Apollo e Dafne

Apollo e Dafne
acrilico su carta
La fanciulla, impaurita, è costretta ad attraversare sterpaglie, graffiandosi la pelle e strappandosi le vesti, mentre Apollo continua a inseguirla accanitamente gridando il suo amore e avanzando proposte seducenti. Quando ormai sta per essere ghermita, Dafne, esausta, rivolge una preghiera al padre (o alla madre), affinché la sua forma, causa di tanto tormento, sia tramutata in qualcos’altro. In pochi istanti la giovinetta si irrigidisce, i piedi divengono radici, le braccia rami, il corpo si ricopre di una ruvida scorza: si sta trasformando in un albero di alloro (in greco antico daphne significa appunto “alloro”). Apollo la raggiunge, ma è troppo tardi; riesce appena a rubarle un bacio, prima che anche la sua bocca sia ricoperta dalla corteccia.