SERANTONI MARIAGIULIA

Maria Giulia
Danza

SERANTONI MARIAGIULIA

Destinazione

Montpellier - France

Periodo
-
Tornata
Il progetto (e info su ente)

IL PROGETTO

Master Exerce, della durata complessiva di due anni, fornisce agli studenti strumenti per la ricerca artistica nel campo della coreografia in un ambiente di lavoro che mira a stabilire un’atmosfera di scambio, reciprocità e stimolo. Il Master supporta gli studenti a trovare un proprio linguaggio originale ed autentico senza distinguere o preferire tra i diversi formati performativi possibili dispiegando di volta in volta un terreno che allarghi gli strumenti metodologici adottati nella creazione artistica sostenendo opportunità professionali e lo sviluppo di pedagogie sperimentali. Questa formazione sarà la base per poter continuare ad operare come coreografa e danzatrice in Germania, Francia ed Italia dove ha recentemente fondato l'Aps MICCE con l'intento di creare possibilità culturali sul territorio.

ENTE OSPITANTE

L'ICI-CCN è concepito come una casa di artisti, un laboratorio aperto e consapevole della propria storia con uno sguardo al futuro, una sorta di ibrido tra un'accademia sperimentale e un caravanserraglio.

Come accademia sperimentale in quanto acceleratore di particelle che concentra e guida il lavoro creativo, la ricerca, la formazione e la produzione di nuove conoscenze. Dall’altro lato il caravanserraglio inteso come luogo di scambio per eccellenza, che attiva la diffusione, la trasmissione, le aperture pubbliche e gli scambi verso nuovi orizzonti.

Intersecati e interdipendenti, le due facce dello stesso progetto partecipano alla dinamica di uno spazio creativo, irrigato dalle sfide della danza e dalle sue estensioni, invitando tutti a prendere parte all'avventura. Una traiettoria che esplora la molteplicità della coreografia e la diversità dei territori di creazione.

 

Intervista

Raccontaci un po’: come nasce il tuo progetto?

Il progetto di formazione presso il Master Exerce - ricerca e coreografia all’ICI-CCN di Montpellier nasce dalla necessità di approfondire l’universo coreografico, soprattutto da un punto di vista progettuale e di ricerca.

Dal 2018 ho iniziato a creare progetti personali e la difficoltà maggiore è sempre stata la fase di ricerca di linguaggi originali che precede la messa in scena. Il problema principale erano i tempi di produzione molto ristretti, per cui il lavoro in sala danza era sempre mirato al prodotto finale, senza lasciare spazio all’approfondimento. La possibilità di intraprendere un periodo di studio presso il Master mi ha permesso di prendere il tempo necessario per sperimentare e indagare a fondo quelle questioni che più mi premeva affrontare.

 

In questo primo anno accademico hai concentrato il tuo lavoro soprattutto sul linguaggio del corpo. In che modo hai lavorato nello specifico?

Il corpo è la parte centrale del mio lavoro: è sia lo strumento espressivo sia il metro con cui facciamo esperienza della nostra esistenza umana. Per un anno intero, perciò, ho sperimentato sistemi di attivazione che portassero il mio corpo in stati fisici, percettivi e di pensiero che codificassero una scrittura coreografica non imposta da disegni preconfezionati. 

Durante il Master ho incontrato molt* artist* che mi hanno mostrato possibili approcci al lavoro. Ho trovato molto stimolante l’incontro con Anne Juren, quest’anno mentore presso Impultanz a Vienna, grazie alla quale ho potuto innescare una serie di narrazioni fantasiose e fantastiche sul corpo e la sua anatomia. Da lì ho continuato a elaborare la mia pratica che è diventata sempre più specifica e articolata, fino a dare vita alla performance, presentata nell’ambito delle pubblicazioni del Master, chiamata “Residual Plateau” proprio per porre l’accento sulla possibilità del corpo di ripartire dai residui, reindirizzando la propria energia e modificando la propria immagine e relazione nello spazio e con il pubblico. 

 

E ora sei arrivata alla fase di scrittura.

Esatto, al momento mi trovo alla terza parte di questo progetto: la scrittura del “memoire”. 

Il memoire fa parte del percorso di formazione ed è la stesura, molto libera e creativa, di un testo che illustri il percorso di ricerca affrontato durante l’anno. 

Anche grazie al suggerimento della professoressa referente al mio progetto, sto cercando di tradurre in parole la performance stessa, dando vita a una sorta di script, di drammaturgia. Considero questa fase non tanto come il resoconto alla fine di un progetto, ma come la seconda parte della mia performance. 

 

Com'è stata la tua esperienza in Francia?

Da molti anni abito fuori dall’Italia, ma è stata la prima volta che mi sono trasferita in Francia. Trovo sempre arricchente e stimolante abitare in un luogo straniero: la mente, la sensibilità, la capacità empatica si settano su orizzonti più ampi, molto spesso dettati dalla necessità di farsi comprendere, di instaurare nuove relazioni, di capire come funziona il luogo in cui ci si trova.

Quello che mi porterò a casa, oltre all’esperienza di alta formazione ricevuta, è sicuramente la capacità di adattamento e apertura all’altr*.

In qualche modo Montpellier, forse per il clima mite e lo stile di vita, mi ha ricordato l’Italia. In questi mesi ho vissuto una strana sensazione dove da una parte riconoscevo uno stile di vita simile a quello delle mie origini e dall’altra ne scoprivo le differenze.

 

Qual è la tua definizione della “danza”?

La danza è la manifestazione fisica di processi di pensiero, percezione e azione. Il modo in cui si sceglie di far apparire questi processi diventa il linguaggio performativo.

La danza è espressione di relazioni: con il proprio corpo, con lo spazio, con il suono, con il corpo di altr*, tra l’occhio di chi guarda e chi viene guardato. 

La danza è per me strumento esplorativo per creare la mia realtà e allo stesso tempo connettermi empaticamente con gli altri. Quello che amo fortemente della danza è la possibilità di esprimersi senza parole, lasciando che il corpo, la sua presenza, immagine e azioni, diventino il codice e il vocabolario per poter creare una grammatica compositiva.

La danza è poesia e musica, è un atto che può rafforzare uno stare insieme collettivo e orizzontale.  

 

Che progetti hai per il futuro?

Una volta terminati i miei studi presso il Master Exerce, ho intenzione di dedicarmi a progetti già avviati, come l’associazione MICCE, nata da pochi mesi sul territorio di Bologna, e dare l’avvio a nuove idee, per esempio creando una compagnia a Berlino, dove ho vissuto tanti anni e ho tutt’ora una base. Continuerò sicuramente la mia collaborazione con la compagnia Fattoria Vittadini, di base a Milano, fondata più di dieci anni fa. 

Mi trovo a mio agio in queste modalità di lavoro volatili, spostandomi da una nazione all’altra, e spero di poter avere anche qualche opportunità lavorativa in Francia, dove ho trovato un territorio culturale interessante e arricchente.

 

Maria Giulia
Siam Coudrais
Maria Giulia
Siam Coudrais