"IRA"

"IRA"

 

“IRA” è uno spettacolo di teatro-danza; un lavoro sul tema e il significato dell’Ira Divina, pretesto e metafora dell’intima realtà umana, che come tutte le espressioni dello spirito possono essere espresse, ineluttabilmente, solo attraverso “l’artificio-metaforico”.

 

 

- l’Ira, quindi, è l’Amore non riconosciuto –

“Il Bene è assenza di Male, quanto il Male è assenza di Bene”

 

Immediatamente abbiamo pensato ad una “forma” che di per sé nel suo essere contenesse quel senso, quella ricerca e quel rapporto con il Divino, individuabile nella corporeità  e nell’intima fragilità umana.

L’opera viva, vibrante e “carnale” di Auguste Rodin esprimeva ed esprime drammaticamente questa discesa Dantesca, necessaria, in cui la materia per vie “immaginative” si trasmuta in spirito; nell’incontro, forzato, con l’altro da sé.

Partendo dalle sculture di Auguste Rodin abbiamo creato la drammaturgia del movimento; dalla scultura al suo possibile svolgimento, accostando a quella forma un'altra forma, ad un senso un altro senso, alla scultura la danza, “all’immobilità” il movimento, tracciando un percorso rappresentativo che trova la sua “origine” nella matrice comune, nella materia condivisa, in quel corpo che accomuna, Noi, il Maestro e lo Spettatore.

Lo spettacolo si sviluppa in tre diversi momenti, con caratteristiche formali ed espressive differenti, suddivisi tra loro in modo netto ma fecondo dal nero della scena.

La prima parte consiste nella Trasformazione, la seconda parte nella Profondità, la terza parte nel rendere Durevole. 

La prima parte, mediante le opere più significative di August Rodin sviluppa un percorso che attraverso: l’illusione, la coscienza, il desiderio, il potere, la paura, giunge al sacrificio di sé, nel tentativo di un possibile congiungimento tra il corpo e lo spirito.

Sulla scena due danzatori, un ragazzo e una ragazza.

 

Un narratore attraversa la scena ed accompagna i due protagonisti raccontando stralci di testo tratti da Jorge Luis Borges - ‘Finzioni’ e ‘L’Aleph’, e testi ispirati dalla lettura di Robert Walser .

Nella seconda parte niente è come prima, la trama ha uno svolgimento concentrico e attraverso l’incontro-scontro dei due protagonisti si consuma il tentativo di ricongiungimento (tra maschile e femminile).

Danzando, i due protagonisti, tracciano un codice, una mappa, fatta di gesti e movimenti sulle parole del narratore che ci informa su un elemento fondamentale; ricorda i tratti e la storia delle madri (matrice) de ‘I Fratelli Karamazov’ di F. Dostoevskij.

 

Il pretesto iconografico in questa seconda parte è Michelangelo con le sue “Prigioni” il “Bacco”, “l’Apollo” e le sue “Pietà”, di cui Rodin ne è il figlio spirituale; Genesi di tutta la sua opera.

“IRA” è un viaggio di ritorno che si esplica nella terza parte dove gli “Dei” vengono spogliati dei loro abiti per indicarci l’origine, la via e quindi la salvezza.