Seidenari Maria Elena

Seidenari Maria Elena
Berlino - Germany
IL PROGETTO
It’s my pleasure è un pezzo di teatro danza su desiderio e libido, in cui il piacere sessuale femminile si lascia osservare sotto la doppia lente di una fisicità arresa al godimento e di una censura sistemica a volte sottotraccia, a volte palesemente opprimente. Il
processo di ricerca è supportato da Tanzfabrik Berlin, con una residenza coreografica che ha come obiettivi lo
sviluppo di una versione più approfondita del solo (con l'accompagnamento di una coreografa basata a Berlino) e la produzione di un video per la futura circuitazione.
ENTE OSPITANTE
Da oltre 40 anni, danzatori, coreografi, performer, compositori, artisti, teorici e produttori lavorano alla Tanzfabrik Berlin su temi e questioni della danza contemporanea. Come luogo di produzione e performance, nonché scuola per le tecniche di danza contemporanea, Tanzfabrik Berlin gode di riconoscimenti nazionali e internazionali nella scena della danza e dello spettacolo e oltre.
Prova a raccontare il progetto a qualcuno che non ne sa nulla. Di cosa ti sei occupata? Da dove nasceva la tua urgenza espressiva? Come si è svolto il progetto?
it’s my pleasure è un pezzo di teatro danza su desiderio e libido femminile.
Il bando Movin’Up ha finanziato una residenza artistica presso il Tanzfabrik di Berlino, durante la quale ho sviluppato questo assolo, che a inizio 2022 era stato presentato online in una forma embrionale. Alla fine della residenza un artista visivo ha girato un video, trasformando il materiale coreografico in un’opera visuale.
Ho trattato il tema del piacere sessuale senza mezzi termini, esponendomi anche molto in prima persona. Ma non ho quasi mai esitato a portare in scena tutta questa metaforica nudità. Avevo dei motivi urgenti per confrontarmi con questo argomento un po’ ambiguo, un po’ rischioso. Nel mio taccuino, poco dopo aver terminato la prima versione dell’assolo, ho scritto questo:
Io sono
Stanca di essere erotizzata per la carnosità delle mie labbra
per il mio spirito estroverso che non rinuncia alla libido
Stanca di aver paura che la mia reputazione risentirà
del fatto che amo il sesso e ne parlo apertamente
Stanca delle insinuazioni sulla mia espansività sessuale
Stanca delle immagini cucitemi addosso
sulla pelle
sul corpo
sui miei fianchi spaziosi
sul bacino che si muove sinuoso
La narrazione del mio piacere la prendo nelle mie mani
e non sarà una storia a una dimensione, fatta solo di glitter e abbondante muco cervicale.
Sarà piena anche di zone grigie, di vergogna e autocensura,
di domande a cui non so rispondere, di paura di esporsi,
di timori di fare il passo sbagliato.
Ma comunque, piacere mio
in tutto il suo imponente bisogno di prendere spazio al di fuori dell’eteronorma,
con tutti i suoi suoni di abbandono,
con tutti i suoi picchi di movimento incontrollato e spasmodico
e la dolcezza lenta che si fa spazio tra le maglie strette del dubbio
/di essere almeno un po’ mostruosa/
e dell’inquietudine
/di essere troppo sfacciata/
Nel tuo spettacolo si parla di desiderio femminile, pensi che il teatro e la danza abbiano la possibilità di rappresentare il piacere in maniera diversa rispetto ad altri mezzi di comunicazione?
Credo fermamente che la danza e la performance, in generale, possano restituire le esperienze corporee in maniera molto più incisiva di altri media. Il corpo della performer in scena è un corpo vivo, che palpita, che suda. La matericità del corpo sulla scena è innegabile, è vera. Da lì non si scappa: se tremi di paura si vedrà, se fremi di piacere si vedrà, se fingi e ti allontani dalla materia-corpo si noterà. Questa verità nuda e vulnerabile mi sembrava il contesto giusto per rappresentare il piacere. Parlarne è importante ma non è la stessa cosa; scrivere di piacere è necessario ma persegue altri scopi; filmare il piacere, bhe, può facilmente portare a una bidimensionalità tipica del porno online di amplissima diffusione. Ho scelto la danza perchè nel momento in cui vado in scena, tutt* stiamo consumando qualcosa insieme.
