The Fall

The Fall
Ce qui compte dans l’image, ce n’est pas le pauvre contenu,mais la folle énergie captée prête à éclater,qui fait que les images ne durent jamais longtemps.G. Deleuze, L’épuisé
Spesso l’estrema concentrazione urbana si risolve in solitudine, forzata o immaginaria. Il passeggero, l’uomo del presente, scivola tra i palazzi sottili, tra alberi, viali, cantieri, taxi e cisterne, insegne mansuete. Non sa risolvere il dilemma. La sua memoria di ogni giorno può solo rimestare le carte, smontare la visione appena digerita: il tessuto urbano, luogo comune per eccellenza, è esposto senza riserve a una trama mai del tutto esaurita, in fieri. Se l’architettura più consueta diventa un corpo nervoso, la sua fotografia ricomincia quotidianamente da capo. L’immagine si riorganizza, si distacca dai suoi cardini nella camera chiara dell’elaborazione digitale per comporre nuove percezioni, costanti riletture dello scenario già “inquadrato”, contrazioni del possibile. Folla e solitudine, memoria e documento o infine distopia e sogno si mostrano a tratti indiscernibili: nell’immagine che non è sazia della sua scarna materia, inassegnabile è il loro ruolo, instabile la relazione.