MandaLife - Series
MandaLife - Series
Mandalife - facente parte Mandalife - http://www.virna.org/4html/visual/mandala.html
Penna a sfera, acquerello, pastello.
Dal sanscrito: "Manda" esprime "essenza"." La" letteralmente significa "ciò che tiene assieme". L'equivalente tibetano "Kyil Khar" significa "centro - circonferenza". Mandala, ovvero ciò che contiene lo schema essenziale dell'esperienza. Il Mandala è un’immagine sintetica e dinamica che rappresenta l’analisi del sé, cioè di un centro che unisce ed integra intorno all’essenza che lo compone un sistema multiforme di relazioni in evoluzione, dove tramite il rapporto che ciascun’elemento mantiene con il centro, tutto è connesso con tutto e l’azione di uno degli elementi si riflette su tutto l’insieme e su ciascun suo componente. Diffuso nella maggior parte delle religioni con nomi differenti, riconduce l’uomo al al Divino: Greci, Egizi, Navaho e i Monaci Buddisti Tibetani hanno costruito Mandala. Anche il Cristianesimo li ha inseriti nei rosoni delle cattedrali ed i Mussulmani negli splendidi mosaici delle moschee. La reintroduzione del concetto di Mandala nel contesto culturale dei popoli occidentali viene reintrodotta da Jung che lo individuò come simbolo fondamentale della tradizione alchemica dell’Occidente, ponendolo come forma d’arte integrativa con valore terapeutico. A partire dalla terra che è un mandala vivente, si rispecchia una struttura di unicità : il principio del centro. Il centro come simbolo dell’eternità, incipit dalla quale tutto ha origine. Una serie di forme concentriche evocano un passaggio tra diverse dimensioni, il microcosmo ed il macrocosmo, rappresentandone la soglia. Il centro del mandala è insieme costante dello spazio e del tempo: il centro del tempo è ora, l’apice della consapevolezza. Le tre peculiarità fondamentali del mandala sono un centro, la simmetria ed i punti cardinali; il primo principio è costante, gli altri due variabili a seconda del mandala. Il Mandala, oltre al culto, permette l’identificazione con le potenze divine e la coscienza del rapporto tra "l’Io" e il "Mondo", per questo la linea icastica nera viene utilizzata per rendere vivida la negazione del colore. Esso, così, rappresenta il margine assoluto oltre il quale nulla più esiste. Si trovano quindi in netta correlazione 2 il "no" in opposizione al "sì" dello sfondo bianco. Il bianco è lo spazio illibato sulla quale si può ancora scrivere la storia, il nero è la conclusione definitiva. Il nero ed il bianco sono i due estremi, l'alfa e l'omega, l'inizio e la fine. Il colore all’interno dell’immagine rappresentata viene utilizzato per creare nello spettatore un effetto di naturale realtà. Il richiamo al centro dello sguardo per indirizzare la visione alla concreta materialità egli elementi naturali che ci circondano. E’ l’occhio che per primo ci permette di apprezzare l'estensione dello spazio. Nell'uomo il vedere arriva ad essere esperienza profonda, rapporto stretto con il concreto. L’occhio, chiamato specchio dell’anima, è inserito in un contesto in cui all’esterno c’è il mondo, il cosmo, e richiama così all’origine concreta, l’occhio che scruta, osserva e riporta lo spettatore al proprio centro. La farfalla rappresenta la capacità di trasformazione attraverso una metamorfosi che interessa l'intero essere. Con il suo fluttuare nell'aria rappresenta anche l'impermanenza delle cose, tutto cambia e si modifica continuamente. La donna gravida come Eva primordiale viene inserita anch’ella in un perimetro, in questo caso il mandala esprime il proprio termine riportando alla luce il cerchio della vita. Viene rivista qui la lettura di Freud e di Jung, la gravidanza che annuncia un rinnovamento. Ecco quindi che la donna indica il nuovo che sta arrivando, la vita e la sorpresa ad essa correlata. Gli elementi della Serie Mandala sono 3 elementi ricorrenti, occhio, farfalla e donna in attesa vengono distribuiti come in un divenire, dall’elemento quasi onniscente alla vita che muta e che si muove a quella che attende in simbiosi con quella nuova che verrà.