In it’s my pleasure ci sono due temi portanti: la fisicità e la censura. Come mai ha scelto proprio questi due poli? Come hai scelto di rappresentarli?
La fisicità è una conditio sine qua non per parlare di piacere, secondo la mia opinione. Non avrei mai potuto lavorare con la pura astrazione. Il piacere passa dalla carne e la carne deve essere lì, visibile, esposta, condivisa, consumata dalle sensazioni del momento. Il piacere ha a che fare con l’essere presente in quel preciso istante: il godimento ti porta a gustare appieno quello che fai, qualunque cosa tu stia facendo e ovunque tu lo stia facendo - il cosmo converge lì per un istante. Il momento presente vissuto nella pienezza del corpo: ecco, questa è una buona definizione di piacere. E ho cercato di farlo in scena.
Il concetto di censura è arrivato quasi subito quando ho iniziato a fare ricerca sul piacere.
La censura e soprattutto l’autocensura sono come una specie di contraltare alla grande possibilità di accesso al piacere che è insita in un corpo (e nel mio corpo che danza).
Io so che il mio corpo può ricevere e moltiplicare il piacere ma so anche che prima che questo succeda devo sorpassare delle soglie. Devo vincere una resistenza interna. Credo che molte persone si riconoscano in questa immagine: il piacere è raggiungibile, sì, ma con fatica, solo dopo aver tolto strati su strati di autocritica e autocontrollo.
Cosa hai imparato durante questa esperienza? L'idea iniziale dello spettacolo è cambiata?
L’assolo è significativamente evoluto, diventando più complesso e guadagnando profondità e diversificazione delle scene presentate, ma l'idea iniziale dello spettacolo è in buona sostanza rimasta la stessa.
Durante questo progetto/processo ho imparato qualcosa di importantissimo: ci sono svariate persone che hanno voglia di parlare di piacere. Se vengono create delle condizioni favorevoli al confronto e se c’è qualcuno che ha il coraggio di esporsi in prima persona, allora anche altre persone si sentiranno più a loro agio a condividere esperienze personali e intime.
A giugno 2022, nella fase di organizzazione dello spettacolo mi è venuta un’idea: invitare il pubblico ad un dibattito sul piacere, dopo la visione della performance. Dopotutto, erano mesi che leggevo e raccoglievo testi sull’argomento. Ho oramai un interessante gruzzolo di contenuti che desidero condividere con persone interessate al tema.
it’s my pleasure è andato in scena il 3 luglio 2022, negli spazi di Tanzfabrik Berlin Kreuzberg, nel quadro del festival Bits & Pieces.
Domenica 3 luglio, subito dopo la performance del solo, il pubblico è stato invitato a partecipare ad un incontro sul tema portato in scena da it’s my pleasure.
L’incontro è stato ideato, preparato e condotto da me.
Il format proposto in quell’occasione è una innovativa combinazione di performance, conversazione con l’autrice e focus group teorico-pratico sul tema del piacere.
Ad ogni membro del pubblico è stata consegnata una lettera che riportava alcuni riferimenti teorici sul tema dell’erotismo come questione politica e alcune domande rivolte direttamente alla lettrice/lettore, che era invitata/o a rispondere sul foglio stesso. La riflessione personale era propedeutica ad un momento di scambio con la persona a fianco. La partecipazione è stata vivace e calorosa, così come la condivisione.
Evento unico in programma, questo incontro ha raccolto l’interesse del pubblico che ha partecipato con grande interesse e attenzione, arrivando a condividere vissuti profondi e intimi sia con le altre persone presenti, che con me.
Pensi che questo spettacolo possa avere nuove vite e prospettive?
Nelle settimane subito successive alla presentazione del lavoro al pubblico, nel luglio 2022, è emersa l'idea di utilizzare il materiale audio-visivo prodotto al Tanzfabrik come punto di partenza per interventi formativi di sensibilizzazione sul tema del piacere e dell’eros come questione sociale e con una chiara dimensione politica: una nuova modalità di audience engagement, a metà tra formazione del pubblico e intervento educativo-sociale. Un punto di accesso performativo-discorsivo per l’avvio di un dibattito ampio sul piacere e sui suoi portati politici.
Hai altri progetti per il futuro?
Sopravvivere all’inverno berlinese, sopravvivere con il mio lavoro di artista (performer/autrice/curatrice) e tentare di continuare il mio percorso professionale qui a Berlino.