siamo rimasti molto colpiti dalla curiosità di tutti nel voler capire i nostri processi artistici, nell’indagare come è stato costruito lo spettacolo, nello svelarne i retroscena. Sono arrivate molte domande che coglievano nel dettaglio aspetti importanti di coreografia, drammaturgia, composizione musicale e lavoro degli interpreti. Per noi è stata un’esperienza di profonda condivisione della pratica artistica: non si trattava solo mostrare il lavoro, ma di spiegare per filo e per segno come è nato.



 

Visto il nome del festival, c’è una componente innovativa nel vostro modo di fare spettacolo?

Posto che Innovation Contemporary Dance Platform cerca di diffondere una danza contemporanea giovane autoriale, l’invito arrivato per la tournée dell’anno prossimo ci ha dato dimostrazione che il nostro lavoro, più che essere innovativo in sé, è veramente innovativo nel rapporto che crea con il pubblico. Un rapporto non per forza di interazione, ma comunque il più diretto possibile. Che colpisca dritto. Ogni spettacolo deve essere leggibile a livello emotivo e di messaggio, in modo che lo spettatore possa portare a casa qualcosa. In questo, sia noi che gli organizzatori del festival crediamo molto.

 

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