Valagussa Cecilia, Del Grandi Marta, Macheroni, Niccolò (FOSSIK PROJECT)

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Musica
Teatro

Valagussa Cecilia, Del Grandi Marta, Macheroni, Niccolò (FOSSIK PROJECT)

Destinazione

Bangkok - Thailand

Periodo
-
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Il progetto (e info su ente)

IL PROGETTO

Fossick project è una forma di teatro d'ombre contemporaneo itinerante, che unisce musica e animazione analogica con la lavagna luminosa. Il progetto all'estero si è svolto tra Nepal e Thailandia. La prima parte riguarda la lavorazione di un albo  illustrato tratto dal primo spettacolo Long Tong Tales per la casa editrice nepalese Safu. La seconda parte, la partecipazione al festival Wonderfruit in Thailandia, con una performance e un seminario per ragazzi. In Thailandia è anche inziata la fase di ricerca e scrittura del nuovo spettacolo da presentare live in Italia nell'estate 2020.

ENTE OSPITANTE

Wonderfruit è un festival annuale di arte, musica e stile di vita che si svolge ogni anno al The Fields at Siam Country Club, fuori Pattaya nella provincia di Chonburi, in Tailandia. Con un'enfasi sulla partecipazione e l'inclusione, oltre che sulla sostenibilità e la responsabilità sociale, l'evento propone performance musicali, installazioni artistiche, workshop e conferenze, oltre a banchetti di rinomati chef. L'evento è stato lanciato nel dicembre 2014, prodotto dalla società di produzione tailandese Scratch First; la seconda iterazione è passata da tre a quattro giorni e si è svolta un anno dopo. Il Wonderfruit 2016 era originariamente previsto per il 15-18 dicembre 2016. A causa di un periodo di lutto in Thailandia in seguito alla scomparsa di Sua Maestà il Re Bhumibol Adulyadej, tuttavia, è stato rinviato al 16-19 febbraio 2017. Wonderfruit è tornato più tardi in quell'anno per la sua quarta iterazione nella consueta posizione invernale dal 14 al 17 dicembre 2017. dicembre 2018 ha visto l'evento spostarsi un chilometro a est del sito originale, in uno spazio più ampio e topograficamente più vario; la quinta edizione si è svolta dal 13 al 16 dicembre 2018.

Intervista

Fossick project è una forma di teatro d'ombre contemporaneo itinerante, un progetto nato nel 2016 dalla collaborazione tra l’illustratrice Cecilia Valagussa e la cantautrice Marta Del Grandi. I loro spettacoli uniscono musica e animazione analogica per raccontare affascinanti storie sulle specie in via di estinzione.

Intervista con Marta del Grandi

 

Vorrei chiederti della genesi del progetto. Come vi è venuta l’idea di mettere insieme musica e teatro delle ombre contemporaneo?

È nato tutto in maniera spontanea. Io e Cecilia eravamo amiche prima che collaboratrici e dopo la laurea nel 2015 abbiamo deciso di rimanere a vivere a Ghent. Per la presentazione di un suo libro intitolato PIIGS, Cecilia mi ha chiesto se volessi tenere un piccolo concerto. Conosceva le mie canzoni e il mio universo tematico, in particolare l’interesse per il mondo naturale e animale che ci ha sempre accumunato. Così mi ha accompagnato nell’esibizione con delle marionette illustrate proiettate con una lavagna luminosa. Ci siamo divertite molto e dopo quell’evento siamo state invitate a tenere uno spettacolo a Ghent.  Così” è nato “Lullaby” all’inizio del 2017. Uno spettacolo che parlava della Genesi e della nascita della società. Narrava la storia di una figura che nasceva dalla sabbia, e che attraversava alcune fasi dell’evoluzione umana. Era un progetto poetico e più astratto di quelli che realizziamo ora.

 

Il vostro spettacolo Long Tong Tale parla delle avventure di un Pangolino Nepalese mentre The Great Giant Leap tratta della storia di un’otarda indiana. Cosa ha fatto scaturire in te la necessità di prenderti a cuore specie di animali in estinzione in posti così lontani da dove sei nata?

