Enzo Comin

Uso la mia macchina fotocamera allo stesso modo di una tela pittorica. Come un pittore, ho bisogno di continuare le mie indagini en plein air. Per questa ragione, i pittori impressionisti si affidavano ad una tecnica basata sulla vibrazione dei colori, effetto che io ottengo con la mia fotocamera grazie ad alcune modifiche che ho apportato all’interno. Modifiche che esattamente riguardano la percezione della luce e il tempo di esposizione in quanto posso spostare la pellicola a mio piacere, ottenendo il dissolvimento dei contorni dei soggetti come nelle tele degli impressionisti.
Anche per me, quindi, è molto importante osservare il soggetto per un lungo periodo di tempo, e rendere sulla pellicola l’istantanea e personale emozione. Infatti, gli impressionisti, con questa forma, avevano gradualmente sostituito il concetto di “soggetto” con il “gesto” e la “sensazione” disegnata nell’osservazione diretta. Per poter rendere queste impressioni concrete nella pellicola, io devo allora alterare il tempo di esposizione durante l’osservazione del soggetto, ma anche ripetere molti scatti per fissare ogni variazione nel punto che scelgo della pellicola, che a questo punto immagino di comporre come se fosse una tela. E il gesto della pennellata è sostituito da sensibili e mirati movimenti della macchina fotografica.