MADRE spettacolo teatrale

MADRE spettacolo teatrale

Scritto e diretto da/written and directed by Azzurra De Gregorio

Costumi/costumes  Marina Miozza

Sound Design Massimo Scamarcio

Scene/scenes Michelangelo Tomaro

Con/ with Giulio Maroncelli, Rossella Massari, Arianna Ricciardi, Ilaria Barone, Luciana di Nardo

Produzione/Production Frentania TeatriAssistente alla regia/director assistant Giandomenico SaleAssistenza musicale/musical assistance Gianni Tamburelli

PH. PAOLO LAFRATTA

 

 

Note di regia.

Esiste un amore più grande di quello di e per una madre?Quando diventiamo adulti, come viviamo il nostro distacco da lei?Ma, soprattutto, cosa cerchiamo di lei in colui/colei che amiamo?Queste, le domande da cui parte lo spettacolo. Queste, le basi che ne costituiscono la struttura essenziale.

 

L’opera, divisa in tre momenti principali (la nascita, il distacco, l’unione con un altro essere), è infatti incentrata sull’importanza che la figura materna ricopre all’interno dell’educazione sentimentale di un individuo e mette in evidenza il modo in cui questa è in grado di influenzare sia la scelta della persona amata che il suo rapporto con essa.

Quella che emergerà da questa opera sarà dunque la rappresentazione di una madre capace di assorbire su se stessa più ruoli contemporaneamente: santa, puttana, figlia, sposa, sorella, amante… In un ciclo continuo e complesso in cui alchimie, pulsioni, miti e desideri si mescolano fin quasi a confondersi tra loro, lasciando emergere dei ritratti di individui frammentati e decentrati, alle prese con rotture e legami indissolubili.

I due attori in scena, piuttosto che interpretare dei ‘personaggi’, mettono in luce la complessità e l’interscambiabilità dei ruoli (il figlio, la madre, l’amante, lo sposo…) che ci vengono tradizionalmente imposti al fine di cristallizzare e formalizzare la natura mutevole e spontanea di qualsiasi interazione tra individui. Essi ci parlano, come direbbe Elemire  Zolla, dell’ ”umana nostalgia dell’interezza”, quella nostalgia che conduce alla brama e all’inseguimento  di qualcosa da cui siamo stati irrimediabilmente divisi. Essi, in fondo, non sono che ‘macchine desideranti’, che sperimentano sulla loro pelle produzione continua di desiderio inconscio.