Sono sempre stata affascinata dal mondo animale, sia nel suo lato poetico, che nella vita di tutti i giorni. Ho abbracciato questa causa perché non c’è una via alternativa, per preservare il pianeta e la specie umana. Sono fatti imprescindibili. Se dovessi scegliere tra gli animali o la musica, sceglierei gli animali anche se tutta la mia vita è musica. Perché non ci potrebbe essere più musica nel momento in cui non ci prendiamo carico del pianeta. In particolare ci sono specie dimenticate che mi hanno colpito molto. Perché abbiamo adottato i cagnolini e i gattini e piangiamo se fanno male a loro, però nessuno ha mai sentito parlare di altre che vengono sterminate. Di questo mi sono resa conto passando del tempo nel sud-est asiatico con il mio compagno nepalese. Qui mi hanno raccontato del pangolino, un formichiere ricoperto da scaglie di pigna come un’armatura e una lingua lunghissima.  Si tratta di un animale un po’ goffo e lento, ma che ha anche delle capacità da super-eroe, come arrotolarsi in una palla e rendersi invulnerabile anche da una tigre. è una specie autoctona del Nepal ed oggi è l’animale più trafficato al mondo. In Cina infatti ci sono delle credenze secondo le quali il pangolino ha delle capacità curative e afrodisiache come viagra naturale. Questo fatto ha causato una vera ecatombe di pandolino, con più di un milione di animali trafficati negli ultimi 10 anni. Ma questo è solo uno dei tanti casi di questo genere.

 

I vostri spettacoli sono sempre legati ad un territorio, e specialmente alla sua fauna a rischio. Per The Great Giant Leap siete partite dal deserto indiano del Thar per creare uno spettacolo sull’otarda indiana. Potresti descrivere gli elementi e le persone che vi hanno più ispirato di questo luogo e come hanno influenzato il progetto?

Pensavamo di fare una residenza artista tradizionale, ma invece eravamo un gruppo di artisti nomadi, una carovana di artisti dicevano gli organizzatori. Siamo partite da Nuova Dehli e siamo arrivate a la Jodhpur, la città blu, dove abbiamo fatto uno spettacolo, e poi abbiamo continuato verso Jaisalmer. Lo abbiamo fatto con treni notturni e con tantissimo materiale da trasportare. Con il clima diverso, cibo diverso, eravamo tutti un pomalati. È stata veramente una prova di forza e quando siamo arrivate a destinazione, dopo tre giorni, eravamo veramente contente di vedere un letto. E Jaisalmer è incredibile. Viene chiamata la città d’oro, dominata da un forte che sorge su un’altura, circondato dalla città vecchia dove risiedevamo. Avevamo una terrazza che dava sulla città, dalle strade talmente strette che non c’erano automobili, solo moto. Siamo andate subito al teatro delle marionette di Jaisalmer, che appartiene ad una antica tradizione del deserto del Rajasthan. Qui abbiamo potuto fare una sessione con i maestri locali e registrare il suono delle percussioni che suonavano per includerlo nel nostro spettacolo.

 

Tra le varie cose che avete fatto, mi ha colpito un workshop che avete tenuto a Kathmandu. Potresti parlarmi di questa esperienza?

Abbiamo tenuto diverse iniziative: dal workshop nella scuola internazionale a  quello pubblico tenuto nelle strade. Quest’ultimo lo abbiamo realizzato in collaborazione con un festival chiamato Echoes in the Valley di musica tradizionale folk, nel quartiere dell’etnia Newari. Ho chiesto ai ragazzi di  scrivere delle rime o frasi, partendo da del materiale sugli animali del posto.  Con queste poi abbiamo realizzato una canzone, mentre con Cecilia hanno disegnato sulla carta da lucido e da lì hanno creato la loro marionetta. Alla fine abbiamo messo tutto insieme in un piccolo spettacolo.

 

L’ultimo spettacolo di Fossick Project, sviluppato grazie al sostegno di Moving Up in una residenza artistica in Thailandia, è intitolato Fire Charmers, la storia di un gatto e tre piccoli anfibi che ricercano la causa degli enormi incendi che stanno consumando l’ambiente in cui vivono.

Potete trovare tutte le news di Fossick Project sul loro sito: https://fossickproject.com