ETERORITRATTI

ETERORITRATTI
Sono lontani i tempi in cui Orlan ricostruiva la sua identità combinando i tratti di bellezza dei ritratti più noti dell’iconografia occidentale. Non ci sono tracce di Veneri o di Monne Lise nel volto di Veronica Bellei, ma la posa della casalinga e la gestualità della schiava domestica. E dire che si tratta di un ritratto costruito in rete, dove Second Life ci abitua ad avatar femminili i cui modelli vanno da Lara Croft alle Charlie’s Angels. Altro che net-dating, cyber-sesso e flirt virtuale: l’oggetto del desiderio dell’uomo del terzo millennio arretra ad un immaginario tipicamente anni Cinquanta, di gran lunga anteriore alla rivoluzione sessuale. Tra frigoriferi, termosifoni e bigodini, la cyber-massaia si offre, vogliosa perché fondamentalmente annoiata.
Questo lavoro sarebbe ironico, una ricostruzione di un rassicurante sogno maschile di concretezza, tra la pasta per la pizza e i cespi d’insalata. Sembrerebbe fare il verso agli autoritratti fotografici di Cindy Sherman, che, basandosi sulle immagini della donna nella pubblicità, nei telefilm e nelle riviste maschili, impersona la somma sintesi dello stereotipo femminile secondo l’occhio del maschio: debole, fragile, chiusa tra le mura domestiche e immancabilmente guardata dall’alto in basso. Eppure il lavoro di dell’artista non nasce da una ricerca sui modi di rappresentazione della donna e sulle immagini dei media, né vuole costruirne un controcanto ironico. Piuttosto è una risposta diretta alle richieste di uomini conosciuti in siti di incontri, un’interpretazione letterale dei loro desideri. I partners che si sono fatti avanti e contattato Veronica, hanno descritto i tratti della loro donna ideale e del setting erotico dove avrebbero voluto consumarla, fornendo istruzioni vestimentiarie e comportamentali con un livello di dettaglio pari solo a quello della ricetta da cucina. Dopo aver seguito con precisione tutte le loro indicazioni ed essersi fotografata, l’artista si è sottoposta anche ad una sanzione finale. L’approvazione entusiasta degli uomini partecipanti al progetto segnala il trionfo di uno sguardo virtualmente sadico che sottopone il corpo dell’altro a costrizioni e prescrizioni e gioisce della realizzazione dei suoi desideri. O, più che altro, dimostra come, in tempi di virtualità avanzata, sia più facile cercare l’uomo o la donna dei nostri sogni selezionando gli ingredienti in un form dalle possibilità predefinite. E aspettare che dalla compilazione di un modulo online esca l’immagine che colmi il vuoto del nostro desiderio. Valeria Burgio